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Come proteggere i risparmi dalla crisi

Per investire in modo sicuro bisogna prima capire i motivi per cui si risparmia, il rischio che siamo disposti a correre, il mix di prodotti da inserire nel portafoglio da dedicare alla soddisfazione di quella necessità.

di Marco Delugan 27 apr 2015 ore 12:06

In tempi di crisi, di turbolenze finanziarie che non sembrano avere fine, meglio la prudenza. La vita spericolata in borsa paga solo per pochi. L’approccio migliore, per chi vuole prospettive più tranquille, è che quello che potremmo chiamare “protezione del risparmio.” Ne abbiamo parlato con Lucio Sgarabotto, consulente finanziario indipendente e collaboratore di AbcRisparmio.it.

COSA VUOL DIRE PROTEZIONE DEL RISPARMIO?

Per dare un significato concreto al concetto di protezione del risparmio dobbiamo fare qualche passo indietro, e farci qualche domanda. E la prima è: perché si risparmia, quali sono le esigenze che vogliamo soddisfare risparmiando? Ed è una domanda a cui, secondo la mia esperienza, nel 90% dei casi i risparmiatori non sanno rispondere. In modo generico ti dicono: per il futuro, per la sicurezza, cose del genere. Ma senza aver definito bene gli obbiettivi, si rischia davvero di perder soldi.

Gli obbiettivi principali per cui si risparmia sono, di solito: previdenza, salute, acquisti importanti, la sicurezza finanziaria dei figli. Ma non è obbligatorio che un risparmiatore abbia solo obbiettivi importanti. Tutte le cose hanno il loro valore, la cosa importante è che siano esplicitate.

E UNA VOLTA DEFINITI GLI OBBIETTIVI?

protezione-risparmio_1La cosa migliore sarebbe destinare un progetto, un piano, per ciascun obbiettivo. In questo modo riusciamo a selezionare le cose che sono veramente importanti e quelle che lo sono meno. E una volta che abbiamo selezionato e messo a posto le cose importanti, magari scopriamo che rimangono cifre da dedicare ad altro. Oppure al contrario ti accorgi che le tue pretese sono troppo elevate e devi rivedere il tuo tenore di vita e tante altre cose. Per ogni diverso obbiettivo ci sarà quindi un mix diverso di strumenti.

Faccio un esempio. Se uno mette da parte per la propria previdenza fino a 5000 euro l’anno, gli strumenti migliori da utilizzare sono i fondi pensione perché hai un bonus fiscale che nessun altro strumento ti da. Oltre quei 5mila euro uno potrebbe pensare di costruirsi la previdenza acquistando Btp indicizzati all’inflazione con la scadenza vicina a quella della sua pensione, mantenendo in questo modo il potere d’acquisto di quelle cifre. Oppure potrebbe acquistare obbligazioni zero coupn, che son quelli che danno il maggior rendimento a una determinata scadenza tra le obbligazioni a tasso fisso.

QUAL E' LA SECONDA DOMANDA?

La seconda domanda è: da quali rischi dobbiamo proteggere il risparmio? Ci sono due grandi categorie di rischio: il rischio oggettivo e quello soggettivo.

Il rischio oggettivo è di solito quello più facilmente percepibile. Le principali categorie di rischio oggettivo sono il rischio emittente, che chi ha emesso il titolo che abbiamo acquistato fallisca, il rischio di mercato, e cioè la variabilità dei prezzi, il rischio tassi di interesse, che si abbina al rischio di mercato. E poi ci sono tutti gli altri rischi che molti risparmiatori non conoscono perché spesso vengono nascosti, come ad esempio il rischio di liquidità, la possibilità concreta di non riuscire a vendere il titolo acquistato quando sopravvengano necessità impreviste. Ecco un esempio del rischio liquidità. Mi trovo adesso con un cliente che ha bisogno per fine mese di soldi per comperare un immobile. La banca gli ha venduto solo obbligazioni proprie che però sono scambiate pochissimo per cui si fatica a venderle o le si deve vendere a prezzi molto bassi. E questo rischio è tipico di tutte le obbligazioni bancarie che sono state emesse negli ultimi anni e recentemente ancora di più.

I rischi soggettivi sono invece i rischi che ci creiamo noi. Spesso perché non abbiamo un’idea di dove vogliamo andare, altrettanto spesso perché non conosciamo gli strumenti e i mercati e ci spaventiamo per quello che succede, vendendo magari in perdita quando sapendo aspettare quella perdita l’avremmo evitata. E tutto questo spesso dipende dalla competenza finanziaria della persona.

LA PERCEZIONE DEL RISCHIO E' QUINDI UN FATTO PERSONALE?

Sì, ed è anche una cosa molto variabile. In certi momenti il rischio non lo percepiamo, in altri diventa un grosso peso, e cambia secondo le destinazioni del nostro patrimonio. Sulle cose a cui teniamo di più, su quelle indispensabili, non vogliamo rischiare, mentre quelle frivole siamo disposti a rischiare di più. Ma di solito le persone non hanno idea della propria propensione al rischio, o perché viene misurata male o perché non viene misurata proprio.

La tolleranza al rischio che ha senso conoscere è quella legata ai singoli obbiettivi, e non una teorica propensione media per l’individuo. Quest’ultima finisce per essere una pura costruzione matematica, e che praticamente non indica nulla di reale e di utilizzabile, inutile per costruire un portafoglio adeguato.

PER INVESTIRE IN MODO SICURO CI SONO SOLO LE OBBLIGAZIONI?

No. Anche se parliamo di investimento sicuro, non siamo obbligati a ragionare solo in termini di obbligazioni. Una volta che si è stabilito l’obbiettivo, e il livello di rischio che si è in grado di sopportare – che secondo me va calcolato come perdita massima sopportabile in un determinato periodo – una volta stabilito tutto questo si possono mettere in un portafoglio anche delle azioni. E a volte le azioni permettono di raggiungere obbiettivi che altrimenti non raggiungeresti.

PER CONCLUDERE: QUALI SONO I PASSI DA FARE PER INVESTIRE IN MODO SICURO?

Per investire in modo sicuro, e proteggere così i propri risparmio bisogna:

1) definire le necessità, i motivi per cui si risparmia;
2) capire il rischio che siamo disposti a correre su quelle necessità;
3) decidere il mix di prodotti da inserire nel portafoglio da dedicare alla soddisfazione di quella necessità.

Tutto questo deve poi essere monitorato nel tempo perché gli obbiettivi, anche quelli di lungo periodo, possono cambiare: può cambiare la tolleranza al rischio, le disponibilità economiche, le necessità, i rischi di mercato. Il progetto va monitorato, almeno una o due volte all’anno, e, nel caso, rivisto.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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