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Estinguere un mutuo: il piano di ammortamento

Gli accordi tra le parti per la restituzione della somma mutuata

di Paolo Buro 2 feb 2010 ore 11:20
Articolo a cura di ProfessioneFinanza.com

Uno degli elementi caratteristici di un mutuo è rappresentato dalla dilazione concessa nella restituzione del capitale prestato dal mutuante al mutuatario. La restituzione della somma mutuata avviene, dunque, secondo i termini che vengono fissati dalle parti: il complesso di questi accordi costituisce il piano di ammortamento.

Con il termine ammortamento ci si riferisce all’estinzione graduale nel tempo del debito contratto mentre per il piano di ammortamento si intende la modalità di restituzione delle somme erogate e dei relativi interessi. Tutti coloro che hanno un contratto di mutuo sono costretti a corrispondere periodicamente all’erogatore del prestito, banca o finanziaria, una rata di rimborso dello stesso. La rata del mutuo, può essere virtualmente scissa in due componenti:
  1. la quota capitale, in genere più consistente e comprendente parte del capitale che inizialmente ci è stata prestata;
  2. la quota interessi, ovvero una parte degli interessi che si deve corrispondere all’istituto per il periodo di tempo della durata del prestito ed al tasso prestabilito. 
La modalità di rimborso del mutuo con riguardo al rimborso sia del capitale sia degli interessi è denominata tecnicamente piano di ammortamento.

Molte volte il mutuatario e lo stesso mediatore del credito non tengono in considerazione il possibile sviluppo del piano di ammortamento, invece un’ottima informazione di conoscenza su di esso, è fondamentale al mutuatario, per poter valutare in concreto la propria capacità di rimborso e di pianificare con oculatezza i futuri flussi finanziari in entrata e in uscita dal proprio patrimonio, e di scegliere lo schema di rimborso maggiormente adattabile alle proprie esigenze.

Si faccia adesso un esempio di sviluppo di un piano di ammortamento, anche se bisogna aggiungere che il piano di ammortamento trova senso nei finanziamenti a tasso fisso, poiché nei mutui a tasso variabile non è dato sapere quale sarà il tasso applicato alle rate future.

Esempio di sviluppo per un mutuo di 100.000 euro, durata 10 anni, rata semestrale, tasso nominale annuo del 6%. Prima di iniziare è necessario conoscere i seguenti ulteriori dati:
  1. importo della rata, nel nostro caso è pari a 6.721,57 euro;
  2. il tasso del periodo: che è pari al tasso nominale annuo diviso per il numero delle rate annuali ( 6%: 2 = 3%);
  3. quota interessi: è quella parte della rata che si è tenuti a corrispondere alla banca a titolo di interessi;
  4. quota capitale: è quella parte della rata destinata al rimborso del capitale ottenuto a mutuo;
  5. debito residuo: è il debito che rimane dopo il pagamento della rata.

Si proceda nel modo seguente: sapendo che, prima del pagamento della prima rata, il debito nei confronti della banca, il debito residuo, è pari all’intero importo avuto a mutuo ( d’altro canto non è stato ancora pagato nulla!):
  1. calcolare la quota d’interessi dovuta alla banca, al tasso di periodo, sul debito residuo. Nel nostro esempio sarà 3% di euro 100.000 = 3.000 euro;
  2. calcolare la quota capitale. Come fare ? semplice. Se si paga una rata di euro 6.721,57 e di questa somma euro 3.000 se ne vanno per interessi, ciò che rimane è destinato ad abbattere il debito, e quindi, la quota capitale sarà pari a euro: 6.721, 57 – 3.000 = euro 3.721,57;
  3. calcolare il debito residuo. Se il debito residuo ammontava ad euro 100.000 e con il pagamento della prima rata si sono ammortizzati (quota capitale) euro 3.721,57 il nuovo debito sarà pari a euro 100.000 – 3.721,57 = euro 96.278,43.

Per la seconda rata si procede come in precedenza. L’unica cosa che cambiarono sono gli importi:
  1. quota interessi = 3% del debito residuo (euro 96.278,43) = euro 2.888,35;
  2. quota capitale = importo rata – quota interessi ( euro 2.888,35 ) = euro 3.833,22;
  3. debito residuo = precedente debito residuo (euro 96,278,43) – quota capitale = euro 92.445,21 . e così fino alla fine...

I principali tipi di ammortamento sul mutuo proposti dalle banche sono: a rate costanti  (cosiddetto piano di ammortamento alla francese), a rate crescenti, a rate decrescenti (cosiddetto ammortamento italiano), a rate variabili, a rimborso libero.

Il piano di ammortamento alla francese comporta, in caso di tassi fissi, una rata costante per tutta la durata del mutuo. Il piano di ammortamento a rate crescenti prevede, fermo restando il tasso, rate iniziali più basse che crescono nel tempo di una percentuale predeterminata. Questa formula è particolarmente indicata per i giovani e in generale per chi ha aspettative di crescita per il proprio reddito futuro.

Il piano di ammortamento a rata variabile in quanto tale non permette di definire l'esatto ammontare delle rate che dovrai pagare. Per intendersi, è il piano di rimborso che ti verrà applicato per i prodotti di mutuo a tasso variabile e con durata fissa e predeterminata. Il mutuo con ammortamento italiano prevede, fermo restando il tasso, il pagamento di rate che diminuiscono nel tempo.

I mutui con piano di ammortamento a rimborso libero sono particolarmente indicati per chi ha un reddito estremamente variabile. Alla scadenza della rata è previsto il versamento della sola quota interessi, rimborsando di volta in volta una quota capitale che varia in funzione delle tue disponibilità. Le banche richiedono comunque l'impegno a rimborsare una predeterminata quantità di capitale entro certe date.


Paolo Buro
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