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Deflazione

E' la riduzione generalizzata del livello dei prezzi. A prima vista può sembrare una cosa positiva, perché aumenta il potere d'acquisto della moneta. Ma nel medio periodo può spingere l'economia in recessione.

di Marco Delugan

E’ la riduzione generalizzata e prolungata nel tempo del livello dei prezzi. Le cause della deflazione possono essere diverse. Come la riduzione della domanda di beni e servizi, l'aumento dell’offerta e lariduzione dei prezzi dei fattori produttivi (lavoro, capitale, materie prime).

Con la deflazione, il valore reale del denaro aumenta. Ad esempio: se il prezzo di un bene cala, con la stessa quantità di denaro se ne può acquistare di più.

LE CONSEGUENZE DELLA DEFLAZIONE

Se a prima vista può sembrare un bene, a lungo andare può diventare un problema serio.

Di fronte a prezzi in calo, consumatori e imprese possono decidere di rimandare acquisti e investimenti. Questa ulteriore riduzione della domanda porterà a una diminuzione del livello di attività economica, della produzione e dell’occupazione. Tutto questo può spingere l’economia in una pericolosa spirale recessiva di difficile soluzione.

Una situazione di questo tipo può diventare particolarmente difficile per i paesi con un alto livello di indebitamento, pubblico o privato che sia. Gli interessi sul debito rimarrebbero infatti inalterati, e con redditi minori diventerebbero ancora più difficili da pagare. Che siano sul mutuo o sul debito pubblico.

E con il prodotto interno lordo in calo, il rapporto debito/pil cresce, rendendo il paese sempre meno affidabile agli occhi dei mercati finanziari. Il rapporto debito/pil è importante perché definisce la capacità di un paese di pagare i propri debiti.

BANCHE CENTRALI E DEFLAZIONE

Le banche centrali hanno fondamentalmente tre strumenti per tentare di riportare i prezzi a un ritmo di crescita più sano. E cioè la riduzione dei tassi di interesse, la forward guidance e il Quantitative Easing. Gli ultimi due sono considerati strumenti “non convenzionali”. Si ritiene che il tasso di inflazione desiderabile sia intorno al 2% annuo.

Riducendo il tasso di interesse con cui le banche centrali prestano soldi alle altre banche, queste ultime possono essere incentivate a prendere in prestito maggiori quantità di denaro. E a immetterlo nell’economia favorendo consumi e investimenti.

La forward guidance è una strategia di comunicazione pubblica. Con la forward guidance le banche centrali promettono ai mercati di mantenere basso il tasso di interesse per un periodo prolungato in modo da generare attese di inflazione che possono spingere consumatori e imprese a ricominciare a spendere.

Con il Quantitative Easing, le banche centrali acquistano titoli pubblici e/o privati in modo da immettere denaro nel sistema. Nel caso di acquisto di titoli pubblici, il QE contribuisce a tenere bassi i tassi di interesse sul debito.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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