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Legge Fornero: come ha cambiato le pensioni

La legge Fornero è un punto di svolta di grande importanza nella storia delle pensioni in Italia. E' stata varata nel 2011 dal governo Monti.

di Carlo Sala 5 set 2019 ore 12:17

La legge Fornero ha cambiato le pensioni fissando nuove regole sull’età a cui si può andare in pensione e nuovi criteri in base ai quali calcolarne l’importo.

La legge Fornero non è esattamente una legge, ma è una delle norme contenute in un più ampio testo di legge: il decreto legge 6 dicembre 2011 n. 201 ("Disposizioni in materia di trattamenti pensionistici") varato dal governo di Mario Monti e convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. L'articolo 24 di quel testo di legge è noto come legge Fornero perché fu proposto dall’allora ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero.

LEGGE FORNERO: SOMMARIO

In cosa consiste la legge Fornero

La legge Fornero è nota anche come riforma Fornero perché ha cambiato le pensioni modificando anzitutto i precedenti criteri per il calcolo e l’erogazione.

Le novità più importanti sono tre:

  • aumento progressivo dell’età a cui si è ammessi a godere della pensione di vecchiaia;
  • applicazione più ampia del metodo contributivo nel calcolo della pensione dovuta a chi percepisce la pensione di anzianità;
  • revisione delle tipologie di pensione corrisposte, con introduzione della pensione anticipata al posto della pensione di anzianità.

Legge Fornero ed età pensionabile

elsa-forneroLa legge Fornero ha cambiato le pensioni in base al fatto che la vita si allunga sempre più. Per questo ha alzato progressivamente l'età a cui si può andare in pensione. Lo scopo è quello di evitare che l'aumento degli anni trascorsi in pensione possa creare uno squilibrio tra gli anni di lavoro e contribuzione e quelli di riscossione della pensione.

L’età pensionabile, quella a cui si può ottenere la pensione di vecchiaia, è identica, dal 2018, per gli uomini e per le donne. E non fa differenza aver lavorato come dipendente o come autonomo né aver lavorato nel settore pubblico o in quello privato. Ogni due anni l'età pensionabile aumenta di qualche mese, fino ad arrivare a 69 anni e 5 mesi nel biennio 2049-50.

Solo chi ha svolto lavori usuranti (indicati dal governo in provvedimenti successivi alla riforma), gode di un’età pensionabile diversa e può ottenere la pensione di vecchiaia un po’ prima. Anche in questo caso l'età pensionabile aumenta ogni 2 anni, fino ad arrivare a 69 anni nel biennio 2049-50.

Perché la legge Fornero ha creato il problema degli esodati

L'aumento dell'età a cui si può ottenere la pensione di vecchiaia ha creato il problema dei cosiddetti esodati. Molte persone che prima della legge Fornero avevano raggiunto l'età pensionabile e avevano smesso di lavorare si sono trovate senza pensione. Questo perché la legge ha spostato più avanti quell'età e perché quelle persone non avevano i requisiti necessari per avere pensioni diverse da quella di vecchiaia.

Il problema ha trovato una soluzione nel corso degli anni successivi, quando sono state approvate otto leggi di salvaguardia dedicate agli esodati. E negli anni le persone che hanno chiesto di essere ammesse alle leggi di salvaguardia sono state sempre meno.

Quando si può avere la pensione di vecchiaia

Per il 2019 e il 2020, l’età pensionabile è fissata in 67 anni (66 anni e 7 mesi per chi ha svolto lavori usuranti). La Quota 100 introdotta con la legge n. 26 del 27 marzo 2019 (conversione del decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019) consente però di diminuire tale età. Con Quota 100 chi ha versato contributi per almeno 38 anni può andare in pensione anche con solo 62 anni di età.

La pensione di vecchiaia viene riconosciuta dal primo giorno del mese successivo a quello di compimento degli anni richiesti per ottenerla. L'interessato resta comunque libero di richiedere tale pensione in un momento successivo della propria vita (entro i 70 anni).

Quanti contributi servono per la pensione di vecchiaia

Chi è in età pensionabile, per avere la pensione di vecchiaia deve anche avere versato contributi per almeno 20 anni. Chi ha diritto alla pensione di vecchiaia anticipatamente, per aver svolto lavori gravosi o usuranti, deve avere 30 anni di contribuzione.

Non è obbligatorio mettersi in pensione appena raggiunta l’età per farlo: la legge Fornero consente di lavorare fino a 70 anni. Più tardi si va in pensione, più alta sarà la pensione, perché più numerosi saranno i contributi versati. I lavoratori autonomi (ma non i dipendenti) possono inoltre percepire la pensione di vecchiaia anche se continuano a lavorare.

LEGGI ANCHE: Quanti anni servono per andare in pensione?

Come si calcola la pensione di vecchiaia

Esistono tre criteri per calcolare la pensione di vecchiaia: retributivo, contributivo e misto (noto anche come metodo pro-rata). Il metodo retributivo si basa sulle retribuzioni percepite quando si lavorava, soprattutto quelle (tendenzialmente più alte) degli ultimi anni di attività lavorativa. Quello contributivo prende invece in considerazione i contributi versati dall'inizio alla fine dell'attività lavorativa. Il metodo misto è un mix tra i due precedenti.

La legge Fornero prevede che tutte le pensioni siano calcolate col metodo contributivo a partire dall’1 gennaio 2012. La data però non deve ingannare. Il sistema contributivo vale non solo per chi ha iniziato a lavorare da quel giorno, ma anche per chi già aveva un lavoro e versava i contributi. Il metodo contributivo è infatti in vigore già dal 1995, quando fu introdotto con la cosiddetta riforma Dini (legge n. 335 dell’8 agosto 1995, dal nome dell’allora premier Lamberto Dini). Tale legge consentiva però a tutti coloro che al 31 dicembre 1995 avevano già versato contributi per almeno 18 anni di percepire una pensione di vecchiaia calcolata col metodo retributivo e non con quello contributivo.

La legge Fornero ha confermato che il metodo contributivo è il sistema generale di calcolo delle pensioni di vecchiaia. E ha sottoposto a tale metodo, a partire dall’1 gennaio 2012, anche chi prima ne era esentato. Quindi: chi fino al 31 dicembre 2011 ha visto calcolare la propria pensione di vecchiaia col metodo retributivo, dall’1 gennaio 2012 è sottoposto al metodo retributivo. Dunque quando cesserà di lavorare percepirà una pensione di vecchiaia il cui importo mensile risulterà dal calcolo effettuato con metodo retributivo per gli anni di lavoro fino al 2012 e con metodo contributivo per quelli successivi. Il metodo misto è proprio questo: un calcolo della pensione di vecchiaia in parte con metodo retributivo e in parte con metodo contributivo.

La pensione anticipata

La legge Fornero ha cambiato le pensioni eliminando la pensione di anzianità, riconosciuta a chi aveva almeno 57 anni di età. Al suo posto ha introdotto, dall’1 gennaio 2012, la pensione anticipata. Come già la pensione di anzianità, la pensione anticipata consente di andare in pensione prima dell’età della pensione di vecchiaia. La legge 26/2019 ha confermato, come già stabiliva la legge Fornero, che per godere della pensione anticipata occorre aver versato contributi per 42 anni e un mese, se uomini, e 41 anni e un mese, se donne. Ha però introdotto una finestra (intervallo) di 3 mesi tra il momento in cui si matura l’anzianità contributiva richiesta per quella pensione e il momento in cui la si comincia a riscuotere. L’importo della pensione anticipata è calcolato con il metodo misto.

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