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Pensione di vecchiaia 2019 (e come cambia l'età pensionabile)

Quando in pensione di vecchiaia? Dipende dall'età e dagli anni di contribuzione. La prima cambierà nei prossimi anni. I secondi devono essere almeno 20.

di Carlo Sala 28 giu 2019 ore 09:09

pensione-di-vecchiaia-2019La pensione di vecchiaia spetta ha chi ha raggiunto l'età in cui può smettere di lavorare. Sembra ovvio, ma non è così. Tutte le pensioni, infatti, si ricevono quando si smette di lavorare. Ma la pensione di vecchiaia non va confusa con le altre, alle quali si ha diritto per aver smesso di lavorare per motivi diversi dal raggiungimento dell’età pensionabile.

LEGGI ANCHE: Pensione anticipata 2019: requisiti, calcolo e domanda

PENSIONE DI VECCHIAIA ED ETA' PENSIONABILE: SOMMARIO

A CHI SPETTA

Ha diritto alla pensione di vecchiaia chi abbia svolto un lavoro, non importa se uomo o donna, se nel settore pubblico o in quello privato, se come dipendente/subordinato o come autonomo o come parasubordinato.

I requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia sono due:

  • aver raggiunto l’età pensionabile (prestabilita fino al 2050 dalla legge Fornero),
  • aver versato contributi per almeno 20 anni.

PENSIONE DI VECCHIAIA E LAVORI USURANTI

In base alla legge Fornero la pensione di vecchiaia matura a un’età identica per tutti, qualunque sia il loro sesso, il settore in cui hanno lavorato e la qualifica che avevano. Esiste un'unica eccezione, per chi abbia svolto lavori gravosi o usuranti, individuati rispettivamente dall’allegato B della legge n. 205 del 2017 e dalla legge n. 67 del 2011. Questo tipo di lavoratori gode di uno sconto sull’età pensionabile.

Sono lavori gravosi quelli svolti da:

  • addetti alla concia di pelli e pellicce;
  • addetti ai servizi di pulizia;
  • addetti spostamento merci e/o facchini;
  • conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
  • conducenti treni e personale viaggiante in genere;
  • guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
  • infermieri o ostetriche che operano su turni;
  • maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia;
  • operai edili o manutentori di edifici;
  • operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti;
  • chi cura, per professione, persone non autosufficienti;
  • lavoratori marittimi;
  • pescatori;
  • operai agricoli;
  • operai siderurgici.

Sono lavori usuranti:

  • i lavori svolti in galleria, cava, miniera, cassoni ad aria compressa;
  • i lavori svolti dai palombari;
  • i lavori ad alte temperature;
  • i lavori legati alla lavorazione del vetro cavo;
  • i lavori espletati in spazi ristretti;
  • i lavori di asportazione dell’amianto;
  • i lavori notturni;
  • i lavori alla linea di catena;
  • i lavori di conduzione di veicoli pesanti del trasporto pubblico.

Per chi ha svolto lavori gravosi o usuranti, gli anni di contributi versati devono essere almeno 30. E raggiunti i 30 anni di contribuzione si può andare in pensione di vecchiaia anche se non si è raggiunta l’età pensionabile valida per gli altri lavoratori. I lavori gravosi o usuranti devono essere stati svolti in 6 degli ultimi 7 anni di lavoro, oppure in 7 degli ultimi 10 anni.

COME CAMBIERA' L'ETA' PENSIONABILE

L’età per smettere di lavorare e andare in pensione aumenta ogni due anni. La legge Fornero richiede che chi voglia ottenere la pensione di vecchiaia debba avere:

  • 67 anni nel biennio 2019-2020 (il 67esimo compleanno deve cadere tra l’1 gennaio 2019 e il 31 dicembre 2020), che scendono a 66 anni e 7 mesi per chi ha svolto lavori gravosi o usuranti;
  • 67 anni e 3 mesi nel biennio 2021-22 (66 anni e 10 mesi per chi ha svolto lavori gravosi o usuranti);
  • 67 anni e 4 mesi nel biennio 2023-24 (66 anni e 11 mesi in caso di lavori gravosi o usuranti);
  • 67 anni e 6 mesi nel 2025-26 (67 anni e 1 mese);
  • 67 anni e 8 mesi nel 2027-28 (67 anni e 3 mesi);
  • 67 anni e 10 mesi nel 2029-2030 (67 anni e 5 mesi);
  • 68 anni nel 2031-32 (67 anni e 7 mesi);
  • 68 anni e 2 mesi nel 2033-34 (67 anni e 9 mesi);
  • 68 anni e 4 mesi nel 2035-36 (67 anni e 11 mesi);
  • 68 anni e 5 mesi nel 2037-38 (68 anni);
  • 68 anni e 7 mesi nel 2039-2040 (68 anni e 2 mesi);
  • 68 anni e 9 mesi nel 2041-42 (68 anni e 4 mesi);
  • 68 anni e 11 mesi nel 2043-44 (68 anni e 6 mesi);
  • 69 anni e 1 mese nel 2045-46 (68 anni e 8 mesi);
  • 69 anni e 3 mesi nel 2047-48 (68 anni e 10 mesi);
  • 69 anni e 5 mesi nel 2049-2050 (69 anni).

