Riforma del Catasto, le nuove regole
Tra i punti della Delega Fiscale, vi è anche la riforma del Catasto degli Immobili. Il Governo spera di correggere le ingiustizie dell’attuale sistema basato sulle rendite catastali
di Antonello Scrimieri 20 feb 2015 ore 10:57L’iter di riforma del Catasto mira ad essere conforme ai criteri di equità e di invarianza del gettito, così come stabilito dalla delega fiscale. In questo lavoro risulta fondamentale un attento coordinamento con le iniziative legislative per la revisione della tassazione locale, come confermato dal Viceministro all’Economia.
PERCHE’ RIFORMARE IL CATASTO
Ad oggi il nostro sistema fiscale per la componente immobiliare si basa sul cosiddetto Catasto. Nel grande registro del Catasto Italiano sono annotati e censiti tutti i terreni, le abitazioni, gli uffici, eccetera del territorio nazionale, inoltre questa grossa banca dati oltre a contenere tutti i beni nazionali, contiene il loro valore, o meglio il loro valore presunto, che si basa su determinati parametri, e coefficienti, che da diversi anni vengono riconosciuti come non equi, non congrui e non attendibili. Per queste motivazioni, i diversi Governi che si sono susseguiti hanno accennato delle modifiche, dei cambiamenti, ma senza stravolgere radicalmente l’attuale sistema, quindi senza risolvere il problema.
COSA DICE IL GOVERNO
“La riforma del catasto non deve portare a un aumento della pressione fiscale”, con questa affermazione Luigi Casero, Viceministro dell’Economia, ha sottolineato l’importanza della Riforma. Lo stesso Viceministro, ribadendo le attuali storture del nostro sistema, auspica che la revisione, che il Governo sta cercando di realizzare, sarà coordinata in maniera da garantire equità per gli Italiani.
In ragione dell’ampio numero di soggetti coinvolti, inoltre, risulta necessario proseguire la fase di ascolto dei cittadini e delle associazioni di categoria, sulla base dell’esperienza avviata con il decreto sul riordino delle commissioni censuarie. In definitiva, ha proseguito Casero, è fondamentale contemplare da un lato l’esigenza di un intervento rapido, dall’altro la necessità di introdurre norme che siano in un quadro di intervento complessivo.
RIFORMA DEL CATASTO E NUOVE METODOLOGIE DI CALCOLO
La bozza del decreto legislativo sulla riforma del Catasto dovrebbe prevedere nuove metodologie di calcolo del valore patrimoniale degli immobili. In particolare, per le unità a destinazione ordinaria, come case, uffici, negozi e pertinenze, il valore patrimoniale dovrebbe essere ricostruito partendo dai valori di mercato, ricavati da una serie di immobili campione e utilizzando funzioni statistiche che consentano di estendere le valutazioni di base alla singola unità. Con analoghi metodi saranno ricavati i valori delle rendite relative al mercato delle locazioni.
Dalle prime notizie sembra che uno dei meccanismi possibili che il Governo sta mettendo a punto, al centro anche del dibattito e confronto con le Associazioni di categoria, sarà il seguente:
Primo Step - Per gli immobili di categoria A, B e C, quali abitazioni, uffici, negozi, laboratori, box e cantine, verrà identificato un valore di mercato al metro quadro, al quale poi si applicheranno dei coefficienti che tengono conto di caratteristiche precise, stabilite dalle commissioni censuarie, quali la posizione, il piano, l’anno di costruzione, la presenza di scale o ascensori o altre strutture.
Secondo Step - Il risultato di questa prima operazione, effettuata su un numero campione di immobili per ogni singola categoria, sarà il valore catastale al metro quadro, che verrà poi moltiplicato per le dimensioni dell’immobile. Dimensione che non considererà più il numero di vani ma verrà calcolata sugli effettivi metri quadri.
Terzo Step - infine, si applicherà una riduzione forfettaria del 30%, per correggere la sovrastima che in genere deriva dai calcoli statistici.
Per immobili d’impresa appartenenti al gruppo catastale D, come i capannoni verrà fatta una stima diretta del valore del bene per la produzione.