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500mila euro in obbligazioni per ottenere una rendita periodica

Per ottenere una rendita periodica la scelta obbligata è quella delle obbligazioni.

di Giacomo Saver 28 feb 2012 ore 10:53
Domanda - Per giri complicati, ma del tutto legali, io mia moglie saremo a breve in possesso di un capitale 500mila euro. Una fortuna, in generale, e soprattutto in un periodo di crisi come questo. Ci piacerebbe investirlo per ottenere una rendita periodica, in modo da integrare i redditi da lavoro, che difficilmente cresceranno. Come possiamo fare? Quanto possiamo guadagnare? Quali rischi dobbiamo correre?
 
Grazie

Risposta - Data la vostra premessa e la specifica esigenza di investire in modo tale da ottenere un reddito periodico dai vostri risparmi, direi che la scelta obbligata è quella delle obbligazioni.
Escluderei totalmente l'investimento azionario per non correre rischi inutili, dal momento che la cifra di cui disporrete è sufficientemente ampia per permettervi di raggiungere i vostri obiettivi senza assumersi rischi eccessivi.

Prendendo, a titolo di esempio, un rendimento pari al 4% offerto da un BTP con vita residua di 6 anni possiamo dire indicativamente che il flusso di cassa generato annualmente si aggira intorno ai 20.000 euro che corrispondono a circa 1.600 euro mensili.

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I rischi che occorre fronteggiare sono essenzialmente tre:

a) rischio di fallimento dell'emittente in cui i vostri risparmi saranno impiegati. Per ridurre questo rischio occorre diversificare gli investimenti scegliendo differenti emittenti (pubblici e privati) e non concentrando su pochi titoli l'intero importo;

b) rischio di perdita del potere di acquisto di capitale ed interessi nel tempo. 20.000 euro annui sono una cifra ragguardevole, oggi, così come lo è il capitale di cui siete entrati in possesso, ma nel corso degli anni la quantità di beni e servizi che detto capitale può acquistare tenderà giocoforza a ridursi a causa dell'inflazione. Per questo motivo inserirei in portafoglio anche una quota di titoli indicizzati che scongiurino questo pericolo;

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c) rischio di rialzo nei tassi di interesse, che non si traduce in un aumento del reddito nella misura in cui avete scelto investimenti a tasso fisso. Per questo motivo occorrerà inserire anche titoli a tasso variabile.

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Una suddivisione ottimale, a mio avviso, potrebbe essere questa:
- 40% titoli a tasso variabile
- 30% titoli indicizzati all'inflazione
- 30% titoli a tasso fisso.

La gestione di questo portafoglio non richiede nessuna 'manutenzione' particolare, se non il rinnovo dei titoli giunti a scadenza e non ha nessun costo di gestione.

Purtroppo è impossibile terminare il lavoro scendendo nel dettaglio dei titoli su cui investire. Per costruire operativamente il portafoglio è possibile richiedere una consulenza personalizzata anche via mail.


Cordiali saluti
Giacomo Saver
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