Crisi economica: non ci sono colpevoli!
Un po’ ammaccato e senza più lo splendore di un tempo, il pil rimane il totem di tutti. La danza dei fedeli della crescita non si ferma. Ogni tanto inciampa. Fa parte del gioco: nessun colpevole…
di Marco Delugan 26 gen 2009 ore 10:57C'è un comandamento, quello della crescita economica che conforma le azioni, i gesti di tutti noi; che dà sostanza alla politica, fiducia ai consumatori.
Di qua passa il lavoro, la ricchezza, il futuro, l'ottimismo. Per la stessa via si produce, si commercia, si acquista senza posa. Quella crescita arricchisce, magari ingrassa, spreca, inquina. Ma tant'è.
Un precetto insomma nelle corde di tutti, nella speranza degli esclusi, nei proclami dei politici, nella dottrina degli economisti. Esegeti di ogni dove, giurati della continuità, cantori del "guai ai vinti" affollano il mondo.
Il pil, per quanto abbia perso l'appeal dei giorni migliori, è il totem attorno a cui danzano instancabili i facinorosi della crescita: i produttori, nel produrre un eccesso di offerta rispetto ai redditi disponibili; i consumatori, a smaltire quell'eccesso con il debito; quelli del credito a spalmare, su tutto e tutti, credito sul debito; le banche centrali a mettere liquidità per sostenere quel credito; i politici a corroborare prodiga fiducia; gli economisti a predicare sviluppo.
Tutti costretti a recitare il mantra della crescita. Tutti insomma ben oltre il lecito per dovere d'ufficio. Da questo alla crisi economica il passo è breve. Et voilà il paradosso: si è ubbidito, questa la colpa. Non ci sono colpevoli!
Mauro Artibani
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