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L'esposizione dell'Italia verso la Grecia

A rischio soprattutto le aziende manifatturiere e di servizi, il gotha del made in Italy. Accanto a loro, fortemente esposte anche le Assicurazioni Generali. Meno, le banche

di Carlo Sala 13 giu 2012 ore 08:57
Dopo Francia e Germania, è l’Italia il Paese che rischia di risentire maggiormente dell’eventuale uscita della Grecia dall’euro. Secondo le stime di lavoce.info, infatti, lo Stivale ha un’esposizione verso Atene pari a un totale, tra settore pubblico e privato, di 60,1 miliardi di euro.

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Paese

Esposizione verso la Grecia (in miliardi di euro)

Francia

101,2

Germania

99,1

Italia

60,1

Spagna

39,6

Olanda

21,4

Belgio

11,9

Portogallo

11,6

Austria

10,8

Finlandia

5,82

Irlanda

3,55


Diversamente da Francia e Germania, l’Italia che rischia in Grecia non è quella delle banche. Secondo le stime di Ubs Credit Suisse, infatti i 15 istituti di credito più esposti sono nell’ordine: la francese Bnp Paribas, con un’esposizione di 5,046 miliardi di dollari, la franco-belga Dexia con 3,47 miliardi di dollari, la tedesca Commerzbank con 2,9, la francese Societè General con 2,5; e ancora: l’olandese ING (2,42), le tedesche Landesbank Baden, Postbank e Dz (rispettivamente 1,38 miliardi di dollari di esposizione,  1,2 e 1,19), Royal Bank of Scotland (1,08), HSBC (inglese, esposta per 800 milioni dollari), l’olandese Rabobank (638 milioni) i francesi di Credit Agricole (630), Deutsche Bank (400 milioni) e infine l’inglese Barclays e l’iberica Santander (rispettivamente 380 e 300 milioni).

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A rischio, per l’Italia, sono soprattutto le aziende manifatturiere e di servizi. Le ditte più esposte in terra ellenica sono infatti quelle che rappresentano il gotha del made in Italy: Fiat, Eni, Enel, Enel Green Power, Telecom, Italia, Pirelli, Luxottica, Campari, Autogrill, Piaggio, Mondadori, Italcementi, Finemccanica tramite al controllata Ansaldo/Breda, Edison, Impregilo, Prysmian. Accanto a loro, peraltro, fortemente esposte sono anche le Assicurazioni Generali, terzo gruppo in Europa (e primo in Italia) nel settore. Secondo l’agenzia di rating Fitch, e anzi proprio il comparto assicurativo quello che sarebbe maggiormente penalizzato da un ritorno alla dracma, tanto in Italia quanto in Spagna, ma con ripercussioni anche, per via delle partecipazioni azionarie, in Inghilterra e, di nuovo, in Francia e Germania.

Carlo Sala
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