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La crisi del debito e la faccenda degli asini

Un villaggio di allevatori, un estraneo che li convincere a vendere i propri asini e a ricomprarli a pressi più alti nella speranza di rivenderli ad un prezzo ancora superiore. Ricorda qualche cosa?

di Giacomo Saver 17 ott 2011 ore 08:42
In Rete circola una storiella molto divertente che parla di un villaggio di allevatori in cui gli abitanti sono convinti a vendere ad un estraneo i propri asini e a ricomprali a prezzi più elevati nella speranza di rivenderli ad un prezzo ancora superiore. Questa spirale del debito ha un finale drammatico. La storiella, che non riporto nella sua interezza, sarebbe divertente se non avesse pericolose similitudini con la realtà.

La teoria del più stupido - Burton Malkiel, nel suo libro “A Random Walk down Wall Street” spiega che dietro l'operatività degli operatori finanziari si cela spesso la teoria del più stupido. Essa è la madre di tutte le bolle speculative, perché presuppone che l'avidità accechi le persone fino a renderle disposte a spendere cifre folli per acquistare attività reali o finanziarie nell'effimera certezza di trovare uno 'stupido' disposto a ricomprarle a prezzi ancora più alti.

Così il forestiero che compra gli asini del Paese solletica l'avidità degli allevatori, offrendo prezzi via via più elevati per poi illudere che ci sarà un altro soggetto disposto a pagarli più di lui. A questo punto scoppia la corsa folle dei proprietari in banca per indebitarsi, ricomprare le bestie nella virtuale certezza di realizzare un guadagno. Quante volte si è ripetuta questa storia a partire dalla bolla speculativa che colpì i bulbi di tulipano in Olanda fino all'esplosione della 'new economy'? Ma ora, che cosa accade?

La creazione degli strumenti finanziari derivati a leva, che consentono di movimentare cifre enormi di denaro senza averle, la possibilità di operare allo scoperto o in marginazione (cioè prendendo a prestito soldi dalla banca), hanno accresciuto il problema. Fino a che c'è qualcuno disposto a comprare a prezzi più alti quello che altri hanno appena venduto la storia si autoalimenta. George Soros nel libro “Cattiva finanza” la chiama riflessività. La febbre genera altra febbre fino a che il complice del venditore di asini, quello che avrebbe dovuto ricomprare le bestie ad un prezzo folle non si rifiuta di farlo. A quel punto il castello di carta crolla miseramente.

Il ritorno alla realtà - Quando la spirale che si autoalimenta, come un vortice che trae energia da se stesso si arresta, si precipita rapidamente a terra. A quel punto le attività finanziarie e reali tornano al loro 'giusto valore' con la conseguenza che tutti gli sprovveduti che confidavano in un'interminabile ascesa delle valutazioni subiranno pesanti collassi finanziari. Ecco allora che il problema – che prima era circoscritto ai soli venditori di asini, gli speculatori – ora si propaga al sistema finanziario. Subito arrivano in soccorso gli Stati sovrani, impersonificati dal Sindaco nella nostra storiella, che intervengono a sostegno delle banche. Per rientrare dal debito pubblico che ha avuto un'impennata proprio per risanare il sistema bancario, arrivano i tagli alla spesa pubblica.

Due cose sono sottaciute nella storiella:
1.    gli abitanti del villaggio scenderanno in piazza con manifestazioni più o meno violente. E' proprio quello è accaduto in Grecia e che minaccia di accadere anche in altre nazioni se il governo non comprenderà l'importanza di agire invece di restare arroccato su posizioni di autotutela degli interessi clientelari.
2.    L'arrivo del cavaliere bianco, che accende le rotative, inonda di denaro fresco di stampa il sistema economico, sistema le cose.

Ma non tutte le fiabe sono a lieto fine. La creazione di moneta dal nulla non serve a niente se non viene messa in circolazione. Le banche non si fidano le une delle altre. Il mercato interbancario è congelato e questo non permette di uscire da questa pericolosa situazione di stallo. Quando la massa monetaria appena creata inizierà a circolare, vedremo la luce alla fine del tunnel, ma questa nuova e virtuale ricchezza non si tradurrà in maggiori beni a disposizione. Gli abitanti del villaggio non andranno in bancarotta, riavranno di nuovo i loro asini, ma il valore reale dei loro risparmi sarà decurtato. La nuova moneta in circolazione che ha permesso allo stato di ripagare i propri debiti e di sistemare la situazione avrà creato una forte inflazione.


Per approfondimenti:

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Giacomo Saver

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