Cosa sono le agenzie di rating?
Società private il cui obiettivo è fornire analisi sulla solvibilità degli emittenti di obbligazioni
di Giacomo Saver 22 set 2011 ore 10:02Domanda - Buongiorno dottor Saver. Le agenzie di rating sembrano dominare il mondo della finanza, e ogni sembra che dominino anche quello della politica. Ma cosa sono e come operano? Cosa vogliono dire i loro rating? Li danno di loro volontà, o qualcuno glieli chiede?
Grazie
Risposta - Le Agenzie di rating nacquero all'inizio del secolo scorso in America. Dopo il crollo del 1907, John Moody diede vita, due anni dopo, ad un'azienda il cui obiettivo era fornire analisi sulla solvibilità dei bond ferroviari. Il giudizio sintetico veniva espresso attraverso una lettera dell'alfabeto, a partire dalla lettera A.
Negli anni successivi il fenomeno del 'rating', ovvero del giudizio di affidabilità dell'emittente di un prestito obbligazionario crebbe notevolmente in due direzioni. Da un lato le Agenzie si moltiplicarono, dall'altro il numero dei bond coperti dal giudizio si allargò moltissimo. Oggi ad essere dotati del giudizio sono tutti i principali prestiti obbligazionari emessi da privati e da Stati Sovrani.
Il rating è un parere sull'affidabilità dell'emittente di uno o più bond e viene espresso attraverso la combinazione di alcune lettere dell'alfabeto secondo lo schema di massima qui riportato:
Giudizio | Significato |
AAA | Elevata capacità di ripagare il debito |
AA | Alta capacità di ripagare il debito |
A | Solida capacità di ripagare il debito |
BBB | Adeguata capacità di ripagare il debito |
BB o B | Debito speculativo, rischi di insolvenza |
CCC o CC o C | Elevate probabilità di insolvenza, debito speculativo |
I problemi fondamentali dell'affidabilità dei rating sono due. In primo luogo le analisi non sono aggiornate in tempo utile per comprendere tutte le variazioni dell'ultim'ora. Inoltre le stesse si basano per lo più sulle risultanze contabili fornite dagli stessi soggetti sottoposti a giudizio. Accade così che aziende che hanno perpetrato gravi truffe a livello contabile, ma che ad un primo livello di analisi sembrano essere 'a posto', in realtà nascondono rischi che il rating stesso non è in grado di cogliere. Il riferimento al caso Parmalat non è assolutamente casuale.
In seconda battuta sono gli stessi emittenti le obbligazioni che richiedono il rating e ne pagano i costi. Ciò accade perché le obbligazioni prive di rating sul mercato dei capitali internazionale godono di minore liquidità e minor favore. Le obbligazioni prive di giudizio, infatti, devono pagare tassi di interesse più elevati (perché l'emittente non dispone di una misura comunemente accettata che permetta la valutazione dei rischi). Inoltre i bond non 'retati' non possono entrare a far parte dei portafogli di investimento dei fondi e degli altri investitori istituzionali.
Da questo emerge come le Agenzie operino in sostanziale conflitto di interessi, poiché nel giudicare i propri clienti non potranno essere obiettive al 100%, per non correre il rischio di non ricevere più lavoro. Per questo motivo, a mio avviso, il giudizio fornito dalle agenzie non deve essere preso troppo sul serio. O quanto meno la scelta di investire in un determinato bond non deve basarsi solo sul rating.
Ultima considerazione conclusiva: la tripla A, ossia il miglior giudizio ottenibile, non significa sicurezza assoluta. Sebbene i casi di insolvenza di emittenti con le mitiche tre A siano estremamente rari, anche un debitore solido può fallire.
Giacomo Saver
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