Il prestito auto
Due possibilità: rivolgersi al rivenditore, provvedere da soli. E tre possibili soggetti finanziatori: banche, società di marca e società specializzate nel credito al consumo. A voi la scelta...
di Marco Delugan 19 mag 2009 ore 15:35Per chi vuole acquistare un’auto a rate ci sono due possibilità: rivolgersi direttamente al rivenditore, provvedere autonomamente al prestito. Nel primo caso si tratta di un prestito finalizzato: collegato, cioè, all’acquisto di un particolare bene o servizio. Il rivenditore stipula una convenzione con uno o più istituti finanziari e inoltra a questi le richieste di finanziamento. Se la richiesta di finanziamento viene approvata l’istituto eroga il finanziamento direttamente al rivenditore convenzionato. A questo punto, il rivenditore consegna l’auto all’acquirente che, a sua volta, inizia a pagare le rate del rimborso. Il secondo caso, invece, quando l’acquirente provvede da solo a procurarsi il finanziamento, ricade nella tipologia dei prestiti personali. Il possibile vantaggio, per chi acquista l’auto, di questa seconda opzione, è quello di poter spuntare un prezzo più vantaggioso presentandosi al rivenditore con l’intera somma necessaria e trovandosi quindi in posizione di maggior forza rispetto a quella che avrebbe dovendo chiedere un finanziamento allo stesso.
I soggetti finanziatori
Tre categorie: banche, società di marca, società specializzate nel credito al consumo. Quello offerto dalle banche è solitamente un prestito non finalizzato, assimilabile ad un prestito personale, normalmente concesso ai propri correntisti. La valutazione della richiesta di finanziamento, in questo caso, non è basata sul bene, quanto piuttosto sul profilo di rischio del richiedente.
Le società di marca, anche chiamate società captive, sono organizzazioni create dalle case costruttrici e hanno lo scopo, oltre a quello di dare credito, anche di agevolare e incentivare la vendita delle auto della casa madre. Sono quelle convenzionate con il rivenditore e che solitamente finanziano, se si decide di seguire quel canale, e non quello del prestito privato, l’acquisto dell’auto. Per questo possono offrire sconti o facilitazioni particolari ai clienti. Per la valutazione delle richieste, e cioè se concedere o meno il finanziamento, le società captive operano come gli altri istituti di credito al consumo. Le società specializzate nel credito al consumo finanziano l’acquisto sia di auto nuove che di auto usate, e senza vincoli di marca. Operano in convenzione con concessionari e salonisti.
Auto nuove e auto usate
Le condizioni poste dagli istituti per il finanziamento dell’acquisto di auto sono diverse nel caso si tratti di auto usate rispetto a quelle per le auto nuove. E questo perché l’acquisto di un’auto usata viene valutato come più rischioso in quanto i dati statistici mostrano una maggiore frequenza di insolvenze proprio per questo ultimo caso. Per proteggersi dai maggiori rischi, l’istituto può decidere per condizioni più restrittive sul tasso applicato, la durata dell’investimento, i limiti di “anzianità” del veicolo, e criteri più restrittivi per la selezione dei clienti.
Le eventuali garanzie chieste dall’istituzione erogatrice
Il prestito per l’acquisto di un auto non è condizionato dalla presenza di garanzie reali. Ma può capitare - ancora per ridurre il rischio corso dall’istituto che il richiedente non riesca a far fronte al pagamento delle rate - che il contratto preveda invece la cambializzazione delle rate, o una sola cambiale che garantisca una parte o tutto l’importo del prestito.
Altro modo per ridurre il rischio dell’operazione è la firma di un coobbligato e di un terzo fideiussore che diventa, in questo modo, garante verso l’istituto erogatore. Una richiesta, quest’ultima, abituale quando si presentano condizioni come queste: un richiedente che lavora da pochi anni; un importo richiesto particolarmente alto.
