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Il tasso di interesse sui mutui

Il tasso dei mutui è costituito da due elementi: il parametro di riferimento - Euribor per il variabile e Irs per il fisso - e lo spread, cioè il margine di guadagno delle banche espresso in percentuale

di Paolo Buro 16 apr 2009 ore 14:29

Articolo a cura di ProfessioneFinanza.com

Lo spread è quella parte di tasso che la banca aggiunge al tasso di mercato preso come base (IRS nei mutui a tasso fisso, Euribor nei mutui a tasso variabile) per determinare il tasso finito applicato al cliente.

Istituti diversi possono praticare spread diversi. Si facciano due esempi pratici, il primo con un mutuo tasso variabile mentre il secondo con uno a tasso fisso. Nei mutui a tasso variabile il tasso di mercato di partenza, uguale in tutte le banche, è il tasso Euribor 6 mesi. Chi ha un mutuo a tasso variabile pagherà un tasso finito dato dalla formula: Tassi finito = Euribor 6 mesi + spread Se ad esempio l'Euribor a 6 mesi è il 4,62% (dato di agosto 2007) e lo spread applicato dalla banca è 1,25%, il tasso finito che il cliente paga sarà costituito da 4,62% + 1,25% = 5,87%. Mentre per i mutui a tasso fisso la differenza con quelli a tasso variabile è data dal tasso di mercato di partenza cioè l’ IRS. Se devo contrarre un mutuo a tasso fisso a 20 anni il tasso che pagherò sarà dato da tasso di mercato IRS 20 anni + spread della banca (ad esempio 4,93% + 1,25% = 6,18%). Differenze anche ridotte di spread (0,10% - 0,15%) possono significare, sull'intera durata del mutuo, centinaia o anche migliaia di euro di interessi. Poiché i tassi di mercato sono tassi del sistema monetario, essi sono uguali in tutte le banche della zona Euro. Quindi, una volta individuato la tipologia di mutuo (mutuo a tasso fisso piuttosto che mutuo a tasso variabile) e la durata, la differenza tra l'offerta di una banca e quella di un'altra dipende fondamentalmente dall'ammontare dello spread (dipende in realtà anche da altre voci come le spese di istruttoria, che però hanno un peso molto ridotto sull'ISC del mutuo).Per fare un esempio di confronto per un mutuo a tasso fisso a 25 anni (a parità di altre condizioni):

Banca A: IRS 25 anni + 1,40% Banca B: IRS 25 anni + 1,30% A parità di tipo di mutuo (tasso fisso) e di durata (25 anni) la Banca B offre condizioni migliori dello 0,10% sul tasso. Non bisogna farsi trarre in inganno dai decimali: lo 0,10% di differenza di tasso su un mutuo è una differenza rilevante. Su un mutuo medio di 150.000 euro che dura 25 anni si tratta di alcune migliaia di euro di differenza di interessi pagati.


Paolo Buro
http://www.professionefinanza.com/
paoburo@tin.it

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