Come potrebbe essere la pace fiscale?
Con l'avvicinarsi delle scadenze relative alla presentazione dell'aggiornamento del DEF e in attesa della successiva Legge di Bilancio, sono circolate nuove ipotesi sull'implementazione della pace fiscale
di Mauro Introzzi 10 set 2018 ore 11:48Uno dei punti salienti del programma dell'esecutivo formato da MoVimento 5 Stelle e Lega, a giudicare dalle dichiarazioni degli stessi protagonisti, sarebbe quello della cosiddetta “pace fiscale”. Si tratta di una delle iniziative più caratterizzanti della parte economica del contratto di governo del cambiamento, insieme ad altre come la flat tax (Cos’è la flat tax? Come funziona l’aliquota unica?) e il reddito di cittadinanza (Reddito di cittadinanza M5S: cos’è, come funziona, requisiti e Reddito di cittadinanza: cos’è e come funziona).
Ma cos’è la pace fiscale e come potrebbe funzionare? Lo vediamo in questa guida, che potrebbe venire utile per chi ha problemi con il fisco e intende rottamare le cartelle esattoriali.
PACE FISCALE, UN PUNTO DEL CONTRATTO DI GOVERNO M5S E LEGA
La definizione “pace fiscale” si trova a pagina 21 del contratto per il governo del cambiamento di MoVimento 5 Stelle e Lega. Secondo il programma che le due forze intendono implementare:
è opportuno instaurare una “pace fiscale” con i contribuenti per rimuovere lo squilibrio economico delle obbligazioni assunte e favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica. Esclusa ogni finalità condonistica, la misura può diventare un efficace aiuto ai cittadini in difficoltà ed il primo passo verso una “riscossione amica” dei contribuenti.
Nell’idea dei suoi ideatori, quindi, la pace fiscale mira ad aiutare i contribuenti in difficoltà. Una difficoltà cagionata da situazioni eccezionali e involontarie.
COSA PREVEDE L’ATTUALE ROTTAMAZIONE
Prima di vedere come funzionerà (o meglio, come potrebbe funzionare) la pace fiscale meglio capire come funziona attualmente – almeno a grandi linee - la rottamazione delle cartelle. Alla data della presente guida, per estinguere i propri debiti fiscali si paga solo l’imposta dovuta, senza sanzioni o interessi di mora.
PACE FISCALE, COME POTREBBE FUNZIONARE (LE IPOTESI DI GIUGNO 2018 E DI SETTEMBRE 2018)
Con la pace fiscale, contrariamente all’attuale rottamazione (in cui si paga come detto prima solo l’imposta dovuta), si pagherà una somma scontata rispetto all’intero importo. Non a caso di parla proprio di “saldo e stralcio del debito”.
Ma a quanto sarà saldato il debito? Il contratto di governo non riporta indicazioni puntuali su come la pace fiscale potrebbe perfezionarsi in termini percentuali rispetto al debito vecchio. A inizio giugno 2018 erano circolate, da esponenti di una delle forze politiche al governo - la Lega - alcune indicazioni che indicavano che le aliquote a saldo sarebebro potute essere tre: 6%, 10% e 25%.
L’aliquota del 6% si sarebbe aplicata a chi ha un reddito fino a 18mila euro annui e ha – al massimo - un immobile di proprietà. In questo caso, però, nel nucleo ci sarebbe dovuto essere un familiare che ha perso il lavoro. Il 10% si sarebbe applicato a chi ha reddito fino a 24mila euro all’anno, con casa di proprietà (che dev’essere però gravata da un mutuo), mentre l’ultima aliquota del 25% sarebbe stata applicata a chi ha redditi maggiori di 24mila euro all’anno.
Nel mese di settembre 2018, con l'avvicinarsi delle scadenze relative alla presentazione dell'aggiornamento del DEF e in attesa della successiva Legge di Bilancio, sono circolate nuove ipotesi sull'implementazione della pace fiscale. Per la sua implementazione tornerebbero d'attualità strumenti già adottati in precedenza per iniziative analoghe, come il ravvedimento operoso, l’accertamento con adesione e la chiusura delle liti fiscali.
Diverse sarebbero le modalità di implementazione della pace fiscale se l'accertamento sia stato già accertato o meno: nel primo caso i contribuenti potranno regolarizzare la loro posizione con uno sconto che va dal 50% all’80% del reddito imponibile non dichiarato, in funzione del grado di giudizio e senza il versamento di sanzioni e interessi.
Diverso, invece, sarebbe il caso in cui l’accertamento non sia già in atto. In questo caso i contribuenti potrebbero accedere all'iniziativa con un’aliquota compresa tra il 15% e il 20% del reddito imponibile non dichiarato.
PACE FISCALE, I REQUISITI
Oltre ai requisiti per godere di una delle diverse aliquote non va dimenticato che può accede alla pace fiscale solo chi versa in condizioni di particolare difficoltà. Queste difficoltà devono essere indipendenti dalla propria volontà e avere caratteristiche di eccezionalità. Non è ancora ben chiaro, alla presente data, come questa difficoltà particolare sarà determinata e appurata dal legislatore.
PACE FISCALE, CONDONO O NO?
L’argomento maggiormente utilizzato dai critici della pace fiscale è quello sostenente che in realtà l’iniziativa sia semplicemente l’ennesimo condono fiscale. Che potrebbe non avere il successo sperato dai suoi promotori, visto che arriva in scia a numerose altre iniziative di questo genere. Chi invece promuove la pace fiscale stigmatizza come quest’ultima sia dedicata a quei contribuenti le cui sfortune sono state causate proprio dalle tasse mentre il condono, per sua natura, va ad annullare una sanzione cagionata da un accertamento fiscale o un'omessa dichiarazione. La differenza sarebbe quindi a monte.
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