COME SI CALCOLA LA PENSIONE DI VECCHIAIA

Dall’1 gennaio 2012 tutte le pensioni di vecchiaia sono calcolate col metodo contributivo. Questo significa che l’ammontare della pensione che si prenderà dipende dai contributi versati da quella data (2012) fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Per il periodo precedente quella data l’ammontare della pensione dipenderà dalla situazione entro cui si ricade. E cioè da una di queste tre:

  • ogni lavoratore che abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 avrà una pensione interamente calcolata col metodo contributivo (meno generoso di quello retributivo, che si basa sulle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro, di solito più alte);
  • il lavoratore che in base alla riforma Dini (legge n. 335 dell’8 agosto 1995, dal nome dell’allora premier Lamberto Dini) aveva diritto a una pensione di vecchiaia calcolata con metodo retributivo (perché già al 31 dicembre 1995 aveva versato contributi per almeno 18 anni) avrà una pensione calcolata col metodo misto: retributivo fino a tutto il 2011 e contributivo dal 2012 al ritiro dal lavoro;
  • chi al 31 dicembre 1995 aveva meno di 18 anni di versamenti contributivi avrà una pensione calcolata con metodo misto: retributivo fino al 31 dicembre 1995 e contributivo dall’1 gennaio 1996 all’età pensionabile.

Gli iscritti all’Inps possono ottenere un calcolo dell’importo della propria pensione sfruttando il servizio ‘La Mia Pensione INPS’ disponibile sul sito dell’ente (www.inps.it).

LEGGI ANCHE: Calcolo pensione netta dalla pensione lorda

QUANDO SCATTA LA PENSIONE DI VECCHIAIA

La pensione di vecchiaia spetta ha chi ha raggiunto l'età pensionabile e matura dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è raggiunta quell’età. Chi ha raggiunto l’età pensionabile non è obbligato a chiedere la pensione. Può anche decidere di andare in pensione anche più in là (non oltre i 70 anni) e ottenere così una pensione di vecchiaia più ricca, perché avrà più anni di contributi versati.

PENSIONE DI VECCHIAIA E LAVORO

Il lavoratore autonomo o parasubordinato può anche continuare a lavorare, fino ai 70 anni, anche se ha già ottenuto la pensione. Se invece si va in pensione dopo essere stati lavoratori dipendenti, si può intraprendere un nuovo lavoro e nello stesso tempo, fino ai 70 anni, percepire la pensione di vecchiaia. Se si rinvia il ritiro dal lavoro, la pensione di vecchiaia viene erogata dal primo giorno del mese successivo a quello di cessazione dell’attività.

COSA SUCCEDE SE SI HANNO POCHI CONTRIBUTI

Se si arriva all’età pensionabile senza avere gli anni di contribuzione richiesti (20), l’erogazione della pensione di vecchiaia scatta dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si raggiungono i 20 anni di contribuzione. Per il raggiungimento dei 20 anni di versamenti contributivi si tiene conto anche dei contributi figurativi e di quelli volontari.

Qualsiasi lavoratore che non abbia versato contributi può ottenere l’assegno sociale (la vecchia pensione sociale, riformata nel 1996). Oltre ad aver raggiunto la stessa età pensionabile valida per la pensione di vecchiaia, per l’assegno sociale occorre avere anche un reddito basso o nullo. Chi non ha versato contributi, infatti non dovrebbe aver lavorato e dunque non dovrebbe avere reddito.

COME SI CHIEDE LA PENSIONE DI VECCHIAIA

La pensione di vecchiaia va chiesta all'Inps o alla cassa di previdenza professionale di appartenenza. Chi riceve la domanda, valuterà la presenza dei requisiti per concederla e farà i calcoli necessari a fissare l'importo da erogare.

La pensione scatta dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sono maturati entrambi i requisiti di età e contribuzione necessaria. Ma chi chiede la pensione può anche scegliere di farla scattare dal primo giorno del mese successivo a quello in cui ha presentato la richiesta.

La richiesta all'Inps va presentata secondo una tra queste 3 modalità:

  • accedendo direttamente al sito online dell'Inps (occorre avere il PIN dispositivo dell’Inps);
  • contattando il numero verde dell'Inps, attivo 24 ore su 24 anche nei giorni festivi: al numero 803164 da rete fissa, senza costi di chiamata; e al numero 06 164164 da rete mobile, con costi variabili a seconda dell'operatore di telefonia;
  • rivolgendosi a commercialisti, Caf, o patronati.

Deve presentare domanda all'Inps anche chi sia iscritto alla Gestione Separata della stessa Inps, cioè chi svolge un lavoro (di norma autonomo) in un settore per il quale non esiste una cassa previdenziale di categoria.

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