Il mercato della responsabilità
Semplici meccanismi di responsabilità sociale per imporre misura all'agire. Ne avremo tutto da guadagnare. Ricchezza, ma anche un pizzico di benessere e produttività sociale
di matteo-prova matteo-prova 21 lug 2008 ore 13:48Beh, insomma, si consuma per consumare e continuare a consumare: la vita spesa a fare la spesa. Un automatismo, per fornire ricchezza al sistema economico, che non contiene misura.
I furori delle mode spazzano via merci ancora cariche di valore; il debito da credito al consumo cresce vertiginosamente; la monnezza, non ne parliamo; le solitudini acquisitive angosciano.
Insomma sprechi, indebitamento, inquinamento eppoi, stress da prestazioni, miseria nelle relazioni: un cumulo di inefficienze sovrasta il nostro fare e che il boom nel consumo di lotterie e grattaevvinci rende impietoso.
Esempi mirabili di irresponsabilità che rischiano di neutralizzare la nostra forza, misconoscere il nostro Ruolo, cancellare le nostre prerogative.
Giammai!
L'eccesso di offerta subordina produttori e venditori: la domanda comanda. Questo il precetto a nostro carico; possiamo spenderlo oculatamente sul mercato della responsabilità.
Il lavoro che si esercita nella consumazione, lascito obbligato della pratica dell'acquisto, sarà la bussola in grado di orientare il nostro fare.
Rimette dignità all'esercizio di consumazione, solidarietà tra gli astanti; mitiga gli stress.
Un reddito da questo lavoro poi rimette a noi i nostri debiti.
Abbigliati in orgogliose livree professionali non si acquista a iosa: si domanda.
L'ambiente è il luogo del nostro esercizio professionale? Guai a sporcarlo, impuzzolentirlo, manometterlo.
Et voilà il gioco è fatto: semplici meccanismi di responsabilità sociale per imporre misura all'agire.
Ne avremo tutto da guadagnare: ricchezza si, magari un pizzico di benessere e, mi voglio rovinare, una spruzzata di produttività sociale buona per tutti, proprio tutti.
Prosit.
Mauro Artibani
http://www.professionalconsumer.splinder.com/
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