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APE volontaria 2019: come funziona (requisiti, calcolo e domanda)

Ape volontaria è un anticipo sulla pensione di vecchiata. La si può ottenere per un massimo di 3 anni e 7 mesi fino al raggiungimento dell'età pensionabile.

di Carlo Sala 15 lug 2019 ore 12:46

ape-volontariaL’APE volontaria è l’anticipo della pensione a carico del futuro pensionato, e può essere chiesta da qualunque lavoratore. Soltanto i liberi professionisti che hanno una cassa previdenziale di categoria e coloro che risultano cattivi pagatori - di qualunque pagamento si tratti - sono esclusi.

Chiunque abbia 63 anni di età, 20 anni di contributi e distanza dalla pensione di vecchiaia di massimo 3 anni e 7 mesi può chiedere l’APE volontaria. E può farlo fino alla fine di quest’anno, a meno di ulteriori proroghe.

Diversamente dalle altre forme di anticipo pensionistico (social, aziendale, rosa), per chiedere l’APE volontaria non occorre trovarsi in particolari difficoltà. Come ad esempio disoccupazione, lavori gravosi, incentivo a lasciare l’azienda, essere madre lavoratrice con figli a carico.

APE VOLONTARIA: SOMMARIO

APE VOLONTARIA: COME FUNZIONA

L’APE volontaria è un prestito. Chi ottiene l’anticipo della pensione riceve infatti tale anticipo da un ente diverso dall’Inps. Si tratta di operatori finanziari, che di solito sono banche. E una volta andato in pensione chi ha ricevuto l'anticipo dovrà restituirlo a chi glielo ha fornito. Dalla pensione di vecchiaia mensile sarà quindi trattenuta la rata della somma da restituire, che l’Inps girerà automaticamente a chi ha fornito il prestito.

Il prestito è coperto da un’assicurazione che garantisce la restituzione della somma anticipata in caso di morte di chi ha ricevuto l’APE. Questa assicurazione viene ripagata allo stesso modo del prestito.

Per la concessione dell’anticipo pensionistico vengono svolte valutazioni sull’affidabilità del richiedente come si fa per ogni richiesta di prestito. Per questo chi non risulta in regola con pagamenti dovuti di qualsiasi tipo non può ottenere, di norma, l'anticipo volontario.

CHI PUO' CHIEDERLA

Per l'APE volontaria bisogna rispettare alcuni requisiti:

  • avere almeno 63 anni di età;
  • avere almeno 20 anni di contributi (anche figurativi o volontari);
  • raggiungere l’età pensionabile al più tardi entro i successivi 3 anni e 7 mesi;
  • non godere già di una pensione di vecchiaia, di anticipata, o di invalidità;
  • avere diritto a una pensione di vecchiaia che sia di almeno 1,4 volte maggiore rispetto alla pensione minima.

Nel 2019 la pensione minima è di 702 euro mensili, quindi chi chiede l’APE volontaria deve avere diritto a una pensione di vecchiaia di 982,8 euro, al netto delle trattenute per restituire l’APE.

APE VOLONTARIA E LAVORO

L'anticipo pensionistico volontario può essere chiesto anche se si continua a lavorare. O se si passa dal tempo pieno al part-time, e viceversa. Non importa se si lavora nel pubblico o nel privato, come dipendenti, autonomi o parasubordinati. Basta non essere liberi professionisti che godono di una cassa previdenziale di categoria.

COME VIENE EROGATA

Le parti coinvolte nell’erogazione dell’APE volontaria sono quattro:

  • il futuro pensionato che chiede l’anticipo;
  • l’Inps che gestisce la richiesta di anticipo e la restituzione delle somme anticipate;
  • una banca o altro operatore finanziario che fornisce l’anticipo;
  • un’assicurazione che garantisce la restituzione delle somme anticipate in caso di morte del beneficiario dell’APE volontaria.

L'anticipo volontario della pensione va chiesto all’Inps. Sarà infatti l’Inps a fare le trattenute sulla pensione di vecchiaia per restituire quanto ricevuto come anticipo. Si può invece indicare liberamente da quale operatore finanziario si vuole ricevere il prestito. E con quale assicurazione si vuole garantire la restituzione dello stesso. La scelta deve però ricadere su banche e assicurazioni aderenti alle due associazioni di categoria (ABI e ANIA) con le quali il governo ha stipulato gli accordi per consentire all’APE volontaria di funzionare.

QUANTO SI PUO' OTTENERE

L’APE volontaria viene concessa per un minimo di 6 mesi e un massimo di 3 anni e 7 mesi. L’erogazione termina quando si raggiunge l’età pensionabile. Se mancano più di 3 anni e 7 mesi alla pensione, infatti, non si può chiedere l’APE volontaria.

La durata dell'anticipo ne determina l’importo mensile. Più a lungo si gode dell’APE volontaria, minore sarà l’importo mensile dell’anticipo stesso. Più precisamente, l’anticipo mensile sarà pari a:

  • 75% della futura pensione di vecchiaia se l'anticipo è erogato per 36 mesi o più;
  • 80% della futura pensione di vecchiaia se l'anticipo è erogato per un periodo tra i 24 e i 26 mesi;
  • 85% della futura pensione di vecchiaia se l'anticipo è erogato per un periodo tra i 12 e i 23 mesi;
  • 90% della futura pensione di vecchiaia se l'anticipo è erogato per meno di un anno.

