Un nuovo equilibrio tra consumi e risparmi?
Un nuovo equilibrio tra manifattura e finanza. Un gioco tra Cina e Stati Uniti? Non solo, e forse non basterebbe. Serve una nuova distribuzione della ricchezza per uscire dalla crisi
di Redazione Soldionline 10 feb 2009 ore 10:53Al World Economic Forum 2009 di Davos, il premier cinese Wen Jiabao, ha occupato il centro della scena: «Bisogna ritrovare un equilibrio tra manifattura e finanza, tra chi consuma e chi risparmia. Solo così la primavera è dietro l'angolo e l'inverno passerà».
Prosa limpida, toni enfatici in questa epica orientale. Personaggi e interpreti: le formiche cinesi, le cicale yankees.
La Cina produce offerta, consuma poco = risparmio.
Gli USA producono domanda superiore alla loro capacità di spesa = debito.
Questo lo squilibrio, la crisi.
Un nuovo equilibrio, dice Wen?
Fattomi più realista del re, mi metto a caccia di equilibri.
1 - I consumatori yankees, con redditi insufficienti, si fanno avari; quelli cinesi prodighi. Si produce quindi una riduzione del Pil Usa da compensare con un aumento di offerta al mondo. Impossibile, a fronte di un sistema inabile alle esportazioni.
2 - Il piano Obama prevede sgravi fiscali e politiche keynesiane per fornire lavoro e reddito agli stremati consumatori, propensi però ad acquistare le convenienti merci cinesi. Barriere daziali allora. Già! E se i cinesi non finanziano più quel debito sempre più grande?
3 - I cinesi finanziano il reddito per il consumo nazionale con il surplus di bilancio; si sfiancano e, finché dura, si salvano. Gli americani no, il mondo neppure.
Ipotesi mistiche, accipicchia. Difficile scorgere l'equilibrio.
Nell'irrealismo delle ipotesi però si mostra lampante una costante: il reddito, o meglio, l'insufficienza di quel reddito per sostenere la domanda, causa prima della crisi.
Riequilibrare questo squilibrio, sta qui un nuovo equilibrio.
Nel mondo sviluppato vivono consumatori che mancano di reddito adeguato per far fronte al carico di consumo necessario per generare ricchezza; sorte analoga per i consumatori dei paesi in via di sviluppo: poco reddito per dar corso alla pratica del consumo, per saldare le differenze rispetto al mondo abbiente. E che dire degli abitanti del terzo mondo? Con un reddito di 1$ al giorno, ma quale ricchezza!
Riconoscere allora, nell'esercizio obbligato del consumo, un Lavoro a garanzia della crescita economica risulta un punto di equilibrio possibile.
Toh! Con un tal lavoro di consumo si rigenera la produzione, si rigenera il lavoro, si ri-rigenera la ricchezza, la si distribuisce.
Non un'opzione: una necessità.
Il reddito da consumo: un doppio ristoro.
A chi parrebbe di poter scorgere così un nuovo equilibrio di sistema, scorga. Scorga pure.
Mauro Artibani
www.professionalconsumer.splinder.com
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