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Buoni Fruttiferi Postali “7Insieme”

Un investimento a sette anni che ti assicura flussi periodici annuali di capitale da utilizzare come meglio credi e che, se portato a scadenza, riconosce un interesse vantaggioso.

di Giacomo Saver 8 feb 2012 ore 10:21
Questa è la promessa di Poste italiane nella descrizione del nuovo buono con scadenza 7 anni e funzionamento simile ad una obbligazione. Ma convengono davvero? E a chi?

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Cosa sono i buoni “7Insieme”? - I buoni postali “7insieme” sono uno strumento di investimento particolare, strano sotto certi punti di vista, per due motivi:

•    sono l'unico buono che paga delle cedole periodiche, rendendo questo strumento simile alle obbligazioni;
•    presentano una penalizzazione crescente con il passare del tempo, in modo diverso dalle polizze vita il cui valore di riscatto cresce con il trascorrere del tempo che manca alla scadenza.

Esaminiamone il funzionamento nei dettagli. I buoni postali della serie “7insieme” sono, di fatto, simili a tutti gli altri: corrispondono il capitale e gli interessi al termine della vita del titolo stesso. Il tasso riconosciuto è pari al 4,50% annuo lordo calcolato secondo la capitalizzazione semplice. Ciò significa, semplicemente, che 100 euro investiti diventeranno – al lordo delle imposte vigenti – 131,50 dopo 7 anni. Durante la loro vita i buoni pagano cedole periodiche pari al 4,50% che, però, sono un rimborso in conto capitale. Qualora il titolo sia rimborsato anticipatamente, infatti, il risparmiatore otterrà un valore inferiore a quello investito e pari al valore del capitale versato al netto dei pagamenti ricevuti. In questo modo se rimborsato dopo il primo anno il buono darà il 95,50% del suo valore (più una cedola del 4,50%), se incassato il secondo anno il valore sarà pari al 91% (perché le cedole incassate sono due) e così via.

In altre parole il cliente otterrà indietro il suo capitale nominale senza alcuna remunerazione. Questo fa sì che tanto più 'lontano nel tempo' è il rimborso del buono stesso, tanto maggiore è la perdita di interessi conseguente. Supponiamo che un cliente incassi il buono dopo 6 anni e 8 mesi dall'emissione (e 4 mesi prima della scadenza): egli (o ella) avrà perso gli interessi per tutto questo periodo.

Non solo, ma se avesse speso quanto incassato avrebbe di fatto consumato il proprio capitale. Solo se portati alla scadenza i buoni della serie “7insieme” sono davvero fruttiferi. Al termine dei 7 anni essi pagheranno, infatti, il 104,50% del valore sottoscritto 'trasformando' così le cedole incassate in precedenza da rimborso di capitale a interessi percepiti.

I Buoni “7insieme” convengono oppure no? - Se consideriamo che un BTP con scadenza 2019 ha un rendimento netto del 4,52% contro il 3,60% dei buoni fruttiferi la risposta sembrerebbe di no. Tuttavia c'è un particolare importante da sottolineare: i buoni possono essere sottoscritti anche con soli 1.000 euro o multipli. Per somme inferiori ai 5.000 euro essi diventano convenienti, perché la presenza del bollo minimo sul deposito titoli abbatterebbe parte del rendimento a patto di non avere già un dossier aperto.

Ad esempio, il 6 febbraio 2012 il BTP 1 settembre 2019 al 4,25% quotava 95,13 ed aveva un rendimento netto (commissioni escluse) del 4,52%. Se il cliente non avesse un conto titoli già aperto e volesse acquistare 1.000 euro del BTP, il suo rendimento netto scenderebbe allo 0,919% a causa dell'incidenza del bollo minimo di 34,20 euro annui. Se teniamo presente che alla posta il bollo non è dovuto per i buoni di importo inferiore a 5.000 euro, si evince come la convenienza sia a favore di questi ultimi per cifre al di sotto di quella soglia.
Per inciso, 5.000 euro nominali dello stesso BTP scadenza 2019 renderebbero il 3,80% netto contro il 3,60% dei buoni postali.

Nel caso in cui si disponesse già di un conto titoli aperto converrebbe optare per i BTP e non per i buoni postali, perché se è vero che nel primo caso vi sarebbe un aggravio del bollo che nel secondo caso eviteremmo, è altrettanto vero che esso è solo pari allo 0,10% annuo ben inferiore all'extra rendimento offerto dal titolo di stato rispetto ai buoni postali.

In conclusione possiamo quindi affermare che i buoni postali 7insieme sono un valido strumento di investimento a due condizioni:

•    che non si abbia bisogno di incassarli prima della scadenza;
•    che la somma investita sia inferiore a 5.000 euro e NON si disponga di un conto titoli presso una banca.

Al di fuori da queste ipotesi è opportuno scegliere i titoli di stato e lasciare perdere i buoni postali.

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La regola secondo cui la posta è conveniente per importi di investimento piccoli conserva ancora tutta la sua validità. Chi dispone di somme considerevoli può utilizzare altri strumenti per investire al meglio le sue disponibilità.

Giacomo Saver
http://www.segretibancari.com
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