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Il mercato gioca a dadi

E' del 1934 l'ipotesi del random walk secondo la quale il prezzo di un titolo evolve nel tempo casualmente più o meno come i risultati di un gioco d'azzardo senza trucchi

di Daniele Valsecchi

Nel gioco d'azzardo si agisce sulla base del calcolo delle probabilità che poi è lo stesso concetto che ritorna a guidare il criterio di decisione nell'accettare o rifiutare scommesse.

Proprio come a dadi, perché si confrontano e si contrastano le aspirazioni a modificare la propria insoddisfacente condizione, ma anche la tentazione a non rischiare di compromettere lo stato di cose valutato positivamente.

A sostegno di questa oscillazione tra le due opzioni di comportamento vi è la significativa coincidenza, studiata e osservata da De Finetti, uno dei massimi teorici della probabilità, del fatto che i giocatori sono in alcuni casi anche acquirenti di polizze di assicurazioni.

E' un modello dunque che non prescinde da componenti psicologiche come ad esempio la previsione dei bisogni futuri, quelli che avremo in altre età della vita, che condiziona, attivando processi di controllo, i desideri da soddisfare nell'immediato.

Da questa premessa discendono delle conseguenze importanti come il fatto che il prezzo di un titolo dell'ultima seduta non dipende da quella precedente così come l'esito di una mano di dadi non è in funzione della precedente, a meno che non siano truccati i dadi.

Questa impostazione culturale circa la mancanza di regolarità in economia sconcerta non poco e non è da tutti condivisa, anche perché minerebbe perfino la validità della legge di domanda e offerta nei mercati finanziari. Ciò non tanto perché gli agenti economici siano considerati razionali macchine di calcolo, ma perché le componenti casuali sfuggono al nostro controllo.

L'ansia del controllo ricorda la storia di Kafka "La tana" che ci mostra come uno schema rigido e chiuso come una casa possa diventare una prigione. Chi costruisce e abita la casa è ossessionato da un'unica idea, che qualcuno dall'esterno possa entrare nella casa. Così escogita tutti i sistemi di sicurezza, con una escalation dell'ossessione di controllo, che lo porta a stare fuori di casa per controllare l'unica entrata. Morale: più tendiamo al controllo e più ci esponiamo al caso.

Con l'Efficient Market Hypothesis si afferma che lo studio della casualità nell'andamento del mercato finanziario perde di importanza e con essa le molte complicazioni che sfuggono e non rientrano nella regolarità del modello.

Sarà bene invece di iniziare a fare i conti col caso che è forse l'unica regolarità ricorrente nel mercato. E accettare le oscillazioni continue e fluttuanti del mercato.

Daniele Valsecchi




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