L’APE volontario garantisce un’erogazione mensile di almeno 150 euro. Sull’importo dell’anticipo volontario della pensione pesano però eventuali debiti che il futuro pensionato stia pagando. La somma dell’APE corrisposto e dei debiti a carico del futuro pensionato non può avere un valore superiore al 30% dell'importo della pensione di vecchiaia (al netto di eventuali rate per debiti erariali e assegni divorziali). Se si supera quel valore, l’importo mensile dell’anticipo pensionistico erogato diminuisce tanto quanto serve per non superare quel valore.

L’APE volontaria non è considerata reddito tassabile e non costituisce base imponibile per l’Irpef. Sugli interessi pagati per l’erogazione del prestito e sui costi dell’assicurazione del prestito stesso (intorno al 29%) si applica invece un credito di imposta fino al 50% dell’importo. Interessi e costi in questione sono resi noti dall’Inps tramite circolare (che per l’anno in corso manca ancora).

COME FARE LA DOMANDA

L’APE volontaria va chiesta all’Inps (gestione separata se lavoratori autonomi). Sono infatti le somme che l’Inps erogherà come pensione di vecchiaia a coprire la restituzione dell’anticipo.

I passaggi per chiedere l’APE volontario sono due. Il primo serve a ottenere il via libera dell’Inps alla richiesta. Il secondo a ottenere l’anticipo pensionistico.

All’Inps va anzitutto presentata domanda di certificazione del diritto all’APE volontario. La domanda può essere presentata secondo una di queste tre modalità:

  • online, accendo al sito dell’Inps tramite PIN dispositivo o Spid;
  • tramite numero verde: 803164 da rete fissa (senza costi alla risposta) e 06.164164 da rete mobile (costi alla risposta variabili a seconda del proprio gestore di telefonia mobile);
  • tramite Caf, patronati e intermediari abilitati.

L’Inps verifica che chi chiede l’APE volontario abbia i requisiti per ottenerlo. Rilascia quindi la certificazione del diritto all’anticipo pensionistico volontario e comunica anche l’importo minimo e massimo del prestito che si può avere. A quel punto, occorre inviare all’Inps la richiesta di accedere all’APE volontario.

LA DOCUMENTAZIONE DA INVIARE ALL'INPS PER L'APE VOLONTARIO

Ottenuto via libera a chiedere l’anticipo pensionistico, la richiesta all’Inps per avere l’APE volontario deve comprendere:

  • la domanda di pensione di vecchiaia (che assicura la restituzione dell’anticipo/prestito);
  • la domanda di finanziamento, cioè di erogazione dell’anticipo pensionistico;
  • e la domanda di assicurazione a copertura del prestito in caso di morte prima della restituzione dell’intero ammontare del prestito.

La domanda deve inoltre indicare:

  • l’operatore finanziario al quale si chiede di erogare l’anticipo pensionistico;
  • l’assicuratore al quale si chiede di garantire la restituzione di tale anticipo in caso di propria morte.

Una volta inviata, la domanda di APE volontario non può essere revocata.

L’operatore finanziario che eroga il prestito a sua volta trasmette all’Inps il contratto di prestito o la comunicazione del rifiuto del prestito (in quest’ultimo caso decade automaticamente anche la domanda di pensione presentata all’Inps). Il contratto di prestito è reso disponibile online al futuro pensionato. Entro 14 giorni dalla data di pubblicazione, il futuro pensionato può esercitare il diritto di recesso dal contratto di prestito.

COME SI RESTITUISCE L'APE VOLONTARIA

L’APE volontaria è l’anticipo della pensione a carico del futuro pensionato e viene restituita tramite trattenute sulla pensione di vecchiaia. La restituzione deve avvenire in 260 rate entro 20 anni, a partire dal primo mese in cui viene erogata la pensione di vecchiaia. L’Inps provvede alle trattenute sulle singole mensilità, tredicesime incluse. E’ quindi l’Inps a restituire le somme anticipate a chi le ha fornite. Chi ha ottenuto l’APE volontaria non deve fare nulla.

L’anticipo pensionistico può essere restituito anche prima delle 260 rate in 20 anni. In caso di morte prima della restituzione dell’intero anticipo scatta l’assicurazione sull’APE stesso. Le somme ancora da restituire saranno saldate dall’assicurazione. Come per qualsiasi prestito, anche per la restituzione delle somme ottenute come APE volontaria si applicano gli interessi (circa 2,85%). Tali interessi sono resi noti dall’Inps tramite circolare (che per il 2019 ancora manca).

Quando il prestito è stato interamente restituito, la pensione di vecchiaia erogata ammonterà all’intera cifra cui si ha diritto in base alla legge Fornero, senza trattenute.

Per sapere quanto si può avere come APE volontaria e quanto si vedrà trattenuto sulla propria futura pensione si può utilizzare il simulatore fornito dall’Inps a questa pagina.

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