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Credit Default Swap: che cosa sono e cosa ci dicono

Misurano il rischio di credito percepito dagli operatori finanziari.

di Giacomo Saver 14 set 2011 ore 10:05
I CDS sono lo strumento più adatto per misurare la temperatura al mercato, con il fine preciso di individuare in che misura il rischio Paese è percepito dagli investitori.

Domanda - La mia domanda è la seguente, e riguarda i credit default swap: cosa sono, a cosa servono, perché sono importanti, cosa significano i cambiamenti della loro quotazione?

Grazie

Risposta - Per comprendere come funzioni un credit default swap (CDS) è utile immaginare di essere un obbligazionista che detiene bond di un certo emittente e voglia coprirsi dal rischio di insolvenza dello stesso. Ad esempio un soggetto che detiene titoli di Stato italiani può volersi assicurare contro il rischio di insolvenza del nostro governo e, a tal fine, si accorda con un altro soggetto. Quest'ultimo si fa da garante dei pagamenti, così da intervenire in caso di inadempienza del debitore principale. E lo fa dietro un corrispettivo espresso in centesimi di punto percentuale. Così dire che un credit default swap per lo Stato italiano quota 500 punti base significa che il 'costo della copertura' dal rischio di insolvenza del nostro governo costa il 5%.

Mentre se è normale che nei momenti di crisi il costo dei CDS cresca, il loro incremento non va immediatamente messo in relazione con un accresciuto rischio di default, ma solo con l'aumentata percezione dello stesso. I credit default swap sono il prezzo del rischio che il mercato richiede per investire in titoli di un certo emittente, e di conseguenza subiscono gli 'sbalzi emotivi' dettati da paura e avidità da parte degli operatori che li determinano. In altre parole non è assolutamente detto che un incremento importante nei CDS si traduca automaticamente nel fallimento dell'emittente.

I CDS, al pari dello spread tra BTP e Bund, sono una misura della rischiosità, che si traduce in un maggior rendimento, dei nostri titoli di Stato. L'informazione che i credit default swap forniscono è simile a quella degli spread, ma con una differenza importante che adesso approfondiremo.

Se vogliamo misurare il maggior rendimento di un bond di casa nostra rispetto ad un omologo tedesco ritenuto privo di rischio, lo spread è l'indicatore più utile. Esso esprime la misura in cui l'investitore in BTP è 'premiato', in termini di maggior rendimento, rispetto a chi ha scelto un titolo simile ma emesso dal governo tedesco. Se invece l'obiettivo dell'analisi è quello di misurare la temperatura al mercato, con il fine preciso di individuare in che misura il rischio Paese è percepito dagli investitori, i CDS sono lo strumento più adatto. Il motivo risiede nel fatto che i credit default swap sono meno 'manipolabili' dalla Banca Centrale Europea, i cui acquisti di titoli di Stato italiani, provocando l'incremento delle quotazioni degli stessi, generano parallelamente una riduzione dei loro rendimenti e quindi dello spread. Al contrario i CDS non sono in nessun modo influenzabili dalla politica monetaria, cosicché sono un indicatore più affidabile di quanto il mercato sia ottimista o pessimista nei confronti della solvibilità di un certo emittente.

Così come un'alterazione dell'emocromo non prelude alla morte dell'individuo che può ritornare in salute in tempi brevi, allo stesso modo è accaduto che valori 'anomali' dei credit default swap ritornassero su cifre più ragionevoli. In questi casi i tassi di rendimento (e gli spread) si sono ridotti in modo sensibile, per la felicità di chi aveva investito in quegli stessi titoli durante il periodo di bufera.

Seguire l'andamento dei CDS è importante per avere un'idea del 'sentiment' degli operatori, ma prima di compiere scelte affrettate e giustificate da fenomeni di panico di massa è bene restare razionali e, soprattutto, mantenere la lucidità ragionando con la propria testa.

Purtroppo il 'così fan tutti' che Robert Cialdini definisce “riprova sociale” è un forte elemento persuasivo che ci spinge, in quanto individui emotivi, verso scelte non sempre ottimali. Il fatto che i CDS siano molto alti non significa nulla più di questo: gli operatori sono spaventati. Ma valutare se le paure siano giustificate e quanto aderire al pensiero della massa è una delicata scelta individuale.

Giacomo Saver
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