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Il nuovo Redditometro spiegato dall’Agenzia delle Entrate

La logica del nuovo strumento è quella di individuare i contribuenti che avendo dichiarato un determinato reddito hanno sostenuto spese per un importo considerevolmente più alto

di Antonello Scrimieri 2 ago 2013 ore 16:49
L’Amministrazione Finanziaria sottolinea l’utilità dello strumento accertativo che mira a ricercare ed individuare le posizioni a maggior rischio di evasione. Questo mezzo aiuterà a selezionare quei contribuenti che presentano scostamenti significativi tra il reddito dichiarato e la capacità di spesa manifestata nell’anno di imposta in esame.

Capacità rappresentata essenzialmente dalle spese effettivamente sostenute nonché dalla concreta disponibilità di beni di cui l'amministrazione risulta essere a conoscenza. Nella selezione non verranno considerate le voci di spesa previste dal redditometro basate su coefficienti ISTAT.

Si terrà conto del reddito complessivo dichiarato dal nucleo familiare, evitando che vengano intraprese attività di controllo nei confronti dei componenti le cui spese risultano coerenti a livello di reddito familiare.

La Circolare spiega come le spese sostenute siano il cardine della selezione nell’accertamento del contribuente.

La logica del nuovo strumento è quella di individuare i contribuenti che avendo dichiarato un determinato reddito hanno sostenuto spese per un importo considerevolmente più alto. L’Amministrazione Finanziaria individua alcune categorie di spese utili a rendere efficaci questo strumento, ricordando che non tutte quelle citate nel decreto del 24 dicembre costituiscono una prova concreta in sede di contradditorio, come ad esempio i valori statistici ISTAT.

L’Agenzia classifica le spese che possono essere utilizzate per la ricostruzione del reddito in cinque macro categorie. Le spese certe, sono le spese tracciate e come tali oggettivamente riscontrabili e conosciute dal Fisco. In quest'ambito il contribuente può dimostrare in sede contraddittorio l'errore o l'inesattezza delle informazioni in possesso dell'Agenzia.

Le spese per elementi certi, ovvero quelle riferibili ad elementi presenti in anagrafe tributaria o comunque nella disponibilità del soggetto, determinate però su valori statistici. In questo caso è certa la presenza dell'elemento base ma la spesa è calcolata in maniera presuntiva. Il contribuente può produrre in contraddittorio fatti e situazioni che possano dimostrare l'inesattezza o l’inesistenza della ricostruzione della spesa presunta.

LEGGI ANCHE: Accertamento da redditometro, cosa c'è da sapere

In ultimo l’Agenza analizzerà gli investimenti patrimoniali e le somme risparmiate dal contribuente nel corso dell’anno.

Infine la Circolare chiarisce che le spese calcolate puramente su valori statistici verranno usate dall’Amministrazione finanziaria solo in un secondo momento. In questa categoria rientrano le spese per beni e servizi di uso corrente, calcolate considerando indicatori quali il nucleo familiare o la posizione geografica del contribuente. Le spese basate su valori statistici non vengono utilizzate in fase di selezione ma intervengono solo in via residuale nella fase di contraddittorio quando non vengano forniti chiarimenti sulle spese certe, quelle per elementi certi, per gli investimenti e per le quote di risparmio dell'anno. Per controbattere queste spese sarà sufficiente spiegare “il non sostenimento” di questi costi anche se non supportate da documentazioni.

Se il contribuente non si presenta al contraddittorio a seguito di un primo invito, l'Ufficio deve considerare “sostenute” anche le spese basate su coefficienti ISTAT.

Da ultimo si evidenzia che nella Circolare si conferma l'irretroattività del nuovo Redditometro per le annualità antecedenti al 2009.

Antonello Scrimieri

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