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Debito pubblico

di Marco Delugan
Partiamo da quella che potrebbe essere la situazione più semplice. Lo Stato si finanzia attraverso le tasse, sono la sua unica entrata, e spende queste risorse per dare ai cittadini diversi servizi, dalla costruzione di strade e ponti, all’amministrazione della giustizia e dell’ordine pubblico, ai servizi sanitari e altro ancora.

Se in un certo anno le spese sono superiori alle entrate, lo stato registrerà un deficit. La somma di tutti i deficit è il debito pubblico. Due sono le vie per finanziarlo. La prima è coniare moneta e usarla per pagare i debiti, immettendola così nel sistema. Questa prima strada ha però lo svantaggio di creare inflazione e, se le entrate dei cittadini rimangono costanti, ridurre il loro potere d’acquisto e quindi la loro ricchezza reale.

Altra possibilità è chiedere i soldi in prestito emettendo i così detti titoli di Stato, e pagare in questo modo i debiti. I titoli emessi dallo Stato italiano sono i Bot, i Btp, i Cct e i Ctz.

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Ma oltre all’ammontare dei titoli emessi dallo stato, il debito pubblico italiano è formato anche dai debiti dell’amministrazione locale e da quelli della pubblica amministrazione coi propri fornitori.

In Italia il volume dei titoli di stato emessi conta per l’80% del debito pubblico complessivo.
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