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Mifid: lo stato dell’arte del recepimento in Italia

Dopo mesi di discussioni, dibattiti ed accese polemiche, anche in Italia inizia a delinearsi con maggiore precisione la nuova disciplina legislativa e regolamentare dei mercati finanziari e dei servizi di investimento

di Fabio Civale 12 giu 2009 ore 10:17
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su Soldionline.it l'1 agosto 2007

Il Consilio dei Ministri ha infatti approvato in data 6 luglio 2007 lo schema di decreto legislativo modificativo del Testo Unico della Finanza. Il testo definitivo sarà pubblicato a seguito del rilascio dei rispettivi pareri delle competenti Commissioni parlamentari.

La Consob,  in data 20 luglio 2007, ha reso pubblici i documenti di consultazione relativi al nuovo Regolamento Intermediari ed al nuovo Regolamento Mercati. Si è aperta quindi la fase di pubblica consultazione che si concluderà entro il 15 settembre 2007.

Gli operatori di settore attendono ora solo il regolamento che dovrà essere adottato in via congiunta da Consob e Banca d’Italia in materia di requisiti organizzativi e procedurali, conflitti di interesse, esternalizzazione di funzioni e trattamento dei reclami.

Come era lecito attendersi, considerato il principio di massima armonizzazione che ispira la direttiva MIFID, sia il decreto legislativo modificativo del Testo Unico della Finanza, che i nuovi Regolamenti Consob (Intermediari e Mercati), non differiscono di molto dalle previsioni della direttiva MIFID.

Non mancano punti della nuova disciplina che meriterebbero chiarimenti o su cui sarebbe opportuno un ripensamento, ma ormai il quadro generale della nuova normativa italiana può definirsi sufficientemente delineato.

Da ora in avanti e sino al 1° novembre 2007, l’attenzione degli operatori di settore si concentrerà necessariamente sulle modifiche che dovranno essere adottate nell’operatività ordinaria. Tra sistemi di classificazione della clientela, politica di gestione dei conflitti di interesse, modifiche ai contratti, obblighi di best execution, nuovi obblighi informativi e processi di valutazione di adeguatezza e appropriatezza, gli intermediari sono chiamati ad un faticoso lavoro da terminare in meno di tre mesi.

Non sembra possibile, allo stato, una proroga del termine del 1° novembre 2007 previsto per l’entrata in vigore della nuova disciplina MIFID.

Se gli intermediari sono chiamati a vincere la sfida contro il tempo per adeguarsi alla direttiva MIFID, gli investitori italiani sono invece chiamati ad una vera e propria svolta culturale.

La direttiva MIFID, infatti, rafforza ed amplia il “principio di graduazione della tutela”, secondo cui le regole di tutela degli investitori sono direttamente correlate e proporzionate a:
  1. caratteristiche dei clienti;
  2. tipologie di servizi di investimento prestati dall’intermediario.
Tale ultimo aspetto dovrà essere opportunamente considerato dagli investitori italiani. Con la direttiva MIFID si delinea, in sostanza, un nuovo scenario in cui i vari servizi di investimento prestati dall’intermediario non sono soggetti alle stesse regole di condotta e, pertanto, le tutele accordate ai clienti variano a seconda del servizio di investimento richiesto dall’investitore e prestato dall’intermediario.

Ad un primo livello vi sono i servizi di gestione di portafogli e di consulenza in materia di investimenti che prevedono una più ampia tutela per il cliente che si concretizza, non a caso, nella valutazione di adeguatezza che deve essere compiuta dall’intermediario.

Un secondo livello è riservato ai servizi più tipicamente esecutivi di ordini dei clienti (ricezione e trasmissione di ordini, negoziazione in conto proprio, esecuzione di ordini, collocamento) per i quali è prevista una minore tutela per il cliente e, in particolare, la valutazione di appropriatezza basata solo su alcuni parametri soggettivi dell’investitore.

Ad un terzo ed ultimo livello si pone infine la mera esecuzione e ricezione di ordini dai clienti (execution only), per la quale non è prevista alcuna valutazione da parte dell’intermediario.

Il recepimento della Direttiva MIFID comporterà, quindi, anche per gli investitori italiani la necessità di approfondire i cambiamenti per poter correttamente scegliere il servizio di investimento più appropriato alle proprie esigenze.

Sul punto, peraltro, non vi è spazio per incertezze: la crescita del sistema finanziario italiano passa anche attraverso una maggiore consapevolezza da parte degli investitori dei rischi legati alle operazioni di investimento che gli stessi investitori, se opportunamente informati, sono chiamati a misurare ed accettare.

Fabio Civale
fabio.civale@zitielloassociati.it

Questa rubrica è realizzata in collaborazione con lo Studio Legale Zitiello e Associati Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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