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Controversia su minusvalenza gestione patrimoniale

Ho una cliente che ha conseguito una minusvalenza all'estinzione di una gestione patrimoniale intestata solamente a lei…

di Lucio Sgarabotto 17 nov 2010 ore 11:56
Domanda

Buongiorno.

Ho una cliente che ha conseguito una minusvalenza all'estinzione di una gestione patrimoniale intestata solamente a lei. Ora ha chiesto che tale minus le venga riconosciuta in detrazione all’interno di un’altra gestione patrimoniale nella quale è cointestataria con il marito.
MPS risponde che non è possibile imputare tale minus nel mandato poiché intestato ad entrambi e non solamente a lei. Io ho più volte sollecitato MPS a rivedere tale loro prassi anche alla luce di quanto scritto nel manuale di G. Ferranti “Redditi di natura finanziaria” con riferimento alla circolare Assogestioni n. 1266, ma non sono riuscito a trovare altra dottrina o giurisprudenza a sostegno della mia richiesta. Dal canto suo MPS risponde “su un rapporto in regime gestito non è possibile distinguere il guadagno dei vari cointestatari”. Chiedo a Lei se è in grado di fornirmi un chiarimento in merito, poiché nutro dei dubbi su quanto sostiene MPS.

Ringraziando per l’attenzione porgo distinti saluti.

Risposta

Presumendo che la sua cliente abbia optato per il regime del risparmio amministrato, la legge a cui fare riferimento, per capire se MPS ha o meno ragione a non riconoscere nella nuova gestione le minus maturate precedentemente dalla sua cliente, è la 461/1997, intitolata: "Riordino della disciplina tributaria dei redditi di capitale e dei redditi diversi, a norma dell'articolo 3, comma 160, della legge 23 dicembre 1996, n. 662". In particolare l’art.7 si dedica all’“Imposta sostitutiva sul risultato maturato delle gestioni individuali di portafoglio” e al comma 13 si dice che qualora alla conclusione del contratto il risultato della gestione sia negativo il gestore deve rilasciare certificazione delle minusvalenze al mandante/contribuente. Nulla si dice riguardo all’intestazione/cointestazione del rapporto. Poiché, inoltre, il certificato rappresentativo dei crediti d'imposta è relativo al soggetto fiscale e non al rapporto, ritengo che MPS sbagli a non riconoscere le minusvalenze nel nuovo rapporto, indipendentemente dalla cointestazione. Nei contratti cointestati, salvo prova contraria, si presume che il patrimonio sia diviso in parti uguali tra i vari cointestatari (così non fosse come potrebbe il gestore rilasciare una certificazione delle minusvalenze se il rapporto si chiudesse in perdita?).

Credo che MPS stia solo accampando scuse per comodità propria.
Quello che invece penso sulla legge che ha introdotto tale disciplina fiscale è vietato ai minori.

Cordialmente

Lucio Sgarabotto
lucio.sgarabotto@gmail.com

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Associato Nafop (Associazione nazionale dei consulenti finanziari indipendenti fee only)

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