NAVIGA IL SITO

Investimento agricolo per piccoli risparmiatori: i gruppi di acquisto terreni

Un investimento di lungo periodo, buona opportunità per diversificare il portafoglio. Come investire nei Gat e diventare soci di un’impresa agricola. Aspettando la rivalutazione dei terreni

di Marco Delugan 6 nov 2013 ore 16:19
Quando si parla di destinazione dei risparmi, anche tra i beni rifugio, la terra non trova quasi mai posto, forse perché accessibile solo a capitali ingenti, o forse perché fuori moda da un po’. Ma con i gruppi di acquisto terreni investire in terreni e attività agricole diventa più accessibile. Così si aggiunge un’opportunità per diversificare il portafoglio guardando alla lunga durata. Di cosa sono e come funzionano i gruppi di acquisto terreni abbiamo parlato con Gianluca Marocci, che con Rosanna Montecchi ed Emanuele Carissimi ha inventato i gruppi di acquisto terreni e depositato il marchio Gat.

LEGGI ANCHE: Come investire nei beni rifugio

Dottor Marocci, cosa sono i Gat?

Sono gruppi di persone che decidono di mettersi assieme per acquistare un terreno e avviare su di esso un’azienda agricola. Il nostro ruolo è aiutare questo gruppo a realizzare il suo progetto. Una volta trovato il numero di soci e i soldi necessari, il gruppo di acquisto diventa una Sarl - società agricola a responsabilità limitata - con i vantaggi fiscali che ne conseguono, soprattutto nel momento dell’acquisto del terreno. I nostri progetti partono con persone che hanno già una competenza specifica in agricoltura, a volte viene costituita un’azienda nuova, a volte un Gat investe su aziende agricole già avviate.

E come funzionano?

I progetti di acquisto di un terreno solitamente prevedono la realizzazione di un gruppo di 100 soci, con quote di partecipazione di 15mila euro, nessun socio può possederne più di quattro, ma si possono sottoscrivere quote in più progetti, fino a un massimo di 100mila euro investiti. E’ vietato recedere o vendere le quote nei primi due anni di attività per mantenere un approccio da investimento di periodo non breve.

Chi sono i destinatari principali dei vostri prodotti?

Cerchiamo sempre di contattare e coinvolgere i gas, i gruppi di acquisto solidale, che hanno una filosofia che si integra bene con la nostra, ma molto importanti per la commercializzazione dei prodotti delle aziende Gat sono anche i mercati dei contadini e la vendita diretta. In futuro vorremmo sperimentare anche forme di commercio a domicilio.

Come è nata l’idea?

E’ nata dalla crisi, finanziaria soprattutto, ma è stata anche stimolata dall’esperienza dei Gas, dei gruppi di acquisto solidale e dall’idea di aggregarsi per poter investire in terreni agricoli. Alcune idee e riflessioni che ci hanno spinto a questa iniziativa sono parenti di quelle del movimento per la decrescita, e ci inseriamo in questo filone pur restando comunque un po’ al margine. Non siamo infatti per la decrescita in senso stretto, ma ci sentiamo comunque vicini a quello spirito quando sosteniamo che la cosa più importante è la comunità, il prodotto che si fa, la salubrità del processo produttivo e dell’azienda agricola stessa, la rilocalizzazione della produzione e la filiera corta. In realtà non abbiamo inventato niente di nuovo, perché tentativi di aggregazione in campo agricolo ce ne sono e ce ne sono già stati in passato. Quello che caratterizza la nostra iniziativa è che noi cerchiamo di dare un’impronta più professionale, di creare uno standard, di costruire una rete e dare un valore aggiunto alle attività agricole.

LEGGI ANCHE: I perché della decrescita felice: intervista a Maurizio Pallante

Di che tipo di valore aggiunto si tratta?

Un valore aggiunto è, ad esempio, nella rete tra le diverse aziende legate ai Gat. Da questa rete le aziende stesse potranno trarre vantaggio per la commercializzazione, per la promozione del marchio Gat, per l’ulteriore rete di soci che può fungere da base per il passaparola sul territorio, cosa importantissima perché un’azienda agricola ha bisogno di arrivare direttamente al consumatore perché è proprio nel rapporto diretto tra produttore e consumatore che si può produrre ricchezza.

A che punto è il progetto Gat?

Adesso ci stiamo concentrando sullo sviluppo e sulla chiusura dei progetti che già abbiamo fatto partire. Per nuovi progetti, cioè per l’avvio di nuovi Gat, abbiamo già molte richieste ma non possiamo prenderle davvero in carico perché non riteniamo di avere ragionevoli possibilità di portarli a termine, di trovare tutti i soci e tutti i soldi necessari.

Perché può essere un investimento interessante?

E’ un investimento di lungo periodo, affrontabile anche da chi non ha grossi capitali, e può essere una buona opportunità di diversificazione del portafoglio. Per il futuro vorremmo anche capire se possono essere praticate formule diverse, più simili al funzionamento dei fondi di investimento, in modo da permettere l’accesso anche ai piccoli risparmiatori. E inoltre, tutti quelli che oggi hanno dei risparmi possono capire molto facilmente che rispetto alla finanza di carta questo tipo di investimento non sposta risorse all’estero, ma le mantiene in Italia per produrre cose di qualità e per mantenere e valorizzare tutto quello che rende differente la nostra nazione, tutto il patrimonio alimentare e di conoscenze che abbiamo in merito.

Quanto rende investire in un Gat?

Dipende da situazione e situazione. L’idea è quella che su un orizzonte temporale di quattro o cinque anni ci possa essere un rendimento tra il 2-3% all’anno derivante dall’attività agricola - rendimento paragonabile a quello di uno strumento poco rischioso a reddito fisso - più una rivalutazione del terreno e dell’azienda che nel lungo periodo possiamo prevedere possa dare delle soddisfazioni, soprattutto in vista del probabile trend al rialzo dei prezzi agricoli nel lungo periodo. Siccome i rendimenti sono necessariamente abbastanza modesti, e anche variabili perché l’attività agricola è soggetta all’imprevedibilità delle condizioni meteo e delle condizioni commerciali, il nostro obbiettivo è cercare di dare una rendita sicura intorno al 2-3%, ma attorno a questo cerchiamo di dare altri benefit, come sconti ai partecipanti sui prodotti della rete delle aziende dei Gat.
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
TUTTI GLI ARTICOLI SU: investire in beni rifugio
da

SoldiOnline.it

Il FTSEMib chiude invariato

Il FTSEMib chiude invariato

Qualche spunto tra i titoli del settore bancario: chiusura positiva per il Monte dei Paschi di Siena e per la Popolare di Sondrio. Focus su MFE-MediaforEurope Continua

Guide Lavoro

Le diverse tipologie di contratti di lavoro: caratteristiche e utilizzi

Le diverse tipologie di contratti di lavoro: caratteristiche e utilizzi

Da quello a tempo indeterminato a quello accessorio, passando per quello a tempo determinato, per quello in somministrazione e per tutte le altre tipologie di contratto di lavoro Continua »