Epidemie sui mercati finanziari: la fuga dai titoli di Stato
I fenomeni di contagio, ossia di trasmissione di germi e batteri da un soggetto all'altro, non sono solo tipici delle forme influenzali. Riguardano anche il comportamento degli investitori che operano sui mercati finanziari.
di Giacomo Saver 31 ott 2011 ore 11:38Dietro la fuga dai titoli di Stato, in cerca di maggiore sicurezza, si nasconde un "effetto domino" che sta creando instabilità non solo sul fronte azionario, ma anche sul mercato dei titoli di Stato.
Gli operatori finanziari, siano essi i grandi professionisti o i comuni risparmiatori, basano le proprie scelte di investimento sull'insieme delle informazioni di cui dispongono in un determinato istante. Questa teoria, che è alla base dell'ipotesi dei mercati efficienti di Fama, trova corrispondenza anche nella realtà operativa. Il punto di 'scollamento' tra teoria e pratica si verifica in un secondo momento. Non solo, infatti, l'informazione di cui dispongono gli operatori non è "pulita", poiché esistono delle "voci di corridoio" o rumor che influenzano i mercati pur non essendo vere, ma esiste anche un altro problema che gli economisti trascurano.
Mi riferisco al fatto che i risparmiatori, al pari di tutti gli altri attori del mercato finanziario, non sono solo osservatori distaccati che prendono decisioni sulla base della propria razionalità e degli obiettivi di investimento. Quelle stesse persone sono certamente influenzate dalle notizie che leggono e dalle informazioni che elaborano, ma nel momento in cui operano contribuiscono a creare esse stesse una nuova informazione sulla cui base altri operatori baseranno le loro scelte. E' noto che una delle variabili più osservate da tutti sono i prezzi, sovente trasferiti su un elegante grafico a candele.
Ora, il prezzo è una delle variabili che più di tutte è influenzata da un comportamento gregario. Immaginiamo che, ad un certo punto, il prezzo di una determinata attività finanziaria inizi a scendere. Ecco che alcune persone, vedendo il prezzo affondare, inizieranno ad agire sulla base dell'informazione ricevuta e si affretteranno a vendere. Questo comportamento, però, provocherà inevitabilmente un effetto contagio nella misura in cui la massa degli strumenti finanziari che si riversa sul mercato farà scendere ulteriormente i prezzi inducendo così altri operatori a vendere.
Sovente mi viene posta la seguente domanda: “i mercati sono manipolati?”. La risposta, positiva a mio avviso, non va ricercata in chissà quali oscuri meandri. La realtà è che una volta gettata una piccola palla di neve (ad esempio qualche notizia 'pilotata' cui viene dato risalto eccessivo), essa diventerà da sola una valanga che travolgerà i risparmi delle famiglie, fino ad arrivare – nei casi più estremi – a compromettere la crescita economica di intere nazioni e costringere alla resa interi sistemi economici.
Il mercato, in altre parole, manipola se stesso. Shiller definiva questo fenomeno "curva di retroazione" riferendosi alla follia collettiva che avvolgeva i titoli della new economy al finire dello scorso millennio. Allora i rialzi delle quotazioni contagiavano l'operatività dei soggetti (tra cui anche gestori di fondi comuni e banche) che riversavano enormi quantità di denaro in borsa per non perdere il treno del rialzo. Ora sta succedendo l'esatto contrario. Il ribasso si sta auto-alimentando, come un organismo cannibale che si mangia da solo con il risultato che a precipitare non sono solo i valori azionari, ma anche i prezzi dei titoli di stato italiani e non.
In questo momento la maggior parte delle persone è confusa e spaventata. L'ansia di perdere i propri soldi è diventata paura, poi panico e questo germe, analogamente all'influenza autunnale, sta "infettando" il processo cognitivo e decisionale dei risparmiatori. “Vendo tutto, basta” è la frase che sempre più persone pronunciano. Così interi patrimoni familiari vengono falciati. I risparmiatori accettano perdite anche molto pesanti, pur di non "soffrire" più. Ma, a mio avviso, questa eutanasia finanziaria va evitata. Per quanto i trend esistano e persistano, essi non durano per sempre. Ad un certo punto la tendenza dominante si inverte e inizia un nuovo ciclo. I prezzi ricominceranno a salire, questo genererà un contagio positivo nelle teste degli operatori che acquisteranno strumenti finanziari che magari avevano venduto a prezzi più bassi poco prima. Le curve di retroazione faranno il resto, attirando nuovi investitori alla ricerca del guadagno perduto. Di nuovo gli acquisti faranno crescere il prezzo, e questo attirerà nuovi investitori.
Il punto dolente è che chi ha disinvestito nel pieno di un trend ribassista, avrà timore a rientrare precocemente in borsa. Preferirà attendere per non correre il rischio di "venire bruciato" una seconda volta. E' facile immaginare che cosa accadrà. I nuovi investimenti saranno effettuati nel pieno di un contagio positivo, probabilmente quando il trend rialzista sarà prossimo all'esaurimento.
Mentre oggi è opportuno stare fermi e non effettuare movimenti, chi ha della liquidità e vuole investirla sul mercato azionario farà forse bene ad attendere che la tendenza dominante sia invertita. Acquistare nelle fasi ribassiste genera perdite immediate, perché domani si potrà effettuare lo stesso investimento di oggi ma con un impiego di capitale minore a prezzi più bassi.
Prima di concludere voglio ricordare la massima di Warren Buffet secondo cui il risparmiatore dovrà prestare la massima attenzione per non investire nel momento terminale di un trend rialzista.
Ma come si fa a sapere quando un trend rialzista sta volgendo al termine? E com'è possibile individuare i punti di svolta per investire con la ragionevole probabilità di guadagnare, poiché il freddo inverno dei mercati è finito e sta ritornando la mite primavera che precederà la calda estate?
Un semplice ma testato modello trend following basato sulla media mobile di lungo periodo è la risposta a questi quesiti.
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Giacomo Saver
http://www.segretibancari.com
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