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Pensioni d’oro, ecco i record italiani

Tanti, tantissimo soldi per qualcuno. Sembra di leggere gli stipendi dei campioni di calcio, e invece sono pensioni. Meglio non pensare a quanto valgono le minime, in questi casi. O forse sì.

di Carlo Sala 14 mag 2012 ore 10:31
Tremila e otto euro al giorno, sembra il cachet di un campione di calcio e invece è la pensione più alta d’Italia. Ad aggiudicarsi il primato è un personaggio tutto sommato sconosciuto: Mauro Santinelli, classe 1947 e un passato da manager in Telecom e un presente da pensionato attivo: 90.246 euro di pensione al mese garantiscono certo una vita serena, ma per non cadere nella noia, Santinelli lavora ancora: è consigliere di amministrazione della stessa Telecom e amministratore unico di Ectel International e presidente del consiglio d’amministrazione di Enertel Servizi Srl. Tutti incarichi per i quali è corrisposto un gettone di presenza. Un milione 173.205 euro il costo lordo della sua previdenza in un anno, Santinelli tiene a debita distanza altri 2 pensionati d’oro, entrambi classe 1943, come Alberto De Petris, anche lui proveniente dal settore telefonico e titolare di una previdenza di 653.567 euro lordi/anno, e Mauro Gambaro, ex direttore generale di Interbanca oggi all`Inter, che percepisce un vitalizio lordo annuo di 665.084 euro.

Se a sorpresa è il settore privato quello che fa registrare i trattamenti pensionistici più generosi, vitalizi assai cospicui non sono rari nel settore pubblico. L’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi cumula 30 mila euro mensili di pensione Bankitalia con 4000 euro dell`Inps ed i 19.054 euro dell`indennità da parlamentare (è senatore a vita), Lamberto Dini incassa 18mila euro da Bankitalia, 7000 dall`Inps e 19.054 dal Senato, Giuliano Amato 22.048 euro al mese dall`Inpdap e 9.363 dal Parlamento. Oscar Luigi Scalfaro, oltre all`indennità di palazzo Madama (19.054) prendeva 4.766 euro netti al mese dall`Inpdap per avere esercitato l`attività di magistrato dal 1943 al 1946.

Facendo le pulci al governo in carica, Mario Giordano nel suo ultimo libro (“Sanguisughe”) riferisce che il 64enne sottosegretario ai Rapporti col Parlamento  Antonio Malaschini percepisce 519.014,45 euro lordi l’anno come ex segretario generale del Senato: al netto fa una somma di 277.120,70 euro, pari a 1.421 al giorno. Ma sommando a tale trattamento la retribuzione per l’incarico di governo (188.868,91 euro lordi, 106.005,09 netti), le entrate giornaliere di Malaschini arrivano alla quota di 1.939 euro.

Sempre grazie a Giordano, scopriamo che Malaschini non rappresenta certo un’eccezione nelle fila del rigoroso governo Monti. L’altro sottosegretario ai Rapporti col Parlamento Giampaolo D’Andrea, 56 anni, godeva di una pensione di 4.800 euro mensili come ex senatore e di altri 4.200 euro come ex consigliere regionale, ma ha chiesto di sospenderne la corresponsione mentre è ancora in attività. Viceversa il 62enne ministro per la Cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi cumula una previdenza di 81.154,58 euro l’anno, cioè 6.242,66 euro al mese,  con una retribuzione quale membro del governo di 199.778,25 euro; il sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale al cahcet governativo (188.868,89 euro) di pensioni ne assomma ben 2:  una da medico e una da docente universitario, per un totale di 109.696,75 euro (8.438 al mese). Giampaolo Di Paola guadagna 199.778,25 euro l’anno come ministro della Difesa, a cui aggiunge 314.522,64 euro (24.194 al mese) come ex ammiraglio in pensione provvisoria (e anche 29.441,44 euro per servizi all’estero). 

Titolare di una pensione da ex magistrato di 10.969,02 euro mensilie di un cachet governativo di 178,858,39 euro l’anno (più 42.037,32 di diaria), il sottosegretario Massimo Vari ha fatto richiesta per una seconda pensione per gli anni trascorsi alla Corte dei conti europea.

Carlo Sala
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