Colleghi consumatori, la crisi è cosa nostra
Encomiabili consumatori, la crisi è cosa nostra. Certo, possiamo starcene accucciati dietro un dito, non farci scorgere. Possiamo dagli all'untore
di Marco Delugan 28 ott 2008 ore 16:50Possiamo additare a quelli del credito, come fan tutti, il rischio sistemico di quanto sta accadendo.
Possiamo pure far finta di nulla, tanto arriva qualcuno a mettere le pezze.
Certo, si può fare.
Quando però abbiamo con ingordigia preso, speso pure offeso la nostra intelligenza sprecando e smaltendo in ogni dove, per quanto potrà restare incognito tutto questo?
Dove stava la nostra capacità di discernimento, la nostra misura, il nostro fare responsabile quando si imperversava sul mercato acquistando l'acquistabile?
Magari ingrassando prima, consumando poi il fitness per tornare in forma?
E quando si scartavano i nostri guardaroba perché fuori moda?
E quando si cambiava il telefonino ad ogni piè sospinto?
Dove stavamo quando lorsignori hanno ridotto a bella posta il ciclo di vita dei prodotti per ingolfarci di merci?
E quando i redditi sono diventati insufficienti, chi l'ha notato?
E quando abbiamo depredato il nostro risparmio e poi ci siamo indebitati?
Chi ha deprecato la politica dei sussidi al consumo che, più o meno sotto mentite spoglie, ci veniva elargita per consumare domanda in eccesso?
Chi si è interrogato sulla provenienza di cotanto credito?
Essisignori, imbambolati dalla "vita spesa a fare la spesa", abbiamo fatto acquisti non corroborati da sapienza economica, vissuti invece come ingordi esercizi di "senso".
Questo si è fatto, questo non potremo più fare.
Governare la domanda, misurare gli Acquisti si deve.
Avari con i redditi, prodighi con i risparmi si può.
Per il debito poi, un'occasione vissuta a prezzo del pericolo.
E così magari, se non proprio godersi la vita, almeno poter tornare a riveder le stelle.
Mauro Artibani
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