Per l’Italia l’Euro è stato come il cortisone
Ma non si può iniziare un’unificazione partendo dalla moneta e senza avere una banca centrale e con tutti i paesi dell’unione che continuano a fare ognuno la propria politica
di Massimo De Muro 14 ott 2013 ore 15:12Prof. Graziosi chi ha generato queste illusioni
Il miracolo italiano. La colpa è del miracolo italiano. Credo che il periodo di sviluppo che ha caratterizzato il nostro paese negli anni sessanta e settanta abbia creato i danni con le conseguenze che oggi viviamo. Risvolti a parte, per chi l’ha vissuta quell’epoca è stata straordinaria, anche se chi ne ha goduto non ne era consapevole. Si potrebbe dire che il boom economico è stato un periodo fasullo, tutti erano felici e pensavano di vivere un periodo eccezionale, ed infatti per loro lo era, ma non immaginavano che stavano scavando la fossa ai loro figli ed ai loro nipoti. Durante il periodo dell’industrializzazione, quando i contadini hanno lasciato le campagne per il posto sicuro in fabbrica, si è generato un aumento incontrollato dei consumi che hanno prodotto entrate consistenti nelle case dello stato. Su queste entrate si sono calcolati tutti i benefici che sono stati concessi ai cittadini, pensioni e sanità senza limiti per tutti. Quando le entrate dello Stato sono diminuite non si sono ridimensionate le spese sociali, anzi si è continuato ad estenderle, ed il risultato lo vediamo oggi.
Perché si ha la sensazione di non avere una via d‘uscita?
Forse la confusione politica in questo periodo della nostra storia, dove la vecchia classe politica non ha palesemente la capacità di guidare il paese nel nuovo millennio. Le nuove generazioni sono troppo impegnate ad affermarsi con azioni che minano le certezze delle persone più mature, per avere il tempo di occuparsi dei loro problemi.
L’Euro non è una delle cause?
Per l’Italia l’Euro è stato come il cortisone. Io e Giuliano Amato siamo dei forti sostenitori dell’Euro, ma non si può nascondere che “la manovra che ci ha portato alla moneta unica sia stata un’operazione sconsiderata”. Badi non è per il cambio che ci ha visti fortemente sfavoriti, ma per il semplice fatto che non si può iniziare un’unificazione partendo dalla moneta e senza avere una banca centrale e con tutti i paesi dell’unione che continuano a fare ognuno la propria politica.
Che fine ha fatto l’ottimismo italiano?
Ormai siamo un paese di vecchi. Ed i vecchi si sa non sono ottimisti. La parte più importante della loro vita sta alle loro spalle e questo non li rende fiduciosi e speranzosi per il futuro. L’unica nostra salvezza, che è anche il nostro vanto, sono le aziende italiane che sanno farsi valere sul mercato globale. Il Made in Italy ci può salvare, a patto che non si continui a svendere pezzi d’Italia.
GRANDI ILLUSIONI
di Giuliano Amato e Andrea Graziosi
Giuliano Amato già presidente del Consiglio e più volte ministro, è presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e della Scuola Superiore S. Anna di Pisa. Tra i suoi libri pubblicati con il Mulino: «Il potere e l’antitrust» (1998), «Il gioco delle pensioni: rien ne va plus?» (con M. Marè, 2007), «Forme di Stato e forme di governo» (con F. Clementi, 20122).
Andrea Graziosi insegna Storia contemporanea nell’Università di Napoli Federico II. Con il Mulino ha pubblicato «Guerra e rivoluzione in Europa 1905-1956» (2002), «L’Unione Sovietica in 209 citazioni» (2006), «L’università per tutti» (2010), «L’Urss di Lenin e Stalin» (20102), «L’Urss dal trionfo al degrado» (20112), «L’Unione Sovietica 1914-1991» (2011).
Massimo De Muro
http://www.iltrovalibri.it/
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.