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Credito al consumo: una strategia di vita o un cappio al collo?

Un fenomeno in continua crescita, anche se in Italia rimane contenuto. Opportunità e rischi per le famiglie italiane, tra crisi economica e nuove offerte di finanziamento

di Erica Venditti 11 mar 2013 ore 10:30

Dalla seconda metà degli anni ’80 è cresciuta in tutta Europa la domanda di credito al consumo anche se con sostanziali differenze tra Paesi. Nello specifico le famiglie italiane presentano ancora una moderata propensione all’indebitamento rispetto agli altri paesi industrializzati ma il credito al consumo negli ultimi anni é aumentato considerevolmente è merita attenzione.

All’espansione del credito al consumo hanno contribuito differenti fattori, tra i quali: un ampliamento della gamma dei prodotti offerti, una riduzione dei tassi di interesse e una generale maggiore facilità di accesso al credito.

Sull’ampliamento del settore hanno inciso anche le motivazioni per le quali si richiede un prestito. Con l’evoluzione della società dei consumi, il credito non è più solo utilizzato, come avveniva originariamente, per l’acquisto di beni durevoli ad elevato impatto sul bilancio famigliare, ma è usato anche per l’acquisto di beni non durevoli. Dagli ultimi rapporti del Censis emerge, infatti, come un numero sempre maggiore di famiglie e di soggetti si relazioni in modo diverso nei confronti di alcune tipologie di prodotti, quali, ad esempio, le tecnologie della comunicazione e dell’informazione, e nutra interesse verso l’offerta di servizi legati al tempo libero, alla cura del corpo e del sé.

Le categorie merceologiche ritenute indispensabili sono diventate sempre più numerose. Alcuni autori e importanti componenti dell’opinione pubblica colgono in questi cambiamenti una mera tendenza dissipativa: si consuma per vivere “al meglio” oggi a costo di non programmare un domani percepito come troppo incerto.

Altre posizioni colgono invece nel consumo una dimensione progettuale: l’atto del consumo racchiude in sé una ricerca di relazionalità e delle connesse emozioni. In proposito le ricerche più recenti hanno evidenziato da parte del consumatore una continua ricerca di un milieu comunitario con cui identificarsi, un desiderio di appartenenza, di empatia e di  scambio di atmosfere ed emozioni.

In ogni atto di consumo è possibile individuare una serie di valori che possono svelare le diverse identità del consumatore. Per lungo tempo il consumo è stato caricato di una valenza negativa e considerato un comportamento moralmente riprovevole, mentre il risparmio era considerato un comportamento virtuoso. Una società stratificata del benessere avrebbe improvvisamente messo in discussione questi valori. In questa società una carta di credito, ancor più del denaro contante, indurrebbe il consumatore a quella che Simmel (1984) aveva chiamato la “tentazione dell’imprudenza”, ovvero a spendere più delle proprie disponibilità e ad indebitarsi.

In Italia da diversi anni ed in particolare nell’ultimo periodo, si è così intensificato sia il comparto del finanziamento per l’investimento immobiliare sia quello a sostegno del consumo.

 

Se da un lato richiedere un prestito permette di uniformare l’andamento dei consumi nel tempo garantendo un più elevato benessere economico, dall’altro permane il rischio che alcune famiglie possano aver contratto debiti in misura superiore alle loro possibilità. Per alcuni (Filotto 1999, Fabrizi 1975, Rapporto Findomestic 2009), infatti, l’aumento delle richieste di credito vanno connotate positivamente, come indicatori di sviluppo e ammodernamento del mercato finanziario; per altri (Rapporto Eurispes 2009, Alpa 1989, Luzzi 2009, Furini 2009), invece, esse vanno connotate negativamente come segnale di condizioni finanziarie indebolite e scarse capacità di risparmio e consapevolezza finanziaria da parte di coloro che fanno uso del credito.

Il fenomeno del credito alle famiglie appare quindi ambivalente: da un lato richiedere un prestito rappresenta un’opportunità offerta dal mercato finanziario, Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin, intervistato recentemente da Panorama Economy, sostiene effettivamente che siano molti ormai i consumatori e soprattutto i giovani a non avere riserve nei confronti del credito e a considerarlo un mezzo per migliorare le proprie condizioni di vita acquistando beni che non potrebbero permettersi se non dilazionandoli a rate. Dall’altro lato però permane il rischio che alcune famiglie, già finanziariamente più deboli, possano, non avendo una sufficiente consapevolezza finanziaria, essere più soggette ad usare lo strumento del credito sottovalutandone i potenziali rischi.

Nel 2011, proprio, oltre 2 milioni di Italiani hanno chiesto un debito per ripagare finanziamenti pregressi o in corso, e lo stesso Marco Giorgi, di prestiti.it, afferma che “l’alto numero di questo tipo di richieste è sintomatico di una condizione di difficolta, quando le rate si sommano, star dietro alle scadenze e disporre di sufficiente denaro per arrivare a fine mese diventa più complicato”. Mortari aggiunge che effettivamente il problema non è il ricorrere al prestito per gli acquisti più svariati ma il non programmare razionalmente l’esposizione al debito, a cui si unisce spesso una scarsa alfabetizzazione finanziaria di chi richiede il finanziamento. Questo infatti può condurre molti consumatori a indebitarsi eccessivamente fino al punto di non riuscire a sostenere le rate.

Uno strumento sicuramente utile al fine di aumentare la consapevolezza e l'alfabetizzazione finanziaria di molti consumatori potrebbe essere l’interessante guida on-line di febbraio 2013, consultabile attraverso il sito internet della Camera di Commercio che viene proposta all'interno della collana "I Manuali del Consumatore" e si intitola "Tutti in Banca". All'interno sono infatti raccolte utili  guide, vademecum, e informazioni in pillole sul mondo del credito, che permetteranno ai consumatori di fare le scelte giuste e di essere maggiormente informati al fine di utilizzare lo strumento del credito nel modo più consapevole e responsabile possibile.

Erica Venditti
Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata

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