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La pensione: occuparsene o preoccuparsene?

Il riscatto degli anni di laurea. Un argomento salito a livelli di attenzione elevati

di Antonio Lucenti 4 dic 2009 ore 12:45
Oggetto
Riassumo sinteticamente l’articolo “Dove vanno le pensioni del futuro” inviato nella newsletter di www.borsaitalia.it, il sito istituzionale della Borsa. 

A partire dal nuovo anno, per effetto della riforma Dini del ’95, le rendite pensionistiche dovrebbero comportare una riduzione compresa tra 0,8 e 3,7%, maggiore per gli uomini rispetto alle donne, più marcata per gli anni residui di contribuzione, 20/25; più ridotta per le contribuzioni di 30/35 anni.

E’ altresì prevista anche una revisione trimestrale dei coefficienti relativi alla durata della vita media: "Le stime demografiche insomma incidono sempre di più sull’assegno pensionistico.  Un lavoratore dipendente di 65 anni con 30 anni di contributi, ad esempio avrà nel 2020 il 55,1% dell’ultima retribuzione contro il 61% previsto per lo stesso trattamento liquidato nel 2010.
L’articolo prosegue con blande considerazioni sulla necessità di considerare seriamente dei supporti integrativi alla pensione obbligatoria."

Da qualche tempo questo argomento, che fa parte del più vasto contenitore in oggetto, è salito a livelli di attenzione meritatamente più elevati.
Pochi giorni fa è stato affrontato dai miei figli, sollecitati da mio commercialista, amico dal ’76, quando, da istruttore Fias, mi portò agli esami di immersione ARA.
E anche da me, tuttora insufficientemente  praticante…

Le considerazioni fatte le ho riassunte in una lettera a una giovane amica.
La risposta che ho ricevuto mi ha così confortato, da convincermi a proporla per la pubblicazione.
Va da sé che, come al solito, espongo le mie osservazioni e le mie conclusioni personali, che non rappresentano la visione mistica della verità assoluta, ma un punto di partenza per parlare di un argomento per chiarirsi le idee.

Cara  Angelica,
                   è tantissimo che non ci sentiamo, o almeno che io non sento te, perchè di mandare messaggi io non ho mai smesso. 
Ho pensato di interessarti a questo argomento.
La consistenza delle pensioni che verranno erogate alla tua generazione non sarà paragonabile a quella delle precedenti. 
Le previsioni, che tuttavia non sono certezze, delineano un ordine di grandezza, individuato nell'intervallo 40/60% dello stipendio.
Qualche pessimista ritiene che possano essere allineate direttamente al livello più basso, considerando che saranno erogate con parametri attuariali sfavorevoli, per l'attesa di un incremento della durata di vita media.
E' evidente, anche se troppo spesso accantonata, la necessità di prevedere una integrazione della pensione, sia tramite i fondi a scopo previdenziale (datoriali o liberi), sia tramite accantonamenti in fondi "privati".
 
Alla maturazione dei diritti pensionistici:
  1. dai primi si potrà avere un massimo del 50% in forma di capitale e il restante passerà in uno strumento assicurativo che erogherà una pensione, adeguata ai parametri vigenti al tempo, che non passerà in successione, salvo scelta di una opzione di reversibilità che riduce la consistenza della rata di pensione;
  2. i primi avranno il vantaggio di uno sconto fiscale durante i versamenti, che sarà poi addebitato sull'erogazione;
  3. diversamente il patrimonio accantonato nei fondi privati sarà sempre disponibile, per tutto il tempo, e anche agli eredi, ma non avrà posposizione di fiscalità. 
 
Da un po' di tempo si parla del riscatto "previdenziale" degli anni di università, in forma di contributo volontario all'Inps.

Di questo abbiamo parlato con i miei figli, e ti porgo i nostri ragionamenti.
  1. Si preferisce che il capitale accantonato sia disponibile in toto.
  2. Si preferisce che il capitale, in caso di decesso, passi in successione, invece di essere assorbito dall'assicurazione.
  3. Non piace pensare che i parametri attuariali adottati saranno quelli " a venire" e quindi sconosciuti.
Abbiamo deciso di "mimare" i versamenti del riscatto con un pac (piano di accumulo), della stessa durata (5 anni, ma potrebbero essere 10), stessa consistenza, stesso numero di rate.
Suddiviso in 2 fondi diversi che vantano un track record positivo da più di 10 anni.
Alla fine del periodo, si deciderà cosa fare del patrimonio accumulato. 
 
Se sei interessata al futuro e non hai ancora previsto il riscatto della laurea o semplicemente un accantonamento integrativo, ti invito a prendere in considerazione quanto sopra. 
Sarò contento se ne vorrai parlarne con me, ma in ogni caso, sarà opportuno che tu consideri l'argomento. Con me o con altri.

Ti ringrazio per l'attenzione che vorrai dedicarmi.
Cordiali saluti.

Antonio Lucenti 
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.

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