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I tagli, le tasse (e gli sconti del fisco) della legge di stabilità

Irpef giù, Iva su (ma meno del previsto) e pubblica amministrazione a stecchetto nella misure di bilancio che entro il 15 ottobre Monti porterà in Parlamento

di Carlo Sala 10 ott 2012 ore 11:51
Un tempo si chiamava legge finanziaria, oggi legge di stabilità, ma la sostanza è sempre quella: si tratta delle regole per il bilancio annuale e pluriennale dello Stato, del documento principale che il governo predispone – e sottopone poi al via libera del Parlamento - per regolare la vita economica del nostro paese, con indicazioni sulle modalità attraverso cui sarà speso il denaro pubblico e su quelle attraverso cui saranno reperiti i fondi necessari per gli investimenti.

In base all’articolo 81 della Costituzione il governo deve infatti ottenere un’autorizzazione a spendere e tassare e quest’autorizzazione deve essere fornita da una legge del Parlamento, la legge di stabilità appunto. Ancor più importante dopo l’adozione del Fiscal Compact – perché di fatto contiene gli impegni per attenersi alla disciplina dei conti pubblici stabilita dalla Ue – la legge di stabilità va presentata al Parlamento entro il 15 ottobre di ogni anno. Per questo le misure per il 2013 e le previsioni pluriennali di bilancio per il 2013-15 hanno costretto i ministri a fare le ore piccole, discutendo per circa 7 ore e mezza.

Confermato per la fine del 2013 il pareggio di bilancio (che molti vedono difficile da conseguire per quella data, per via di un Pil le cui previsioni di crescita vengono costantemente riviste al ribasso), le misure adottate riguardano tanto le entrate (tasse) che le uscite (spese pubbliche). Di seguito i provvedimenti sul fronte delle entrate.

Riduzione Irpef - L’Irpef viene ridotta dell’1% per le fasce di reddito tra 0 e 15mila euro l’anno (si pagherà il 22% anziché il 23%) e tra 15mila e 28mila euro (aliquota del 26% e non più del 27%). L’applicazione del prelievo Irpef viene estesa anche alle pensioni di guerra e di invalidità mentre le somme che potranno essere detratte dalla base su cui si calcola l’Irpef stessa non potranno essere inferiori a 250 euro, in alcuni casi, e non potranno comunque essere mai superiori ai 3mila euro (per esemplificare: chi spende parte del proprio reddito per alcune attività si vede riconosciute delle agevolazioni: se un privato ristruttura casa, il 36% di quanto ha speso per quell’intervento viene esentato dal prelievo Irpef, ma se quel 36% è superiore ai 3mila euro, la parte eccedente i 3000 euro stessi d’ora in poi  rientrerà nella base imponibile a fini Irpef).

Aumento Iva - L’aliquota Iva viene aumentata dell’1% (dal 10% all’11% e dal 21% al 22%). La misura ha suscitato qualche ilarità in chi ritiene che il governo così facendo si riprenda con la mano sinistra più di quanto ha concesso con la mano destra (riduzioni Irpef), ma l’aumento dell’Iva a giugno prossimo era nell’aria da tempo ed era previsto del 2%. Noblèsse oblìge, Palazzo Chigi s’è detto speranzoso che da qui a giugno si possa rinunciare anche a questo aumento dimezzato.

Tobin Tax - Le transazioni finanziarie verranno tassate secondo quanto stabilirà l’Unione europea con l’applicazione concreta della Tobin Tax. Non saranno però sottoposti a prelievo le rendite dei titoli di Stato, che in questo modo acquistano una maggior appetibilità rispetto ad altri canali di investimento. E arriva la possibilità di fare erogazioni liberali al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato con tanto di sconto fiscale pari al 19% dell'imposta lorda.

Aumenti salariali aziendali
- Gli aumenti salariali aziendali saranno tassati al 10% entro il limite di 3.000 euro lordi (la misura vale oltre un miliardo nel 2013 e poco meno della metà nel 2014).

Intercettazioni telefoniche - le intercettazioni telefoniche saranno sottoposte a una flat tax (che dovrebbe renderle meno costose).

