Come si entra nella trappola del debito
Perché la gente si indebita e che conseguenze psicologiche può avere il debito sulle persone? Siamo sicuri che indebitarsi sia la giusta soluzione? Dati e statistiche ci danno informazioni agghiaccianti in merito
di Redazione ABCRisparmio 17 set 2015 ore 15:46Articolo scritto dagli autori del blog www.evoluzionefinanziaria.org
Per risolvere un problema bisogna andare all’origine, smontare le credenze e sostituirle coi fatti per comprendere e fare chiarezza. Per tanto la domanda che ci poniamo e’ questa – perchè la gente si indebita? Cosa succede nell’occhio del ciclone debito? A che conseguenze porta l’eccesso di debito? Questo e’ il primo di due articoli che analizzano il problema del debito e le sue conseguenze, nel secondo episodio vedremo come si esce della trappola del debito.
LA LEGGENDA DELLE CARTE DI CREDITO
All'inizio fu la leggenda metropolitana: l'indebitamento personale e delle famiglie dipende in gran parte dalle carte di credito. La facilità di acquistare a debito e di pagare a 30 giorni più l'assenza di denaro contante che esce dal portafoglio e quindi una certa disinvoltura psicologica nel fare shopping sembrano essere la madre di tutti i mali contabili dell'Occidente. Un po' come la questione degli euro di metallo piuttosto che di carta. Poi però si arriva ai dati e la bufala si sgonfia. Nel 2013, a livello europeo, gli acquisti o pagamenti con carte di credito rappresentavano appena il 40% del totale e l'Italia, secondo l'ABI, si riduceva ad utilizzare la moneta elettronica in un misero 13% delle transazioni. Un po' poco per accusare le carte dei debiti che stanno dilagando a macchia d'olio nella penisola e mettendo nei pasticci un numero crescente di persone.
MA SIAMO COSI' SICURI?
Infatti l'UNIREC, l'Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito, ancora per il 2013 segnalava nel suo rapporto annuale che le sofferenze bancarie totali, molte di natura privata e domestica, ammontavano a 125 miliardi di euro e che alle aziende di recupero crediti erano state affidate 35 milioni di pratiche, di cui 29 milioni solo verso le famiglie, per un totale di 43 miliardi di euro così ripartiti:
1) - 25,4 miliardi dal settore bancario/finanziario: rate di prestiti, rate per acquisto di beni di largo consumo, rate di mutui, scoperti di conti bancari, carte di credito revolving e canoni di leasing;
2) - 14,6 miliardi di bollette insolute: luce, acqua, gas e telefono;
3) - 3 miliardi per crediti commerciali e di altra natura.
Una carneficina. Ma allora cosa ha spinto una così ampia moltitudine di soggetti a finire nei guai che, nel caso di debiti, prendono la forma di ingiunzioni, protesti, pignoramenti, ipoteche, verdetti giudiziari e, di conseguenza, tanta miseria?
DEBITO: PROBLEMA FINANZIARIO O PSICOLOGICO?
Gli studi di settore, in particolare quelli psicologici, che negli ultimi 10 anni hanno preso il fenomeno seriamente in quanto fattosi severo, indicano che la caduta nel debito è progressiva e sequenziale al pari di altre piaghe sociali quali l'alcolismo e la tossicodipendenza.
Alla base sta una diffusa ignoranza, diciamo pure un analfabetismo, in tema di gestione delle proprie risorse economiche. In parte la mancanza di questo tipo di conoscenze è da ascrivere alle famiglie e allo scarso coinvolgimento dei figli nella gestione dell'economia domestica ma un ruolo di primo piano lo gioca la, in un certo senso colpevole, assenza di un qualsiasi tipo di programma educativo in tema di finanza personale nelle scuole di ogni ordine e grado. O nelle istituzioni. Basterebbe poco tipo insegnare a compilare un budget mensile e a tenere un piccolo libro contabile. Ma, per adesso, quasi nessuno lo fa.
