Conviene diversificare l'investimento in titoli di Stato esteri?
Se diversificare può risultare efficace quando si tratta di obbligazioni private, può esserlo meno se si acquistano bond emessi da altri stati europei. Vediamo il perché
di Giacomo Saver 7 giu 2011 ore 12:04Una delle prime regole cui l'investitore in bond dovrebbe attenersi è la diversificazione. “Spalmare” il proprio capitale tra titoli di emittenti diversi è l'unico modo per proteggere i propri risparmi in caso uno di questi dovesse fallire. Ma se questa regola conserva tutta la sua efficacia nei confronti delle obbligazioni private, diversificare i propri investimenti in Italia acquistando bond emessi da altri stati europei più 'meritevoli' non offre la stessa protezione. A meno di non depositare gli strumenti finanziari presso un dossier detenuto in una banca estera. Vediamo il perché.
Quando uno Stato diventa insolvente
L'insolvenza di uno Stato è un fenomeno molto grave e mai isolato. Nel momento in cui essa si verifica è accompagnata da altri fenomeni economicamente drammatici. Quando un Governo arriva al punto di 'gettare la spugna' fino a non onorare più i propri debiti, significa che il Paese è allo sfascio. Tutti noi ricordiamo le crisi sociali ed i tumulti verificatosi in Argentina, vero? La notte di Natale de 2001 la folla inferocita a causa della situazione economica disastrosa in cui il Paese versava assaltò la Casa Rosada, sede del potere politico, costringendo l'allora Presidente ad una fuga in elicottero dopo essersi arrampicato sul tetto dell'edificio per evitare il peggio.
Nel momento in cui uno Stato 'collassa', esso non è più in grado di pagare le pensioni, né di assicurare le cure ai malati negli ospedali. La disoccupazione cresce a dismisura, i negozi restano vuoti perché la gente non ha soldi con cui comprare generi alimentari. Per le strade è facile incontrare gruppi di persone che, cariche di rabbia, sfasciano tutto ciò che incontrano sul loro cammino. In questo scenario da Apocalisse, non credo proprio che il sistema bancario e finanziario resterebbe indenne. In primo luogo i conti presso le banche sarebbero 'congelati', ovvero sarebbe impossibile procedere in maniera più o meno ordinata al ritiro delle somme depositate. Gli scambi nelle Borse valori resterebbero bloccati e nessuno potrebbe disporre del proprio denaro come nulla fosse. Ecco che la prima conseguenza per chi avesse dei Bund tedeschi o degli OAT francesi sarebbe l'impossibilità a venderli o a entrarne in possesso. Un po' come quando ti confiscano l'automobile perché non hai eseguito la revisione. Di fatto l'automezzo è inservibile, anche se perfettamente funzionante. In secondo luogo lo Stato potrebbe adottare misure estreme: una tassazione sull'ammontare di tutti i titoli detenuti dai cittadini presso le proprie banche, il blocco del pagamento delle pensioni, l'esproprio delle seconde case e così via.
…e se capita, c’è poco da fare
Ecco perché alle molte email che ricevo in cui mi si chiede che cosa fare con i titoli del debito pubblico rispondo di stare tranquilli. L'atteggiamento che suggerisco ricorda quello tenuto dall'orchestra che continuava a suonare sulla famosa nave Titanic mentre la stessa affondava. Se tanto non c'è nulla da fare, tanto vale andare incontro al fato con serenità rassegnata. Personalmente non credo che lo Stato italiano vada in default, ed infatti nella strategia di investimento che suggerisco una grossa parte degli strumenti finanziari da inserire nei portafogli è proprio rappresentata dai titoli di Stato.
Diversificare in titoli di Stato esteri? Meglio aprire un conto fuori Italia
Se tuttavia un risparmiatore volesse avere la sicurezza di 'stare fuori' da qualsivoglia forma di turbolenza più o meno grave, il consiglio che do è molto semplice: aprire un conto presso una filiale estera di una banca straniera e comprare lì i titoli che si desiderano.
Come il Diritto Pubblico insegna, la sovranità dello Stato finisce con i confini di quest'ultimo. Ecco che se una persona ha impiegato i propri risparmi in Bund tedeschi e questi sono depositati presso una banca austriaca o francese, il nostro Governo non potrà fare nulla nemmeno nella deprecabile ipotesi in cui non fosse più in grado di ripagare il capitale con gli interessi.
Giacomo Saver
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