L’ozio dei benestanti
Io, consumatore benestante, affrancato dal bisogno, posso concedermi un lusso: l'ozio.L'ozio di non far nulla, di sprecare il tempo, di divagare tra spensieratezza ed amenità, di zonzeggiare per mio conto, disattento e perdigiorno
di Marco Delugan 1 set 2008 ore 10:22Libero di stare ignudo, di ignorare il conoscere, ancor più disinformato; abdicando al volere, al potere e pure al fare. Mi privo dello scegliere, vieppiù del contrattare.
Ahhhh....e chi lo fa il PIL?
Chi garantisce la crescita; chi trasforma il valore delle merci in ricchezza; chi consumando consente la riproduzione?
Chiedo scusa ai manager, agli operai, agli impiegati, persino a quelli delle tasse, per aver praticato tal lusso e non aver corrisposto al loro merito di produrre.
Di aver svilito il valore delle merci con la supponenza di potermi sottrarre all'obbligo dell'acquisto, di non aver consumato dando corso alla riproduzione, di non aver prestato orecchio ai consigli per gli acquisti e non aver visto il Valore Visto previsto dal marketing.
Che svista!
Ennò, non si può!
Essì, esimi colleghi consumatori, altro che ozio: negozio!
Lavorare ci tocca: il lavoro di consumazione.
Lavoro forzato e per giunta senza ferie.
Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
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