Le eventuali richieste di garanzie sono comunque a discrezione dell’istituto che eroga il prestito, e dipendono dalla rischiosità dell’operazione e dalla solvibilità del richiedente.
Gli elementi del contratto
Il contratto di prestito auto, secondo la normativa vigente, deve contenere gli elementi che seguono:
- tasso di interesse;
- altri prezzi e condizioni praticati, compresi eventuali oneri di mora;
- importo e modalità di finanziamento;
- numero, importo e scadenza delle rate;
- tasso annuo effettivo globale (TAEG);
- dettaglio delle condizioni analitiche per eventuale modifica TAEG;
- importo e causale degli oneri esclusi dal calcolo del TAEG;
- eventuali garanzie richieste;
- eventuali coperture assicurative richieste e non incluse nel calcolo del TAEG.
Qualora il debitore non paghi puntualmente le rate che deve per rimborsare il finanziamento ricevuto, le conseguenze sono diverse e tutte a loro modo pericolose: gli interessi possono venire aumentati, e applicata una mora; il nome del debitore potrà essere inserito nella lista “nera” dei pagatori ritardatari, o anche segnalato alla Centrale Rischi che a sua volta lo segnalerà a tutto il sistema bancario e finanziario. E tutto questo vuol dire peggioramento della propria affidabilità creditizia e maggiori problemi per ottenere altro credito in futuro. Anche solo mancare di puntualità nel pagamento di una rata consente all’istituto di risolvere unilateralmente il contratto, con il cliente a dover pagare tutte le spese bancarie, quelle di protesto, gli oneri sostenuti dall’istituto per recuperare le somme dovute, e un’eventuale penale.
Estinzione anticipata del prestito
Una possibilità garantita dalla normativa vigente: il cliente può estinguere il prestito prima di quanto pattuito nel contratto. Per far questo, oltre a rimborsare il capitale residuo, dovrà pagare una penale comunque non superiore all’1% dell’importo del prestito. Con capitale residuo si intende il valore attuale delle rate non ancora pagate, a meno che il contratto non stabilisca diversamente.
I criteri di valutazione del rischio dell’operazione
Ogni istituto ha propri criteri per la valutazione del rischio collegato ad un prestito. Gli elementi principali della valutazione possono, però, essere ricondotti ai punti che seguono. Ogni istituto ha una suo “politica del rischio”, basata su dati ed elaborazioni statistiche, con cui tenta di mantenere le insolvenze sotto livelli prestabiliti. Il livello di reddito del richiedente deve essere “coerente” con quello della rata da pagare. Altro elemento importante è l’affidabilità creditizia del richiedente; quanto, cioè, per le esperienze passate, per la sua storia creditizia, il richiedente può essere considerato un buon pagatore.
Scegliere tra prestiti: non guardate solo alla rata mensile
Per decidere quale offerta di prestito scegliere, è bene non limitarsi alla rata mensile. Ci sono molte altre voci di spesa da considerare, come gli oneri accessori, eventuali spese iniziali, i costi assicurativi e altro ancora. Spesso non è facile orientarsi tra tutti questi elementi. Due parametri, tra tutti, sono comunque da tener presenti, e da valutare con attenzione: il Tan e il Taeg.
Il Tan è il tasso di interesse – espresso in percentuale e su base annua – applicato al capitale finanziato per calcolate la quota di interesse di pertinenza dell’istituto finanziatore. Non comprende gli oneri accessori. Il Taeg, invece, comprende tutti gli altri costi a carico del cliente. Anche il Taeg viene espresso il termini percentuali e su base annua, ed è la vera misura del costo complessivo del finanziamento.
Ad esempio, per capire se un prestito che sia realmente a tasso zero, bisogna guardare al Teag e non al Tan. Solo il Taeg, infatti, come abbiamo appena visto, comprende tutti i costi del prestito. Attenzione però: in alcuni casi la legge consente di escludere dal calcolo del Taeg alcune spese, come quelle assicurative, quando facoltative.
Marco Delugan
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