La parte più consistente della manovra è la spending review, cioè le misure sulle uscite. Già avviata lo scorso 5 luglio sulla base delle linee guida approntate dal commissario governativo ad hoc Enrico Bondi – razionalizzazione dei costi ed efficientamento della pubblica amministrazione -  la spending review entra con la legge di stabilità nella fase 2 (la fase 1, quella estiva, dovrebbe produrre circa 4,4 miliardi di minori spese per il 2012, 10,3 miliardi per il 2013 e 11,2 miliardi per il 2014). Obiettivo della fase 2 è aggredire altri 50 miliardi di spese pubbliche, così ripartiti: 11 miliardi per l’acquisto dei farmaci, 7 per i sistemi medici e 32 per gli investimenti. Di seguito cosa si prevede per risparmiare.

Sistema sanitario - Un taglio di 1,5 miliardi al fabbisogno del sistema sanitario nel suo complesso (grazie alla razionalizzazione delle provviste farmaceutiche, appunto).

Università ed enti di ricerca - Limiti rispettivamente del 3% e 4% agli incrementi annui al proprio budget da parte di università ed enti di ricerca.

Consulenze, immobili e demanio pubblico - Tagli alle consulenze informatiche e alle spese per le auto e l’affitto e  gestione di immobili dello Stato mentre procede in parallelo la dismissione di beni del pubblico demanio attraverso fondi immobiliari.

Illuminazione pubblica - Rinnovamento della rete di pubblica illuminazione, in collaborazione con l’associazione Cielobuio, con l’adozione di luci meno inquinanti e dispendiose (un po’ l’equivalente dell’archiviazione da settembre dei vecchi sistemi di illuminazione domestica).

Blocco contratto statali - La conferma del blocco del contratto degli statali fino al 2014 (l'indennità di vacanza contrattuale tornerà nel 2015 e sarà calcolata sulla base dell'inflazione programmata).

Enti locali - Il rafforzamento dei controlli sui bilanci locali da parte di Corte dei conti, Ragioneria generale dello Stato e Guardia di Finanza e l’istituzione di un Commissario anticorruzione che sarà messo a capo della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (quest’ultima lavorerà con la Guardia di Finanza e potrà richiedere indagini e accertamenti all’Ispettorato per la funzione pubblica).

Regioni a statuto speciale - Aumento di un miliardo dei tagli lineari alle Regioni a statuto speciale.

Quote latte - Ripristino dell’affidamento ad Equitalia della riscossione delle multe per sforamenti delle quote latte.

Patronati - Tagli ai patronati per 30 milioni nel 2014 e altrettanti nel 2015.

A costo di malumori delle Regioni, sul fronte spese si può effettivamente dire che il verbo di Bondi si è fatto legge. Anche per una serie di altre misure come lo stanziamento di 800 e 300 milioni rispettivamente per ferrovie e strade.

Altre misure
- Tra le altre misure spicca la stretta sui permessi per il disabile o per la cura di parenti affetti da handicap, previsti dalla legge 104/: la retribuzione per i giorni di permesso (3 al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie dello stesso dipendente pubblico per l'assistenza ai figli o al coniuge. Sono esclusi dal pagamento intero quindi i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili. Confermato che la Chiesa e le altre organizzazioni no profit saranno sottoposte a Imu dal 2013 per le attività collaterali alle loro finalità principali dalle quali ricevano introiti. Verrà approntato un fondo da 100 milioni, per il 2013, a favore dei lavoratori esodati (come ha reso noto il ministro dell’Economia Lugi Grilli) e saranno reperiti 40 milioni nel 2013 per la manutenzione degli aerei anti-incendio e 58 milioni, in 3 anni, per il contributo italiano alle spese della Nato. Infine un disegno di legge costituzionale (quindi con doppia lettura a distanza di almeno 3 mesi da parte dei 2 rami del Parlamento) provvederà ad armonizzare le leggi nazionali e le leggi che le Regioni possono adottare nell’ambito della loro autonomia istituzionale, evitando quindi che il sovrapporsi ed incrociarsi delle competenze dell’uno e delle altre generino costi superflui.

Il ministro Grilli ha stimato in almeno 12 miliardi la portata della manovra, oltre metà della quale (6,5 miliardi) a suo dire dedicata a evitare il rincaro dell’Iva del 2% e possibilmente anche dell’1% da giugno prossimo.

Carlo Sala





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