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Assemblea di condominio, riflessioni

di Oreste Terracciano
Premesso che le assemblee di condominio si devono convocare sia in prima convocazione che in seconda convocazione se la prima dovesse essere disertata, per una prassi consolidatasi negli anni, la prima si convoca in orari impossibili come, per fare un esempio, alle ore 23,00, oppure alle ore 8,00, orari in cui è pressoché impossibile presenziare, ma tutto questo ha una logica, in quanto se si dovesse convocare in orari plausibili, non si riuscirebbe mai, dicasi MAI a convocarne una.

In prima convocazione è necessaria questa maggioranza per affermare che l’assemblea è regolarmente costituita: 2/3 dei partecipanti i quali devono rappresentare 666,67 millesimi, anche se l’ex articolo 1136 del codice civile, al comma successivo chiarisce che se l’assemblea non può deliberare per mancanza di numero, l’assemblea di seconda convocazione delibera in un giorno successivo a quello della prima e, in ogni caso, non oltre 10 giorni dalla medesima; detto articolo aggiunge, inoltre, che la deliberazione è valida se riporta un numero di voti che rappresenti 1/3 dei partecipanti al condominio e almeno 1/3 del valore dell’edificio, dicasi 333,34 millesimi.

Quindi tra la prima convocazione e la seconda convocazione c’è letteralmente un ABISSO, da qui la ridicolezza di convocare la prima in orari impossibili, quasi a voler dire: Condomino, non si presenti perché non si farà alcuna assemblea!

Detto questo ci sono riflessioni da fare in merito alla consuetudine di nominare il PRESIDENTE, colui il quale dovrà non solo controllare la regolarità delle convocazioni, ma dovrà soprattutto dettare i tempi di intervento per ogni argomento all’ordine del giorno, facendo bene attenzione a tutte le varie fasi di svolgimento delle discussioni, annotando anche i nominativi di quei condomini che, per vari motivi, si allontanano prima della conclusione dei dibattiti, particolare di fondamentale importanza in quanto incide sulle maggioranze successive all’allontanamento.

Il Presidente dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere scelto tra i condomini presenti, per alzata di mano, invece, il più delle volte si sceglie la persona meno indicata, vale a dire il condomino ”sapientino – rompino”, per cui tutto si complica perché, in pratica, è soltanto lui a parlare, proprio come se volesse imporre la sua volontà agli altri presenti.

Già, ritengo che sia proprio un’imposizione, soprattutto se si considera che l’assemblea è quasi sempre, ma escluderei il quasi, SILENTE, ovvero si adegua e, per quieto vivere, propende sempre per le tesi del sapientino.

E’ una posizione di comodo direi, visto che le assemblee sono dei veri campi di battaglie senza sosta, dove si va opportunamente “armati” di astio, di rancore, quando poco prima lo stesso o gli stessi condomini dialogavano cordialmente tra loro.

Finzione prima e realtà dopo?

Di sicuro si può certamente affermare che quasi sempre le assemblee si concludono con sole labili promesse, quindi con rinvii continui. Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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