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Cosa è e come funziona il ravvedimento operoso

Il ravvedimento operoso è la modalità per mettersi in regola, di propria iniziativa, con la legge dopo che la si è trasgredita. Viene utilizzato principalmente per regolarizzare la propria posizione rispetto all’amministrazione tributaria

di Carlo Sala 24 feb 2020 ore 14:51

ravvedimento-operosoIl ravvedimento operoso è la modalità per mettersi in regola di propria iniziativa con la legge dopo che la si è trasgredita. In ambito fiscale, il ravvedimento operoso consiste nell’adozione di comportamenti idonei a regolarizzare la propria posizione rispetto all’amministrazione tributaria e consente di pagare sanzioni ridotte per l’irregolarità commessa. E’ disciplinato dalla legge n. 472 del 18 dicembre 1997.

Quando si può procedere al ravvedimento operoso

Il ravvedimento operoso in ambito fiscale è possibile in caso di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi o mancato, ritardato o errato pagamento di tributi dovuti. Consiste dunque in un riconoscimento spontaneo delle proprie colpe od omissioni e consente di rimediarvi prima di essere chiamati a farlo per iniziativa dell’amministrazione tributaria. Non esiste un termine di tempo entro il quale ci si possa ravvedere. Esistono però situazioni al verificarsi delle quali il ravvedimento non può più avere luogo.

Ci si può ravvedere anche quando:

  • l’amministrazione tributaria abbia già avviato un accertamento (o sia già giunta alla constatazione) del mancato, ritardato o errato adempimento al quale si era tenuti;
  • siano iniziati accessi, ispezioni e verifiche o altre attività di accertamento già comunicate al contribuente, (ad esempio: la notifica dell'invito a comparire, la richiesta di documenti). 

Il ravvedimento non è invece possibile nei casi in cui sia stata notificata violazione relativa ad atti di liquidazione, accertamento o ricezione di una comunicazione di irregolarità, emessa a seguito dei controlli automatici o del controllo formale delle dichiarazioni.

 

A cosa si può porre rimedio col ravvedimento operoso

Le colpe ed errori ai quali si può porre rimedio ravvedendosi riguardano i tributi e le tasse di pertinenza dell’Agenzia delle Entrate. Il ravvedimento operoso consente di regolarizzare la propria posizione col fisco per tutto quel che riguarda:

  • versamenti omessi, ritardati, insufficienti o errati;
  • dichiarazioni omesse, presentate in ritardo, insufficienti o errate;
  • comunicazioni omesse, presentate in ritardo o erronee.

 

Cosa comporta il ravvedimento operoso

Chi si ravvede deve o pagare il tributo omesso, ritardato o pagato in maniera errata o presentare la comunicazione o la dichiarazione omessa. In questo modo può:

  • pagare una sanzione ridotta per l’adempimento a cui non aveva provveduto nei tempi e nei modi dovuti, il cui importo dipende dal numero di giorni trascorsi dal mancato, ritardato o errato adempimento;
  • pagare gli interessi di mora legali calcolati sulla base del tasso legale annuale stabilito dal Ministero di Economia e Finanza e applicati ai giorni trascorsi dall’adempimento omesso, ritardato o errato.

 

Quali sanzioni si applicano a chi si ravvede

Le sanzioni sono stabilite in una percentuale sull’importo da saldare all’amministrazione tributaria. Tale percentuale varia a seconda del tempo trascorso tra la data dell’adempimento al quale si era tenuti e il momento in cui ci si ravvede.

Le percentuali sono pari a:

  • 0,1%, per ciascun giorno che trascorra, fino a un massimo di 14 giorni, dalla scadenza del termine dell’adempimento al quale si era tenuti;
  • 1,5%, se ci si ravvede tra il 15esimo e il 30esimo giorno successivo alla scadenza dell’adempimento (non fa differenza che ci si ravveda il 15esimo giorno piuttosto che il 22esimo o il 30esimo);
  • 1,67%, se si lasciano trascorrere dai 31 ai 90 giorni;
  • 3,75% in caso di ravvedimento entro l’anno nel quale scadeva il termine per provvedere all’adempimento;
  • 4,95% se il ravvedimento arriva entro 2 anni dalla scadenza dell’adempimento;
  • 5% se ci si ravvede a oltre 2 anni di distanza dal termine previsto per l’adempimento.

Nel caso non ci si sia una scadenza per l’adempimento, i giorni in base al quale si calcolano le sanzioni (e gli interessi di mora) decorrono dal momento in cui ha avuto luogo l’adempimento stesso.

 

Quanto si paga di interessi di mora

Gli interessi da pagare in caso di ravvedimento sono calcolati nella misura dello 0,05% applicata all’importo del tributo per il quale ci si ravvede. La cifra che si ricava deve essere moltiplicata per ogni giorno trascorso dal momento dell’adempimento mancato, ritardato o errato.

 

Come si effettua il ravvedimento

Per concretizzare il ravvedimento operoso ci sono appositi modelli di versamento, che variano a seconda del tributo da saldare.

Occorre poi utilizzare un modello F24 per pagare gli interessi di mora.

  • F24 per imposte sui redditi ed imposte sostitutive, Iva, Irap e imposta sugli intrattenimenti;
  • F24 Elide per tributi, sanzioni e interessi, connessi alla registrazione dei contratti di locazione e affitto di beni immobili;
  • F23 per imposta di registro e altri tributi indiretti.

LEGGI ANCHE: Cosa è e come si usa il modello F24


Le sanzioni vanno indicate con gli appositi codici da riportare sul modello di versamento. Tali codici sono forniti dall’Agenzia delle Entrate sul proprio sito all’indirizzo https://www1.agenziaentrate.gov.it/documentazione/versamenti/codici/ricerca/MenuQ4.php?Q1=CONTRIBUENTE+PER+IMPOSTE+PROPRIE&Q3=Tutte&Q2=PER+RAVVEDIMENTO+OPEROSO.

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