SOGGETTI A RISCHIO
Va da se' che soggetti a rischio debito sono un po' tutti ma le fasce più deboli risultano essere quelle dei giovani, indipendentemente dal loro livello di istruzione. Questo perchè chi è al di sotto dei 40 anni è fortemente e costantemente bombardato dal marketing e dalla pubblicità che spingono i target delle loro campagne a un'irrealistica emulazione sociale ossia all'essere quanto più identici ai personaggi dei film o della televisione che sono, per definizione, fasulli. Anzi, sapientemente costruiti.
Il successo di queste operazioni mediatiche, su un gran numero di individui, è agganciato a specifici fattori della personalità quali l'impulsività, un'attitudine positiva al rischio, ottimismo esagerato, materialismo, sottovalutazione o rifiuto delle responsabilità e delle conseguenze delle proprie azioni. Fattori psicologici che, oltre a generare una insana tendenza all'acquisto, spingono anche a povere scelte di vita quali inappropriate forme di impiego o di auto-impiego cioè entrate insufficienti e irregolari, spericolatezza e quindi una più alta propensione agli incidenti, alle rotture, alla veloce obsolescenza con relativi e salati costi, tendenza ad interrompere relazioni sia di partnership negli affari che nella vita affettiva che sviano dal tenere fede agli impegni finanziari presi e che incamminano verso la sofferenza debitoria.
LE CONSEGUENZE DEL DEBITO
Il finire nelle paludi del debito causa un cambiamento, assai distruttivo, negli orientamenti e nelle attitudini di natura economica. Le persone fortemente indebitate tendono a indebitarsi ulteriormente in una spirale senza fine: prima la banca, poi la finanziaria, dopo lo strozzino, infine parenti, amici, conoscenti. Succede nelle piccole imprese come nelle famiglie tanto che organizzazioni tipo la Charitas hanno appositi consultori dedicati solo a questo.
In una crescente illusione di rivincita, il chiedere soldi si lega a un'ossessione per lo spendere che fa diventare coloro che ne sono dipendenti dei maestri nel gestire il poco denaro a loro disposizione ma in modo controproducente tanto da preferire di pagare piccoli debiti contratti nella quotidianità della loro situazione, tipo poche decine di euro lasciate di chiodo dal tabaccaio o al bar, piuttosto che rientrare di debiti più grossi e con alti tassi di interesse che rischiano di costare azioni giudiziarie anche estreme tipo cessione del quinto dello stipendio o l'ipoteca sulla casa con relativi costi a carico: avvocati, bolli, notifiche, multe e contravvenzioni.
Il debitore cronico opera su intervalli di tempo molto corti, come la spesa settimanale, che, nel medio periodo, lo rendono incapace di stilare piani per far fronte al rientro dei propri obblighi monetari. Classico comportamento è quello di distruggere o sopprimere qualsiasi messaggio proveniente dai creditori, caratteristica di certi stati depressivi, che è preludio all'affidarsi al gioco d'azzardo quali lotterie, gratta e vinci, slot machines o scommesse sportive che, in cambio di un sogno di ricchezza facile e veloce, aggravano la posizione del debitore e lo avviano verso la definitiva disfatta. In particolare psicologica. I dati lasciano poco adito a dubbi almeno in questo senso.
UNA LEGGE ESTREMA
Difatti l'essere indebitati viene associato ad alti livelli di ansietà, stress, stati di angoscia che talvolta sfociano in malattie di natura psicosomatica. Più specificatamente la condizione debitoria alza pericolosamente il rischio di entrare nelle spire della depressione clinica che precorre ad eventi più drammatici come l'idea di suicidio, il tentato suicidio, il suicidio. La cronaca nera è piena di questi tragici episodi, così piena che c'è addirittura una legge in materia patrimoniale, la 3/2012, che è stata appunto chiamata “salva-suicidi” perchè permette di alleviare la pesantezza di una sfavorevole posizione creditoria per ridurre la tendenza, di chi ne è soggetto, a compiere gesti estremi.
Questa, in breve e nelle sue molte sfumature, è la dinamica classica di come si cade nel debito. Ma come se ne esce?