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Glossario dei titoli di stato italiani

I titoli di stato sono strumenti efficienti per investire i propri risparmi: hanno un funzionamento semplice, non presentano costi nascosti e sono oggi estremamente redditizi, anche se rischiosi.

di Giacomo Saver 12 ott 2016 ore 15:10

I titoli di stato sono una buona opportunità di investimento per gli investitori che non vogliono rischiare troppo. A patto di portare i titoli a scadenza, è infatti difficile che l'emittente fallisca e non ripaghi il debito. Difficile ma, come abbiamo visto per Argentina, Islanda e Grecia, non impossibile. E' possibile investire su titoli di stato italiani e su titoli di stato di altri paesi. In questo articolo esamineremo i principali titoli di stato in cui è possibile investire i propri risparmi.

 

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I Buoni Ordinari del Tesoro (BOT)

Sono titoli a breve termine la cui durata, al momento dell'emissione, è pari a 3, 6 e 12 mesi. Occasionalmente sono stati emessi titoli con durate più brevi, ad esempio un solo mese. Le aste dei BOT semestrali ed annuali avvengono regolarmente ogni mese, mentre i trimestrali sono offerti in funzione delle esigenze contingenti del Tesoro. Caratteristica principale dei BOT è quella di essere titoli di 'puro sconto' nel senso che la remunerazione corrisponde alla differenza tra il prezzo pagato al momento dell'acquisto (inferiore a 100, percentualmente) e il valore nominale che, invece, è sempre fatto pari al 100%. Da questo punto di vista i Buoni sono titoli 'zero coupon' poiché non pagano cedole periodiche. Gli interessi sono incassati in un'unica soluzione al momento della scadenza. Poiché l'imposta sui proventi è anticipata, il risparmiatore incasserà l'esatto valore nominale allo spirare del titolo senza subire riduzioni.

I Certificati di credito Zero Coupon (CTZ)

Sono idealmente identici ai BOT a parte due differenze:

  • la loro durata è più lunga (24 mesi al momento dell'emissione);
  • l'imposta sugli interessi è pagata alla fine, con il risultato che l'importo incassato alla scadenza sarà pari al valore nominale del titolo al netto dell'imposta sostitutiva sulla differenza tra valore nominale e prezzo di emissione.

Il vantaggio dei CTZ, analogamente ai BOT, è quello di non rendere necessario il reinvestimento degli interessi. Poiché questi ultimi, di fatto, non sono pagati periodicamente è come se venissero reinvestiti nello stesso titolo, ottimizzando il rendimento finale poiché non si creano somme liquide non re impiegabili. I CTZ sono emessi con periodicità mensile.

I BTP Italia

I BTP Italia sono titoli di stato della durata fissa di quattro sei o otto anni, al momento dell'emissione, che offrono un tasso di interesse costante nel tempo, più una maggiorazione per compensare il deprezzamento del potere di acquisto della moneta nel tempo. I BTP Italia permettono al risparmiatore di effettuare un investimento indicizzato al costo della vita, poiché le cedole pagate dal titolo ed il valore nominale incassato a scadenza saranno agganciati entrambi all'indice FOI (famiglie operai ed impiegati) espressivo dell'inflazione italiana.

I Certificati di Credito del Tesoro (CCT)

Sono titoli aventi durata, al momento dell'emissione, di 7 anni. Pagano degli interessi posticipati in rate semestrali. La remunerazione dei CCT è formata, come per tutti i titoli che corrispondono interessi periodici, da due componenti:

  • la 'cedola' che corrisponde alla rata di remunerazione;
  • •    lo 'scarto di emissione' ossia la differenza tra il prezzo di sottoscrizione (o di acquisto) ed il valore nominale (al netto dell'imposta sostitutiva).

Mentre la seconda voce dipende dalle oscillazioni di prezzo, le cedole dei CCT sono variabili a seconda dell'andamento del rendimento dei BOT. Ogni rata di interesse pagata sarà pari, infatti, al rendimento dei BOT semestrali rilevato nell'asta che precede l'inizio di maturazione della stessa, più una maggiorazione (definita spread). Una variante dei CCT nata nel 2010 è quella dei CCTeu la cui remunerazione è indicizzata all'andamento del tasso Euribor a sei mesi in luogo di quello dei BOT. I CCT sono emessi con periodicità mensile.

I Buoni Poliennali del Tesoro (BTP)

Sono titoli a tasso fisso aventi durata, al momento dell'emissione, pari a 3,5,10,15 e 30 anni. Gli interessi, corrisposti in misura fissa, sono pagati ogni sei mesi. Analogamente ai CCT, i frutti dei BTP sono rappresentati oltre che dai proventi pagati anche dalla differenza tra il prezzo di acquisto ed il valore nominale a scadenza. Il fatto che le cedole dei BTP non possano adeguarsi ai nuovi livelli di remunerazione pagati dal mercato, fa sì che il loro prezzo oscilli in modo più violento rispetto ai CCT. L'entità delle oscillazioni (che hanno segno opposto alla variazione nei tassi di interesse) è direttamente proporzionale alla durata del titolo. Per questo motivo, in linea generale, è bene limitare la durata dei BTP su cui si desidera investire. Nel manuale l'investimento perfetto  consiglio di 'fermarsi' a 5-7 anni per gestire questo rischio. I BTP sono emessi due volte al mese, a seconda delle scadenze.

I Buoni Poliennali indicizzati all'inflazione (BTPi)

Sono titoli aventi durata pari, all'emissione, a 5,10,15 e 30 anni. Sono del tutto simili ai BTP con una differenza importante: gli interessi pagati e il capitale rimborsato sono rivalutati per compensare la perdita del potere di acquisto della moneta nel corso del tempo. Possiamo dire che i BTPi pagano interessi variabili, in termini nominali – ovvero di somme accreditate in conto corrente – e costanti in termini reali – ossia le somme corrisposte mantengono lo stesso potere di acquisto nel tempo. Il tasso di interesse indicato nella denominazione del titolo è quindi il tasso reale, che sarà poi 'trasformato' in quello effettivamente pagato grazie all'utilizzo di appositi 'coefficienti di indicizzazione'. La trattazione di questi strumenti così affascinanti ed utili è troppo complessa per poter essere affrontata in questa sede. Il lettore interessato potrà sviscerarne ogni aspetto in altra sede.   Giacomo Saver http://www.segretibancari.com

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