Il mutuo a tasso misto
Quando una parte del tasso è fissa e l’altra è variabile. Pregi e difetti di un mutuo complesso
di Paolo Buro 21 gen 2010 ore 09:12Articolo a cura di ProfessioneFinanza.com
Il mutuo a tasso misto è la commistura delle due tipologie di base. Una parte del tasso è fissa mentre l'altra è variabile. In pratica si stabilisce che il tasso di interesse debba esser calcolato in percentuali variabili (che possono essere concordate) per es. il 60% a tasso fisso, il 40% a tasso variabile. Si usa per rendere meno sensibili gli interessi all'andamento dell'EURIBOR.
Il mutuo è detto misto quando consente al mutuatario di passare da una rata costante a una invece variabile durante la vita del contratto e viceversa. Si ha quindi l’opportunità di modificare la misura iniziale degli interessi nel corso della vita del mutuo sulla base delle aspettative circa l’andamento del costo del denaro. In tal modo si ha la possibilità di gestire in modo dinamico il rischio di tasso, contenendo gli effetti dei rialzi in caso di tasso variabile ovvero di ribassi in caso di tasso fisso.
La facoltà tuttavia non è priva di costi aggiuntivi da riconoscere alla banca, i quali non sempre sono facilmente individuabili in quanto spesso impliciti nel tasso di interesse applicato.
Di norma ogni 2, 5 e 10 anni, il mutuatario può optare se rivedere il proprio contratto e in che modo. Nel primo periodo, il costo aumenta in base alla durata dello stesso. Dal momento che è proprio all'inizio che le variazioni incidono in maniera significativa, la scelta di questa tipologia di mutuo può risultare molto conveniente.
Questa tipologia permette al cliente di cambiare più volte durante il corso del contratto il tipo di tasso, passando dal fisso al variabile e viceversa a seconda delle proprie disponibilità e del valore del tasso di mercato.
Il vantaggio di questo tasso è di avere, comunque, una rete di salvataggio nel caso in cui i tassi aumentino in modo esagerato. Ad ogni modo, il rischio c'è. Infatti, nel momento in cui aumentano i tassi variabili aumentano comunque anche quelli fissi che non saranno più quelli che si sarebbero potuti scegliere inizialmente, al momento della stipula del contratto.
Il mutuo è detto misto quando consente al mutuatario di passare da una rata costante a una invece variabile durante la vita del contratto e viceversa. Si ha quindi l’opportunità di modificare la misura iniziale degli interessi nel corso della vita del mutuo sulla base delle aspettative circa l’andamento del costo del denaro. In tal modo si ha la possibilità di gestire in modo dinamico il rischio di tasso, contenendo gli effetti dei rialzi in caso di tasso variabile ovvero di ribassi in caso di tasso fisso.
La facoltà tuttavia non è priva di costi aggiuntivi da riconoscere alla banca, i quali non sempre sono facilmente individuabili in quanto spesso impliciti nel tasso di interesse applicato.
Di norma ogni 2, 5 e 10 anni, il mutuatario può optare se rivedere il proprio contratto e in che modo. Nel primo periodo, il costo aumenta in base alla durata dello stesso. Dal momento che è proprio all'inizio che le variazioni incidono in maniera significativa, la scelta di questa tipologia di mutuo può risultare molto conveniente.
Questa tipologia permette al cliente di cambiare più volte durante il corso del contratto il tipo di tasso, passando dal fisso al variabile e viceversa a seconda delle proprie disponibilità e del valore del tasso di mercato.
Il vantaggio di questo tasso è di avere, comunque, una rete di salvataggio nel caso in cui i tassi aumentino in modo esagerato. Ad ogni modo, il rischio c'è. Infatti, nel momento in cui aumentano i tassi variabili aumentano comunque anche quelli fissi che non saranno più quelli che si sarebbero potuti scegliere inizialmente, al momento della stipula del contratto.
Paolo Buro
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