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Come funziona l'assegno circolare (e come incassarlo)

L’assegno circolare è un titolo di credito che dà diritto, a chi lo incassa, a ottenere la somma di denaro che la banca (o la posta) già detiene in cassa

di Carlo Sala 5 mar 2020 ore 10:11

assegno-circolareL’assegno circolare è un titolo di credito, dà quindi diritto a ottenere una somma di denaro. Viene emesso da una banca, che lo firma, e riguarda una somma di denaro, che la banca stessa già detiene in cassa. L’emissione è consentita anche a Poste Italiane.

Si tratta quindi di un assegno più sicuro dell’assegno bancario ordinario, perché il relativo importo è coperto dalla banca stessa. L’incasso è a rischio solo nell’eventualità (difficile) di fallimento della banca che lo ha emesso.

 


Le caratteristiche dell’assegno circolare

L’assegno circolare di norma non è trasferibile: può quindi essere incassato solo dalla persona (fisica o giuridica) indicata sull’assegno stesso e non può essere girato ad altri. Diversamente dall’ordinario assegno bancario, quello circolare deve indicare fin dalla sua emissione il prenditore, cioè il beneficiario che può incassarlo. Per importi inferiori a 1.000 euro è possibile ottenere la trasferibilità dell’assegno; occorre però pagare un’imposta di bollo di 1,50 euro.

Il circolare può essere emesso solo se chi ne fa richiesta dispone delle somme che garantiscano la copertura dell’assegno stesso. Il libretto di assegni bancari ordinari invece viene rilasciato a richiesta senza verifica preventiva della disponibilità sul conto corrente di chi lo richiede e quindi senza garanzia di copertura degli assegni ordinari firmati dal correntista.

Per essere un titolo di credito valido, l’assegno circolare deve riportare la dicitura pagabile a vista; altrimenti è nullo.

 

Come si riconosce un assegno circolare

In base alla cosiddetta ‘legge assegni’ (regio decreto n. 1736 del 21 dicembre 1933), un assegno circolare deve contenere:

  • la denominazione assegno circolare e la promessa di pagare una determinata somma a vista;
  • la firma della banca emittente, che così risulta impegnata a pagare a vista l’assegno quando questo venga presentato;
  • l’importo da pagare, scritto sia in cifre che in lettere;
  • l’indicazione della data e del luogo di emissione;
  • l’indicazione del beneficiario: nome e cognome della persona oppure ragione o denominazione sociale.

Il prenditore che tema che l’assegno circolare sia falso può rivolgersi a chi lo ha emesso, anche per fax o mail, chiedendo la ‘bene emissione’, cioè una verifica dell'effettiva richiesta, emissione e copertura dell’assegno.

 

Quanto costa e quanto si può muovere con l’assegno circolare

L’emissione di un assegno circolare per importi superiori a 1.000 euro comporta il pagamento di un’imposta di bollo di 1,50 euro. Tale imposta vale anche nel caso in cui l’importo dell’assegno sia inferiore a 1.000 euro ma si voglia che tale assegno sia trasferibile. L’imposta si applica sull’assegno nel giorno di erogazione della somma.

Oltre all’imposta la banca può chiedere commissioni.

Non esistono limiti alle somme che si possono pagare tramite questo titolo di credito, purché ovviamente il relativo importo sia coperto.

 

Chi può emettere assegni circolari

Possono emettere assegni circolari solo le banche autorizzate dalla Banca d’Italia e le Poste Italiane. La banca emittente deve depositare presso Bankitalia una cauzione che garantisca la copertura di ogni assegno circolare.

I presupposti per l’emissione di questo titolo di credito quindi sono:

  • la qualifica di banca del soggetto emittente (tale qualifica è riconosciuta anche a Poste Italiane);
  • l’esistenza di una preventiva autorizzazione da parte della Banca d’Italia nei confronti del soggetto emittente;
  • la precostituzione di una provvista corrispondente a quella dell’assegno emesso.


La banca può emettere assegni circolari anche a chi non sia proprio correntista. In questo caso chi chiede l’emissione degli assegni deve presentare alla banca un documento di identità valido, indicare il beneficiario dell’assegno e fornire la somma necessaria alla copertura del circolare. In base alle norme anti-riciclaggio, peraltro, la somma che può essere fornita per coprire un circolare richiesto a una banca o ufficio postale di cui non si sia correntisti non può superare i 3.000 euro.

Diversamente dall’assegno bancario ordinario, quello circolare è compilato dalla banca alla quale ci si rivolge per l'emissione.

L’assegno circolare può essere annullato da parte di chi ne ha chiesto l’emissione. Basta presentarsi a chi lo ha emesso portando l’assegno stesso e chiederne l’annullamento. L’importo dell’assegno verrà riaccreditato sul conto corrente di chi aveva chiesto l’assegno o restituito in contanti.

 

Come e quando si può incassare l’assegno circolare

Il prenditore può incassare l’assegno di cui è beneficiario presentandolo presso qualsiasi sportello dell’emittente. Chi ha un conto corrente può anche versare l’assegno: sarà la banca di cui è correntista a chiederne il pagamento a quella emittente. In questo caso, la riscossione può richiedere fino da 2 a 5 giorni. Nel caso di richiesta di accredito dell’assegno su libretto postale di Poste Italiane, i tempi possono arrivare a 15 giorni.

Per incassare un circolare non c’è una scadenza predeterminata, ma è bene seguire le stesse regole valide per l’incasso dell’ordinario assegno bancario:

  • 8 giorni se l’assegno è emesso nella stessa città in cui risiede il prenditore;
  • 15 giorni se il prenditore risiede in città diversa da quella dell’emittente.

L’incasso può essere chiesto anche oltre questi termini. Ma:

  • se ci si presenta per l’incasso entro 30 giorni dall’emissione e la banca emittente rifiuta il pagamento, il beneficiario può esercitare azione di regresso verso chi ha fatto emettere l’assegno;
  • se la richiesta di incasso avviene dopo 30 giorni e l’emittente non l’accoglie, il prenditore non può esercitare azione di regresso.

In base all’articolo 84 della ‘legge assegni’, la banca o l’ufficio postale emittente resta comunque responsabile dell’emissione per 3 anni. Passati 3 anni il circolare è prescritto e l’emittente deve versarne l’importo al Fondo Depositi Dormienti. Chi ha chiesto l’emissione di un assegno circolare non incassato ha infatti tempo 10 anni per ritirare il relativo importo.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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