Investire dopo l'intervento della BCE
Dopo l'intervento della BCE della scorsa settimana, cambia di nuovo il modo di investire. Ora è interessante considerare l'investimento nelle borse italiana ed europea e nel settore delle utility e nel bancario.
di Giacomo Saver 11 set 2012 ore 10:28La BCE ha fatto quello che avrebbe dovuto fare l'imminente fondo ESM: garantire il sostegno ai titoli del debito pubblico comprando gli stessi sul mercato al fine di calmierare lo spread. Se ciò riguarderà solo i bond con scadenza non superiore a tre anni, è bene ricordare come la notizia abbia avuto un forte impatto su tutte le scadenze e come inciderà sulle scelte di investimento dei risparmiatori.
Il primo effetto che si è già realizzato è un rialzo dei prezzi dei BTP lungo tutte le scadenze, ed in particolare su quelle brevi. Questo ha significato, per converso, una riduzione del rendimento che dipende non solo dagli interessi pagati ma anche dal prezzo di acquisto dei singoli titoli:
Il secondo effetto, meno immediato ma inevitabile nel corso delle prossime settimane, sarà il calo dei rendimenti dei buoni postali fruttiferi e dei conti deposito. I loro tassi sono destinati a calare mano a mano che passerà il tempo e le tensioni sul mercato obbligazionario scenderanno. Ma allora che cosa può fare chi intende investire oggi una certa cifra?
I BTPi - Il mercato obbligazionario non è efficiente come la teoria accademica predica da tempo e la notizia dell'intervento della BCE non ha avuto ovunque lo stesso impatto. Così se i BTP sono saliti subito di prezzo, i BTP indicizzati all'inflazione hanno avuto un comportamento molto meno reattivo. E' possibile, sulle scadenze lunghe, arrivare anche al 3 – 3,50% di rendimento netto reale, ossia da aggiungere al tasso di inflazione. Ovviamente con il trascorrere del tempo anche il rendimento dei BTP indicizzati è destinato a calare per allinearsi a quello dei BTP “tradizionali”, ma ora è ancora possibile trovare delle buone occasioni, in termini di rendimento.
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La Borsa - Oltre ai titoli di debito, anche le borse trarranno beneficio dall'intervento calmierante della BCE. In particolare a trarre i vantaggi maggiori saranno il settore delle utility, il bancario e la bistrattata borsa italiana. Il motivo è semplice. Anzitutto gli investitori a caccia di rendimenti si accorgeranno presto che i BTP non sono più così attraenti come erano fino a poche settimane fa ed inizieranno a cercare lidi alternativi verso i quali dirigere la liquidità. I corporate bond e i titoli denominati in valute extra euro sono ormai molto cari, ed il loro rendimento non è più interessante per chi voglia ottenere guadagni soddisfacenti. Inoltre il rasserenamento dello scenario relativamente alle sorti della moneta unica implica un notevole rischio di cambio. I fenomeni appena esaminati finiranno per “travasare” liquidità a favore della borsa, le cui basse valutazioni la rendono particolarmente conveniente. A livello europeo, poi, il venire meno dei timori di un euro collasso ha fatto già ripartire il trend rialzista sull'indice DJ Eurostoxx.
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Mentre l'ETF che replica un intero indice è la via maestra per investire con saggezza, chi vuole correre qualche rischio in più potrà investire snelle utilities italiane, ossia nelle aziende che erogano servizi pubblici, o nelle banche. L'intervento della BCE comporterà, infatti, una riduzione dei tassi di interesse pagati dalle aziende verso il sistema bancario ed il mercato obbligazionario, per cui queste imprese – parecchio indebitate – avranno un impatto positivo immediato a livello di utile di bilancio.
Inoltre oggi le quotazioni dei listini italiano ed europeo in generale è particolarmente conveniente, per cui il rischio di ulteriori ribassi è limitato.
D'altro canto, cercare di ottenere rendimenti più elevati in abito obbligazionario rischia di diventare una trappola. Gli unici bond che pagano interessi elevati sono quelli che presentano un rischio emittente particolarmente elevato.
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Quindi, con tutti i distinguo del caso, possiamo dire che la borsa (o meglio le borse se consideriamo congiuntamente quella italiana ed europea) presenta oggi un profilo di rischio/rendimento più favorevole di quello dei bond. Per chi ha sangue freddo, il settore bancario italiano presenta infine opportunità interessanti. La contrazione dello spread, infatti, non solo ridurrà il costo della raccolta, ma farà crescere il valore dei titoli di stato che gli istituti hanno in portafoglio, con un benefico effetto sugli utili. Inoltre le quotazioni di alcuni istituti sono così depresse da essere inferiore addirittura al valore patrimoniale delle aziende stesse. Occorre però dire che il settore bancario sta attraversando un momento particolare, per cui chi volesse investire oggi parte delle proprie disponibilità in un titolo di questo tipo dovrà prestare molta attenzione alla scelta dell'azione “giusta”.
Giacomo Saver
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