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Gli interessi sul mutuo

È forse la variabile più considerata da chi fa un mutuo. Ma è meglio un mutuo a tasso fisso o quello variabile? Qquando bisogna optare per l’uno e quando per l’altro, soprattutto in questo momento di profonda incertezza?

di Paolo Buro 16 apr 2009 ore 11:36

Articolo a cura di ProfessioneFinanza.com

L'interesse rappresenta il compenso che si paga per il finanziamento di un capitale, in misura percentuale e generalmente riferito all'anno. Stiamo quindi parlando di uno degli elementi più importanti da considerare prima di scegliere il tipo di mutuo. Gli interessi sono frutti civili e maturano giorno per giorno in funzione della durata del finanziamento. Il tasso o definito anche saggio degli interessi è solitamente definito in termini percentuali; esso può essere fisso, quando è convenuto nella stessa misura per tutta la durata del mutuo, oppure variabile, quando è determinato con riferimento a parametri mutevoli che vengono determinati con criterio di obiettività e terzietà. Nella prassi bancaria, di regola gli interessi sono corrisposti posticipatamente alla scadenza del periodo di utilizzazione delle somme; nei prestiti pluriennali, nei finanziamenti a medio e lungo termine in genere e nei mutui fondiari, in cui l’ammortamento avviene gradualmente, gli interessi sono conteggiati non sull’importo complessivo bensì sul debito residuo ottenuto deducendo la quota di capitale scaduta. Il tasso di interesse, come visto nelle righe sopra, di un finanziamento può essere:

a) Fisso: quando viene stabilito che il tasso di interesse sarà uguale per tutta la durata del finanziamento. E' opportuno scegliere il tasso fisso quando:

  1. il valore del tasso fisso è sufficientemente vicino ai tassi variabili;
  2. si desiderano importi di rata uguali per tutta la durata e conoscendo quindi esattamente l'ammontare da rimborsare;
  3. si prevede una crescente inflazione e quindi progressivamente una minor incidenza dell'importo della rata sull'ammontare degli introiti (stipendi, pensioni, rendite finanziarie) futuri rispetto a quella attuale.
Il tasso fisso viene comunemente individuato in funzione ad un tasso interbancario di riferimento, il cosiddetto EURIRS (Euro Interest Rate Swap) maggiorato di un coefficiente percentuale definito spread il quale varia tra attualmente alcuni istituti applicano anche spread che sono dello 0,69 l’1% e il 3% e rappresenta il guadagno dell’istituto che ha concesso il finanziamento.

b) Variabile: quando viene stabilito che il tasso si modificherà con periodicità prestabilita in funzione della variazione del tasso preso come base (ad esempio l'Euribor è il tasso interbancario che da gennaio 1999 ha sostituito il Ribor e tutti i parametri dei paesi che hanno aderito all'euro. È rilevato dalla Banca centrale d'Europa e pubblicato sui giornali economici o il Libor (London Interbank Offered Rate) è il tasso di riferimento per le operazioni a breve termine effettuate sulla sterlina inglese. Il tasso del finanziamento sarà in questo caso composto dal tasso base maggiorato da uno spread (differenza tra tasso base e tasso effettivo). E' opportuno scegliere il tasso variabile quando si desidera che il finanziamento segua l'andamento del costo del denaro, prevedendo che nel medio o lungo periodo i tassi base siano tendenzialmente calanti. Inoltre il tasso variabile è sconsigliabile se il rapporto rata e reddito sia molto elevato, intorno al 40% /45%. in questi casi è da preferire un tasso fisso, anche se più costoso del variabile.

Mentre preferisce il tasso variabile in particolare chi ritiene che il costo del denaro possa ancora scendere, e non vuole perdere la possibilità che la sua rata di pagamento si abbassi conseguentemente; se, invece, il costo del denaro sale, aumenterà anche l'importo della rata. Prendendo a riferimento lo stesso momento temporale, il tasso di un mutuo variabile è generalmente più basso di un mutuo a tasso fisso, in quanto in quest’ ultimo caso la banca si fa remunerare maggiormente per il rischio di un futuro aumento del costo del denaro e della connessa perdita della possibilità di impiegare il denaro a rendimento maggiore.

In periodi caratterizzati dell’aumento dei tassi di interesse il tasso fisso per l’acquisto della casa viene preferito dagli italiani. La scelta in questa condizione di mercato da parte delle persone verso un tasso fisso è da attribuirsi a diversi fattori tra cui quelli psicologici, cioè riconducibili alla sfera dell’emotività umana. Tutto questo dipende da molti elementi, come la poca consulenza da parte di chi dovrebbe consigliare la scelta migliore per i clienti e anche perché i bassi redditi attuali determinano nelle persone, giustamente, la paura e l’ansia che i possibili aumenti dei tassi di interesse, possano intaccare il reddito e allo stesso tempo la capacità di essere solvente nei confronti della banca. Bisogna anche dire che la storia dei mercati è fatta da cicli in cui, nel caso dei mercati dei crediti, i tassi di interessi salgono e scendono periodicamente, in relazione a numerosi fattori. Se una persona contrae un mutuo a tasso variabile per una durata lunga, deve già mettere in conto che, nel tempo, si altereranno momenti in cui i tassi avranno un andamento crescente e altri in discesa. Storicamente non si sono mai verificati cicli pluridecennali di tassi in salita, infatti, generalmente i tassi si investono ogni sette o otto anni. La decisione tra tasso fisso e variabile spetta al mutuatario: in linea di massima il cliente preferisce il tasso fisso, quando pensa che il costo del denaro aumenterà nel periodo di durata del mutuo; se così sarà, avrà preso una decisione giusta, perché la sua rata resta invariata; ma se invece il costo del denaro diminuisce, potrà trovarsi a pagare un interesse "fuori mercato", senza avere, in termini contrattuali, alcun diritto nei confronti della banca di modificare le condizioni del mutuo.

c) Tasso misto: alcuni enti finanziatori hanno confezionato mutui che prevedono l'applicazione sia del tasso fisso che di quello variabile, stabilendo in sede contrattuale il momento in cui si passerà da un tasso all'altro. In questo caso la condizione può essere applicabile inderogabilmente dall'Ente finanziatore oppure essere una opzione lasciata al debitore; in quest'ultimo caso si parla di Mutuo con opzione. In questo momento di condizione di incertezza del mercato dei tassi di interessi, sono calate le richieste di mutuo a tasso misto. Infatti il problema di questa tipologia di mutui, risiede proprio nelle finestre di tempo nelle quali è possibile il passaggio dal fisso al variabile e viceversa. Infatti è molto improbabile che si sia così fortunati da veder aprire queste finestre nel momento giusto mentre è molto probabile che accada in fase intermedie, nelle quali non è facile per il cliente prendere le relative decisioni.


Paolo Buro
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