Vizi capitali e protezione del risparmio
Abiti del male, già secondo Aristotele. Sono mancanze, difetti, abitudini deviate che distruggerebbero l’anima umana. Vediamo come possono distruggere il risparmio
di Marco Delugan 5 nov 2013 ore 11:04Superbia - Esagerata stima di sé e dei propri meriti, reali o presunti, che si manifesta esteriormente con un atteggiamento altezzoso e sprezzante e con un ostentato senso di superiorità nei confronti degli altri (Vocabolario Treccani). E’ figlia dell’ignoranza, parte a cavallo è torna a piedi, è il peccato di chi presume troppo da se stesso. Chi pecca di superbia, Dante lo metteva nell’ultimo girone dell’inferno.
Nella gestione dei propri risparmi la superbia può avere conseguenze nefaste: non permette di riconoscere i propri limiti e i propri errori, da quelli puntuali a quelli di impostazione generale. Può portare alla ricerca del massimo rendimento comunque sia, della strategia furba, al tentativo di raccogliere senza aver seminato, proprio perché ci si considera superiori alla media, capaci di grandi cose anche quando non lo si è. E può portare a un eccesso di movimentazione del capitale che porta a errori e ad operazioni sbagliate. Tutte cose che, a meno di grossissimi colpi di fortuna, non possono portarci lontano.
Accidia - Inerzia, indifferenza e disinteresse verso ogni forma di azione e iniziativa (Vocabolario Treccani). Una fondamentale sfiducia in se stessi, paura del rammarico, di doversi pentire di non aver agito in altro modo, o di non aver agito affatto. Piuttosto che perdere, allora meglio non giocare o lasciare che il gioco prosegua come già sta andando. Meglio non sapere cosa sarebbe accaduto se si fosse fatto altrimenti.
Nella gestione del denaro, l’accidia può diventare incapacità di scegliere, di apprendere, di uscire da investimenti e strategie sbagliate per il solo motivo di non volersene pentire, col rischio di perdere davvero, come quando si vende tutto dopo un crollo in borsa. Troppo tardi, appunto, dopo essere stati per troppo tempo fermi.
E può voler anche dire non fare nulla di nulla, lasciare i propri averi parcheggiati su un conto corrente, o in strumenti a basso rendimento solo perché consigliati dagli esperti, o solo per pigrizia.
Ira - Sentimento per lo più improvviso e violento, che, provocato dal comportamento di persone o da fatti, circostanze, avvenimenti, tende a sfogarsi con parole concitate, talvolta con offese, con atti di rabbia e di risentimento, con una punizione eccessiva o con la vendetta, contro chi, volontariamente o involontariamente, lo ha provocato (Vocabolario Treccani).
La rabbia per aver perso può spingere a rimanere “attaccati” alle scelte che si sono fatte in passato, a non volerle abbandonare. Può essere un altro modo per non accettare i propri errori, e finisce in una insensata ostinazione verso obiettivi sbagliati. Come incaponirsi su un titolo e su una strategia di investimento.
Gola - Assenza di misura, avidità, incomprensione della sostenibilità di un comportamento (Cesare Valentini, Il risparmio protetto).
Non accontentarsi dei risultati ottenuti, e pensare di poter fare sempre di più. Giusto far correre i profitti, ma ancora meglio riuscire a mantenere il controllo delle proprie azioni. E per questo è bene darsi obbiettivi e rispettarli, e fermare i guadagni quando raggiunti. Per proteggere adeguatamente il proprio patrimonio non è tanto necessaria la capacità di cogliere i picchi del mercato, quanto quella di evitare i crolli più importanti. Oppure, restando nel mondo più normale dei risparmiatori comuni, la gola può spingere ad acquistare prodotti pessimi, magari offerti da banche in difficoltà, solo perché attratti da tassi promozionali particolarmente alti, che poi a regime ritornano a livelli del tutto normali, o anche sotto.
Avarizia - Eccessivo ritegno nello spendere e nel donare, per un gretto attaccamento al denaro e a ciò che si possiede (Vocabolario Treccani).
In finanza è voler guadagnare senza spendere né tempo né energie mentali. E’ voler guadagnare come in passato, senza che ce ne siano più i presupposti. Incapacità di pianificare il proprio patrimonio perché non se ne vuole parlare con nessuno, nemmeno con i propri familiari (Cesare Valentini, Il risparmio protetto).
Invidia - Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità (Vocabolario Treccani).
In finanza può portare ad errori di imitazione. Si imitano gli altri inseguendo il loro successo. E spesso il risultato è patetico, quando si sbagliano i tempi, i modi e lo stile. Si arriva a comperare ai massimi, acquistando quello che tutti hanno acquistato, e si rimane col cerino in mano quando il ciclo si inverte, come a scottarsi per una passione non vissuta.
Lussuria - Abbandono ai piaceri del sesso; desiderio ossessivo e smodato di soddisfare tali piaceri (Vocabolario Treccani).
La lussuria è vizio perché altera il rapporto con il mondo circostante, distorce la percezione della realtà, e in finanza può diventare pura passione del gioco senza regole, euforia al solo scopo di veder crescere l’adrenalina nel corpo. E’ un errore quando diventa un atteggiamento tipico. Perché investire in borsa non è come giocare d’azzardo.
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