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I primi punti del governo Letta

Il nuovo Presidente del Consiglio, dopo aver ricevuto la fiducia dalla Camera, ha presentato il suo programma di governo. Vediamo fisco, lavoro, politica e abolizione delle province

di Antonello Scrimieri 3 mag 2013 ore 10:21
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, nel suo primo discorso da capo del governo, promette importanti riforme strutturali, ma soprattutto garantisce “niente IMU a giugno e no all’aumento dell’IVA”. Ecco i principali punti del suo programma.

IL FISCO - La parola d’ordine sarà riduzione della pressione fiscale senza indebitamento. Sarà necessario coniugare una ferrea lotta all’evasione fiscale con un fisco amico dei cittadini. Il Premier, a Montecitorio, ha dichiarato che la parola Equitalia non deve più provocare dei brividi quando viene evocata dai contribuenti. La prima riforma fiscale, del governo Letta, sarà in materia di tassazione della prima  casa. Preliminarmente il presidente del Consiglio bloccherà i pagamenti di Giugno dell’IMU in vista di una riforma complessiva dell’attuale normativa. La politica fiscale della casa deve eliminare gli effetti recessivi sull’edilizia provocati dalle precedenti riforme. Altro punto importante del Governo sarà in materia di IVA. Ha sottolineato il presidente che bisognerà lavorare molto per rinunciare all’inasprimento dell’IVA. Al 22% in estate.

IL LAVORO - Il Presidente Letta, ha sottolineato che la priorità assoluta del governo sarà quella di bloccare l’incubo dell’impoverimento riformando il mercato del lavoro, chiarendo che non basterà soltanto rifinanziare la Cassa Integrazione in deroga, ma sarà necessario ridurre la tassazione sul lavoro, quello stabile, quello sui giovani e sui neo assunti. Inoltre, i punti in materia di lavoro riguarderanno l’apprendistato, modificato dalla Legge Fornero, nella direzione di ridurre le restrizioni per i contratti a termine; il sostegno ai bassi salari e in ultimo il problema degli esodati.

LA POLITICA -  Sottolinea il Premier che il sistema di finanziamento dei partiti va radicalmente riformato, la riduzione dei costi della politica diventa un dovere di credibilità. I rimborsi elettorali mascherano dei veri e propri finanziamenti. Recentemente, la Corte dei Conti ha confermato che a fronte di circa due miliardi e mezzo di euro ricevuti dai partiti, soltanto circa mezzo miliardo è certificato da reali spese. Questo conferma che il sistema attuale va modificato, abrogando la legge esistente, che dal 1994 ad oggi ha solo creato un sistema fallimentare, e introducendo un sistema di controllo e di sanzioni per i gruppi parlamentari e regionali. In ultimo, il Presidente Letta, ridurrà i costi della politica eliminando lo stipendio ai ministri, che già ricevono l’emolumento come parlamentari eletti dai cittadini.

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ABOLIZIONE DELLE PROVINCE - Dei tanti punti previsti nel programma Letta, in ultimo va sottolineata l’abolizione delle Provincie. Il Premier ritiene che sia necessario ridurre i costi dello Stato, valorizzando i Comuni e le Regioni, rivedendo il rapporto tra centro e periferia. “La moralità della politica – spiega Letta - è quella di prendere le decisioni che i cittadini si attendono e rispettare gli impegni presi davanti a cittadini e istituzioni”.

Quanto detto, è solo un piccolo estratto del discorso del nuovo Presidente. Non sono né disegni di legge, nè decreti legislativi, ma soltanto le linee guida del nuovo Governo, che speriamo si possano trasformare in qualcosa di concreto.

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