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I fondi pensione sono davvero la strada giusta da seguire?

Cosa possiamo fare concretamente per proteggere il nostro futuro tenore di vita? Ecco alcuni spunti di riflessione che aiutano a prendere decisioni più consapevoli.

di Giacomo Saver 21 ott 2011 ore 10:39
Con le ultime novità in tema di pensioni l'esigenza di integrare il proprio reddito futuro diventa sempre più sentita. La scelta di un fondo pensione, però, non è detto che sia la strada migliore da percorrere per raggiungere un traguardo così importante.

Il sistema contributivo, cui sono soggetti i lavoratori dipendenti che hanno iniziato a lavorare dal 1 gennaio 1996, presenta un grande svantaggio. La pensione futura sarà erogata sulla base del montante accumulato negli anni grazie ai contributi versati e agli interessi maturati. Dato che l'importo che sarà convertito in rendita si rivaluta sulla base del tasso di crescita del Pil, i fondi pensione promettono grandi benefici grazie alle forti rivalutazioni potenziali che la partecipazione agli stessi dovrebbe offrire. Ma gli interrogativi non mancano.

I fondi pensione attraggono i lavoratori per due motivi:

1) grazie alla deducibilità dei premi che si traduce in un risparmio fiscale;
2) grazie alla possibilità di ottenere rendimenti elevati che si tradurranno in una ricca pensione integrativa.

Il primo punto è il cavallo di battaglia di banche ed assicurazioni che però enfatizzano in modo eccessivo i vantaggi fiscali di questi strumenti. Se è vero che il sottoscrittore di un fondo pensione risparmia oggi un importo variabile a seconda del suo livello di imposizione, è altrettanto vero che al momento dell'erogazione della prestazione vi sarà una tassazione, seppur più contenuta. Il vantaggio fiscale sarà più importante proprio per coloro i quali, grazie ai redditi elevati, avranno meno bisogno di una copertura previdenziale.

Inoltre l'elevata redditività potenziale di un fondo pensione è ascrivibile in gran parte alla partecipazione ad un comparto di investimento azionario. L'unico in grado di permettere una ricca pensione con contributi contenuti. Il problema è che affidare il proprio benessere futuro all'andamento dei mercati finanziari è molto pericoloso. Le indagini di Mediobanca riferite al mercato azionario italiano hanno dimostrato come la borsa abbia attraversato periodi molto lunghi durante i quali il rendimento offerto è stato negativo. Analoghe considerazioni possono (e debbono) essere fatte con riferimento ai principali mercati azionari mondiali. Che cosa capiterebbe se un crollo di borsa svalutasse il montante contributivo del lavoratore? Oppure se il rialzo tanto sperato si verificasse proprio negli ultimi anni di partecipazione al fondo quando, seguendo un approccio che prevede una partecipazione decrescente al mercato azionario con il trascorrere del tempo, il fondo non avrebbe più nessuna azione?

Ma allora che cosa possiamo fare concretamente per proteggere il nostro futuro tenore di vita?
Credo che i seguenti spunti di riflessione aiutino a prendere decisioni più consapevoli relativamente ad un argomento così importante:

1) il baratto del rischio con il tempo. Se si inizia al più presto un piano pensionistico, sarà possibile ottenere una rendita integrativa 'ricca' senza correre rischi eccessivi. Il montante accumulato a scadenza dipende, infatti, da due variabili: l'ammontare dei versamenti ed il rendimento degli stessi. Iniziando da giovani ad accantonare risorse finanziarie in vista della terza età sarà possibile ottenere rendimenti bassi, ma senza correre rischi, ed arrivare comunque al traguardo grazie alla lunga durata degli accantonamenti;
2) la difesa dall'inflazione. Il mercato azionario non garantisce ritorni reali positivi. Anzi, vi può essere una crescita nelle quotazioni azionarie accompagnata da un'elevata inflazione che ne vanifica gli effetti. In questo modo, a fronte di un ammontare di ricchezza nominale superiore, il potere di acquisto della stessa sarà ridotto. Per questo motivo è bene che gli strumenti utilizzati per costruire una pensione integrativa siano idonei a proteggere il proprio capitale dalla svalutazione monetaria;
3) il contenimento dei costi. Su orizzonti temporali così lunghi, come gli anni che separano il momento attuale da quello del pensionamento, anche un piccolo costo diventerà facilmente una valanga che travolgerà i nostri risparmi. Per questo motivo gli strumenti da utilizzare per integrare il reddito futuro dovranno essere necessariamente low cost.

La constatazione che il tema della previdenza complementare sia delicato, non significa né che esso debba essere rimandato né ignorato. Sviluppare delle lucide riflessioni sulla base dei punti che abbiamo indicato è il primo passo da compiere per salvare la nostra pensione.


Giacomo Saver
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