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BTP Italia, pregi e difetti

Sarà disponibile dal 19 al 22 marzo il nuovo titolo di stato quadriennale legato all'inflazione italiana con bonus per i risparmiatori che lo terranno fino alla scadenza.

di Giacomo Saver 9 mar 2012 ore 10:23
Il Ministero dell'Economia, nel tentativo di raccogliere mezzi finanziari freschi direttamente dai risparmiatori finali, ha in 'rampa di lancio' il nuovo BTP Italia. Si tratta di un titolo di stato il cui rendimento, noto solo a posteriori, sarà agganciato all'inflazione italiana.

Rispetto agli altri titoli di stato, il nuovo BTP rappresenta una novità per due motivi:

•    è collocato direttamente presso il pubblico dei risparmiatori attraverso la piattaforma del MOT (il mercato delle obbligazioni di Borsaitalia) e non con il meccanismo dell'asta;
•    è indicizzato all'inflazione italiana e non a quella europea.

Il minimo sottoscrivibile è pari a mille euro, la durata quadriennale ed è previsto un 'bonus' per quei risparmiatori che terranno il BTP Italia fino alla scadenza.

Punti di debolezza
Il BTP Italia, che ha il pregio di corrispondere gli interessi e di indicizzare il capitale finale al tasso di inflazione della nostra Penisola e non dell'intera area euro, presenta due lacune.

In primo luogo la durata breve. Questa caratteristica del BTP, indispensabile per attirare le simpatie del grande pubblico che non ama investimenti a lunga scadenza, rischia di ritorcersi contro gli stessi risparmiatori che lo sceglieranno. L'inflazione, infatti, rappresenta un pericolo soprattutto per le lunghe scadenze. Se è difficile immaginare che tra quattro anni i prezzi stazionino su livelli molto più elevati di quelli attuali, è semplice pensare che tra venti o più anni l'inflazione avrà dispiegato i suoi malefici effetti.

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In secondo luogo non è possibile conoscere, prima della conclusione del collocamento, il tasso effettivo di rendimento del titolo stesso.

BTP, BTP indicizzati o BTP Italia?
Dovendo scegliere tra le tre tipologie di BTP attualmente disponibili per l'investitore, è opportuno dare qualche indicazione di carattere pratico. Anzitutto, come abbiamo visto, l'inflazione rappresenta un pericolo solo per durate medio lunghe. Inoltre c'è una nutrita scuola di pensiero che vede nella crisi attuale una possibile deflazione, ossia un ribasso dei prezzi causato da un indebolimento della domanda. Questa eventualità penalizzerebbe i possessori di BTP indicizzati (compresi i nuovi BTP Italia), dal momento che le cedole future sarebbero più basse di quelle attuali essendo agganciate ad un indice dei prezzi decrescente.

Per diversificare e proteggersi anche da questa eventualità negativa, per durate inferiori a cinque anni è bene investire soprattutto in BTP tradizionali. Per le durate superiori, invece, è più saggio affiancare ai BTP anche i BTPi addirittura sostituendo i primi con questi ultimi per durate molto lunghe o per finalità specifiche (ad esempio legate alla previdenza integrativa).

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I BTP Italia, invece, non hanno un così forte appeal proprio a causa dell'incertezza relativa al loro rendimento ed al fatto che la durata è estremamente corta. Si potrebbe obiettare che è sempre possibile rinnovare i titoli alla loro scadenza con BTP di nuova emissione. Questo ragionamento è essenzialmente corretto, ma non è detto sarà di facile applicazione. In definitiva nessuno ci garantisce che l'esperimento dei BTP Italia andrà a buon fine e sarà ripetuto. La storia insegna che alcuni tipi di titoli di stato sono di fatto estinti (Ad esempio I CTR e i CTO).

Di forte impatto commerciale, l'emissione dei nuovi BTP indicizzati all'inflazione italiana non sembrano essere così diversi dai BTPi già conosciuti ed utilizzati da parecchi risparmiatori. La durata breve e l'incertezza in merito al tasso di rendimento offerto implicano una certa diffidenza verso la sottoscrizione di questo titolo.

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A chi vuole inserirlo in portafoglio consiglio l'acquisto sul mercato successivo al collocamento, in modo da poter disporre di tutti gli elementi necessari per scegliere oculatamente (ricordo che ad oggi il rendimento effettivo è ancora sconosciuto). Per investire sulle durate lunghe sono a disposizione gli ottimi BTPi, mentre per investimenti inferiori a cinque anni è possibile utilizzare i BTP classici.

Giacomo Saver
Formazione e Consulenza Finanziaria Indipendente
http://www.segretibancari.com

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