Referendum Grecia e borse europee

Domanda: Da quanto ho capito nei giorni appena scorsi le borse di tutta Europa hanno subito forti perdite anche a causa della decisione del Governo greco di indire un referendum popolare per l’accettazione delle misure di austerità chieste da Ue ed FMI in cambio degli aiuti da 130 miliardi di euro per superare la crisi.
 
Quello che le chiedo è: perché questa ipotesi ha fatto scendere le borse?

Risposta: C'è uno stretto legame tra le borse, i rendimenti dei titoli di Stato e la crisi dell'euro. In uno scenario politico incerto ed economicamente fragile, il referendum del Premier greco non fa altro che mostrare segni di debolezza di un esecutivo incapace di misure forti. Che senso ha, a mio avviso, chiedere tramite un referendum agli elettori se questi sono d'accordo ad un piano di austerità?

Probabilmente questa ricerca di popolarità da parte di Papandreou lascia trasparire l'impossibilità di agire subito con misure in grado di risollevare il Paese ellenico. Questo si è tradotto in un nuovo aumento dei rendimenti sui BTP causati dalla vendita degli stessi e dalla discesa delle quotazioni dei medesimi. Ancora una volta abbiamo vissuto l'effetto contagio...

Il rialzo nei tassi di interesse rende meno allettante l'investimento in borsa. Basti pensare che i tassi sui conti deposito, impieghi a zero rischio, sono prontamente saliti. Ora le persone, sfiduciate da un crollo che è anzitutto un crollo di fiducia verso le istituzioni, banche e Stato in primis, vendono qualunque tipo di attività finanziaria ritenuta rischiosa per investire nel porto sicuro dei conti on line che oggi danno interessi competitivi. Da un lato c'è la certezza di un tasso “allettante”, dall'altro l'incertezza della borsa e la paura di un default dell'intero progetto Euro. Il quadro è al completo...

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Giacomo Saver
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