FTSEMib: errori da matita rossa
Su queste pagine si sono già indicati le azioni che potevano evitare in passato di incorrere in grafi sbagli. Oggi, unitamente all’analisi del momento, indichiamo quali saranno gli erriri futuri.
di Fabio Pioli 17 mar 2025 ore 11:51Di Fabio Pioli, trader professionista, ideatore di Miraclapp, la più grande piattaforma del reddito extra
Nell’articolo della scorsa settimana (FTSEMib: fuori dai supporti) abbiamo evidenziato l’importanza dei laterali come precursori dei trend e quindi anche l’importanza di questo laterale attuale come apripista e causa del prossimo trend sull’indice italiano FTSEMib, scrivendo ad esempio: “il prossimo movimento direzionale affonderà le radici in questo presente laterale”.
E, come era lecito aspettarsi, ad una settimana da quell’articolo, il movimento laterale non è finito (Figura 1). Nonostante si pensi che i mercati siano dinamici, in effetti essi sono statici per il 90% del tempo e si muovono nel restante 10%.
Fig 1. Future FTSEMib – Grafico settimanale
E possiamo andare oltre (con la decisiva avvertenza che diremo successivamente), spingendoci a dare la nostra versione di dove ci troviamo all’interno del trend per dare una interpretazione personale di dove si potrebbe uscire dal laterale.
Tracciando solo l’ultimo movimento rialzista (prima ce ne sono almeno due se non tre) ci dovremmo trovare nella seconda onda di rialzo (che si chiama onda 3) e, all’interno di tale onda,dovremmo essere in onda 4. Dovremmo quindi assistere ad un’uscita verso l’alto da questo laterale, per fare un nuovo massimo (con onda 5 di 3), stornare con onda 4 in grassetto e poi fare il massimo definitivo di questo ultimo movimento (onda 5) (tutto in Figura 2).
Fig 2. Future FTSEMib – Grafico settimanale
Attenzione però: questa ricostruzione è solo utile ai fini del dialogo tra me e voi e non toglie né aggiunge nulla a quello che è giusto o non giusto fare.
Al di là del dettaglio, che può risultare simpatico per divertirsi a scoprire se ci si azzecca o no, non si deve dimenticare il quadro generale. Sono infatti stati fatti errori da matita rossa nell’ignorarlo, questo quadro generale.
Questi errori da matita rossa sono stati: in primo luogo il comprare titoli in questa e nella precedente fase, in secondo luogo il mettersi short, in terzo luogo non avere avuto e non avere un piano di uscita dai titoli in portafoglio. Più un errore extra, concettuale, quello che farà più danni in futuro.
Il primo errore grave (il comprare titoli in questa fase o anche nella precedente ossia da un anno a questa parte) non riguarda, si badi bene, solo chi ha comprato tutti i titoli che hanno, giustamente, perso di valore (l’elenco è numerosissimo, si va da Stellantis a STM, a Nexi, Campari ma coinvolge anche, se vogliamo ENI, ENEL e troppi altri titoli per elencarli tutti) ma anche chi ha comprato i bancari o tutti gli altri titoli che sono invece saliti.
Non è l’esito dell’errore che fa l’errore ma è l’errore stesso. Anzi, chi è stato corretto tramite la punizione diretta del suo comportamento è in una condizione migliore di colui che ha evitato la punizione perché il maestro (il mercato) non se ne è accorto subito: i primi, che sono stato corretti, hanno imparato, si sono resi conto dell’errore e sono sulla via giusta per apprendere a non ripeterlo in futuro; i secondi invece, è come se usassero per parlare sempre il verbo nella forma sbagliata (l’imperfetto al posto del congiuntivo ad esempio); anche se nessuno li ha corretti finora, prima o poi l’errore ripetuto sarà notato e punito dal maestro (sempre il mercato); sono quindi più indietro dei primi e, in un certo senso, più sfortunati.
E perché il comprare è errore da matita rossa? Perché ci si trovava e ci si trova ben lontani dai supporti di lungo periodo (Figura 3): si sta dunque sperando che i prezzi non facciano quello che di solito fanno: arrivare a tali livelli (che, in questo momento sono in area 25.700-25-800).
Chi compra sta quindi scambiando un rischio per un’opportunità, un comportamento errato per uno giusto. E chi non è stato corretto subito tramite la punizione immediata del comportamento, ripeterà l’errore anche in futuro e subirà dopo le stesse conseguenze.
Fig 3. Future FTSEMib – Grafico settimanale
Il secondo errore, completamente opposto come azioni compiute dal primo, è l’essersi messi short.
A chi è stato evidente l’errore di comprare (perché lontani dai supporti), è occorso di scambiare la cosa come indicazione di vendere. E’ come se nel tema di italiano, invece che scrivere in italiano, si fosse scritto in inglese. Che c’entra? Cosa centra il non comprare con il vendere e, in questo modo, mettersi contro trend? Anche qui errore da sottolineare con matita rossa.
Il terzo errore è stato ed è non avere un piano di uscita per i titoli in guadagno: essendo che questi titoli scenderanno (ciò che sale oltre una certa percentuale prima o poi deve scendere per trovare un livello più naturale), non conoscere dove si andrà a vendere esporrà ad un’unica alternativa: tenere il titolo nel lungo periodo.
Ed ecco, lasciatemi dire, l’errore concettuale, il più grave di tutti.
Questo errore ormai è ineliminabile qualsiasi cosa io possa scrivere e, essendo concettuale, sarà la causa di tutti gli errori futuri.
Consiste nel credere che nel lungo periodo i titoli salgono ossia, in altre parole, prima o poi recupereranno il valore al quale li si è comprati.
Questo produrrà due errori futuri (li scrivo già qui a testimonianza che era possibile prevederli già ora): il ricomprare a prezzi più bassi i titoli che si sono venduti a prezzi più alti; il tenere i titoli in portafoglio nella speranza che recupereranno i prezzi o con l’idea di intascarne i dividendi.
Sarà impossibile infatti far cambiare al piccolo risparmiatore l’idea che, tenendo i titoli (a prescindere da dove si sono comprati) egli recupererà un giorno i prezzi o che avrà un buon rendimento.
Questo errore infatti è già insito nella cattiva educazione che l’andamento dei prezzi degli ultimi anni ha inculcato in lui.
E’ un errore per due motivi: primo, scambia gli obiettivi (l’obiettivo dell’investimento è guadagnare ma diventa “un giorno recuperare quanto investito”); secondo neanche quanto sopra è scontato in quanto non esiste purtroppo una legge che dice che nel lungo periodo i prezzi di qualsiasi cosa prima o poi saliranno né che i dividendi ripagheranno l’investimento fatto.
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