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La lotta all'evasione fiscale nalla competizione elettorale

E’ uno degli argomenti più ostici di qualsiasi campagna elettorale. Ingroia fa l’ultrarigoroso, Bersani il severo, Giannino e Monti i cauti, Berlusconi è in rotta con Maroni

di Carlo Sala 14 feb 2013 ore 10:13
La lotta all’evasione fiscale è certamente uno degli argomenti più ostici di qualsiasi campagna elettorale, ma mai come quest’anno rappresenta uno dei temi (quasi) centrali della sfida elettorale. Ecco le posizioni in merito dei 5 maggiori contendenti per il prossimo governo.

INFOGRAFICA: Pressione fiscale: mai così alta

Pdl/Lega - Tradizionalmente morbida sul tema (ma quest’anno in buona compagnia, c’è anche Beppe Grillo) la coalizione le cui posizioni continuano ad essere presentate da un Silvio Berlusconi che pure non è candidato premier e quindi non gestirà comunque l’agenda dei prossimi consigli dei ministri non contempla l’evasione tra le proprie priorità programmatiche: lo stesso termine “evasione” non compare nel programma. La Lega di Roberto Maroni ha preso le distanze dal condono (ri)proposto da Berlusconi (in barba alle promesse 2008 di non farlo più), ma la coalizione nel suo complesso propende per la tax compliance, cioè l’adempimento spontaneo dei doveri tributari da parte del cittadino. A tal fine si ipotizza che la pubblica amministrazione possa organizzare uffici con specifiche funzioni consultive che aiutino il cittadino a orientarsi rispetto agli oneri fiscali.

Monti - Come premier tecnico il candidato premier di Scelta civica, Udc e Fli ha avviato trattative con la Svizzera per un concordato fiscale sui capitali espatriati e ha ipotizzato di rendere fiscalmente deducibili scontrini e ricevute per una vasta gamma di prestazioni, così da contrastare i redditi in nero non dichiarati da esercenti e professionisti. La prima misura si è però arenata a causa delle difficoltà tecniche e dei tempi lunghi necessari per superarla, la seconda non è stata approvata dal Parlamento in sede di dibattito sulla delega fiscale. Così Monti si è ritrovato con entrambe le proposte scippate da parte del Pdl.

Bersani - L’idea che “le tasse sono bellissime” come disse Tommaso Padoa Schioppa (in effetti un ministro tecnico, del secondo governo Prodi) è un fantasma che continua ad aleggiare nei confronti della coalizione Pd-Sel-Psi-Centro democratico che candida Pierluigi Bersani per Palazzo Chigi. Stando alle dichiarazioni di oggi, nel programma si legge di un’azione intransigente verso sommerso, nero ed evasione fiscale, dell’introduzione quanto più estesa possibile della moneta elettronica (i cui movimenti sono più facilmente individuabili) e di un’ampia facoltà di controlli discreti da parte del fisco (formula che oltre a lasciar trasparire la tutela della privacy lascia il dubbio che il cittadino sia informato del controllo solo dopo che questo ha avuto luogo).

Giannino - Nell’impossibilità di fornire cifre su un fenomeno che per natura cerca di non lasciarsi identificare e quantificare, Fare per fermare il declino capeggiato dal giornalista Oscar Giannino prevede una puntuale disciplina (e distinzione) di ciò che è evasione, elusione, risparmio legittimo sulle imposte (argomento per il quale lo stesso Giannino offre consulenze professionali, fuori dall’impegno politico). Contrario a condoni, Fare prevede di riformulare le sanzioni penali e amministrative per gli illeciti fiscali, circoscrivendo i casi di frode in cui queste sanzioni sono applicabili.

Movimento 5 Stelle - Seppure solo verbali, le uscite del movimento guidato dal comico Beppe Grillo sono bombe contro Equitalia, di cui si propone la chiusura. A detta di Grillo, la soluzione dell’evasione fiscale passa tutta per la lotta alla corruzione.
 
Rivoluzione civile - L’ex magistrato in aspettativa Antonio Ingroia che guida la lista propone una sostanziale equiparazione di chi è sospettato di evasione con chi è sospettato di mafia: ha proposto la confisca dei beni di chi è anche solo indiziato di evasione, proponendo a tal fine di estendere all’intero settore fiscale le misure che oggi la legge riserva alle ipotesi di corruzione o associazione a delinquere di stampo mafioso.

Carlo Sala
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