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Quanti anni servono per andare in pensione?

Dipende dal tipo di pensione. E per le pensioni "dirette" anche e da quanti contributi si sono versati durante la vita lavorativa.

di Carlo Sala 4 set 2019 ore 16:25

L’anzianità è il requisito base per andare in pensione. Si può godere della pensione solo quando si ha un certo numero di anni di età. E per le cosiddette pensioni dirette, quelle cioè che maturano grazie ai contributi versati, occorre avere anche un certo numero di anni di contribuzione.

Le due cose importanti da capire, a questo punto, sono quindi l'anzianità anagrafica e l'anzianità contributiva. Come abbiamo visto, infatti, l'accesso ai diversi tipi di pensione dipende da queste due "cose". Che sono semplicemente l'età che si ha e il numero di anni in cui si sono versati i contributi per la pensione.

Ecco quanti anni servono per andare in pensione, per i diversi tipi di pensione, in base alla legge Fornero e alle successive integrazioni.

PENSIONE DI VECCHIAIA

anni-andare-pensionePer la pensione di vecchiaia l’anzianità anagrafica richiesta nel biennio 2019-2020 è di 67 anni sia per gli uomini che per le donne. Il 67esimo compleanno deve cadere tra l’1 gennaio 2019 e il 31 dicembre 2020. L’anzianità contributiva minima è di 20 anni, se è maggiore la pensione è più alta.

Per chi ha svolto lavori gravosi o usuranti, l’anzianità anagrafica scende a 66 anni e 7 mesi. L’anzianità contributiva deve essere di almeno 30 anni e i lavori gravosi o usuranti devono essere stati svolti per almeno 6 degli ultimi 7 anni o 7 degli ultimi 10 anni prima di andare in pensione.

PENSIONE ANTICIPATA

La pensione anticipata e la pensione di anzianità (la prima ha sostituito la seconda con la legge Fornero del 2011) si può chiedere qualunque sia l’anzianità anagrafica. Basta avere un’anzianità contributiva di:

  • 42 anni e 10 mesi, se uomini;
  • 41 anni e 10 mesi, se donne.

PENSIONE DI REVERSIBILITA'

La pensione di reversibilità è una pensione che si "eredita" perché è quella che passa da un pensionato defunto ad alcuni suoi parenti. Chi subentra al defunto nella pensione non ha bisogno di nessuna anzianità contributiva. L’età anagrafica richiesta per ottenere la reversibilità varia invece a seconda del grado di parentela:

  • il coniuge può ottenere la reversibilità qualunque sia la sua età;
  • i figli possono godere della reversibilità solo fino a 26 anni se iscritti all’università; fino a 21 anni se hanno concluso gli studi con le scuole superiori; fino a 18 anni se hanno concluso gli studi al termine delle scuole dell’obbligo; per tutta la vita se inabili;
  • i nipoti godono della reversibilità solo fino ai 18 anni (e purché fossero a carico del defunto);
  • i genitori del defunto sono ammessi alla reversibilità solo se hanno almeno 65 anni di età (occorre anche che non percepiscano una loro pensione e che il defunto non abbia né coniuge né figli);
  • per fratelli e sorelle del defunto la reversibilità scatta qualunque età abbiano, purché non siano sposati, non abbiano una loro pensione, siano fiscalmente a carico del defunto e non ci siano né coniuge né figli del defunto.

QUOTA 100

Per andare in pensione con Quota 100 è necessario che la somma dell’anzianità anagrafica e di quella contributiva dia come risultato 100. Ma ci sono altri due vincoli: l’anzianità anagrafica minima richiesta è di 62 anni, e l’anzianità contributiva minima è di 38 anni di contributi. Rispettati questi vincoli, maggiore è l’anzianità anagrafica che si ha e minore è l’anzianità contributiva richiesta. Quindi a 63 anni di età si può ottenere la pensione con 37 anni di contributi, a 64 anni con 36 anni di contributi e così via.

QUOTA 41

Quota 41 riservata a chi abbia un’anzianità anagrafica di 41 anni purché abbia versato almeno un anno di contributi prima di compiere 19 anni di età. E che questo sia avvenuto prima del 1995.

ANTICIPO PENSIONISTICO APE

L’APE volontaria può essere chiesto da chi abbia un’anzianità anagrafica di 63 anni e 5 mesi e un’anzianità contributiva di 20 anni.

Stessa età e stessi anni di contribuzione valgono per l’APE aziendale.

L’APE social può essere chiesto solo da alcune categorie di lavoratori. L’età anagrafica deve essere di 63 anni e 5 mesi. L’anzianità contributiva richiesta sale invece a 30 anni (36 per chi ha svolto lavori gravosi). Le donne con figli possono chiedere l’APE social sempre con 63 anni e 5 mesi di età e un’anzianità contributiva di 28 anni (34 anni se hanno svolto lavori gravosi).

OPZIONE DONNA

Andare in pensione con Opzione donna richiede un’anzianità contributiva di 35 anni. Un’anzianità anagrafica di 58 anni per le lavoratrici dipendenti e di 59 anni per le lavoratrici autonome.

PENSIONE SOCIALE E PENSIONE DI CITTADINANZA

Sia l’assegno sociale (noto anche come pensione sociale) che la pensione di cittadinanza richiedono un’anzianità anagrafica di 67 anni. In entrambi i casi l’erogazione avviene anche se non si è versato alcun contributo in tutta la propria vita lavorativa. Bisogna invece aver avuto la residenza legale in Italia per almeno 10 anni.

COME SAPERE QUANTI CONTRIBUTI SI SONO VERSATI

Per sapere quanti contributi si sono versati si può consultare l’Estratto conto contributivo fornito dall’Inps. L’Estratto conto elenca sia i contributi obbligatori che, eventualmente, quelli figurativi e da riscatto che sono stati versati. Consente così di scoprire quanti contributi si hanno e quanti ne mancano per la pensione desiderata. E anche se sono stati omessi versamenti contributivi che dovevano essere effettuati.

Nel caso si siano svolti diversi lavori (come autonomo o libero professionista, come dipendente, come parasubordinato) e quindi si siano versati i contributi a diverse gestioni Inps (la gestione FPLD per lavoro dipendente, le apposite gestioni separate o speciali per lavoro autonomo, libere professioni e parasubordinati), l’Estratto elenca comunque tutti i contributi versati, specificando quali e quanti sono stati versati alle varie gestioni sotto cui si è ricaduti durante la propria vita lavorativa.

L’Estratto conto contributivo può essere consultato:

  • online, accendendo al sito dell’Inps (www.inps.it) tramite PiN;
  • contattando il contact center dell’Inps al numero 803164 (gratuito) da rete fissa o allo 06.164164 da rete mobile (con costi stabiliti dal proprio gestore di telefonia mobile);
  • rivolgendosi a Caf e patronati.

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